Enna, FURONO 207 GLI ENNESI CADUTI NEI CAMPI DI BATTAGLIA DELLA GRANDE GUERRA 1915-1918 di Salvatore Presti

Il IV Novembre è la data che ricorda la resa dell’impero austro-ungarico e anche la Giornata Nazionale dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Oltre 560mila i soldati italiani che si immolarono per la Patria. Furono 207 i cittadini ennesi caduti in guerra: 29 i morti tra sergenti e caporali, 6 sottotenenti, 2 tenenti e 1 capitano; le rimanenti 169 vittime furono soldati semplici. Svariate le cause del decesso riscontrate nei registri delle vittime conservati presso l’Archivio di Stato: colpiti dal fuoco nemico e anche nei combattimenti alla baionetta; per i postumi delle ferite riportate; per le malattie contratte durante i lunghi mesi di trincea; per la pandemia influenzale, che poi prese il nome di “Spagnola”, verificatasi durante l’ultimo anno di guerra. Altri ancora perirono di stenti e malattie durante gli anni di prigionia. Enna festeggiò i reduci con pubbliche manifestazioni patriottiche, con la partecipazione delle vedove di guerra, vestite di nero, che sfilarono con un fazzoletto tricolore annodato attorno al collo. Nella ricorrenza del 1° decennale, nel 1928, una grande lastra di marmo fu posta sulla parete laterale del Municipio, dove è stato integralmente trascritto il “Bollettino della vittoria” a firma del generale Armando Diaz, diffuso il 4 Novembre 1918, giorno della vittoria. Nel 1925 venne inaugurato il monumento ai caduti (nella foto) che si trova nel Piazzale delle Rimembranze a ridosso delle mura del Castello di Lombardia, opera dell’architetto Ernesto Basile. “Enna ai suoi figli caduti sui campi di battaglia a consacrazione del martirio, del sacrificio e della gloria che vinceranno i secoli” è scritto su una delle facciate in marmo del monumento, mentre sulle altre sono scolpiti i nomi di tutti i caduti. Un Viale è stato intitolato al generale della vittoria, Armando Diaz, mentre diverse strade cittadine sono state intitolate agli ufficiali e sottufficiali ennesi immolatisi per la Patria. La strada che costeggia la villa torre di Federico, che va dal quadrivio monte alla Piazza Europa, sin dalla sua inaugurazione, è stata intitolata alla storica data IV Novembre. Alcune aule del liceo classico sono state dedicate ai valorosi concittadini caduti in guerra. Al civico 211 di via Roma, nei pressi di piazza San Tommaso, si trova il palazzo dei “Combattenti e reduci” dove hanno sede le associazioni combattentistiche. Infine, nella seconda metà degli anni Cinquanta la secentesca chiesa di Santa Chiara è stata adibita in “Sacrario dei caduti di tutte le guerre” dove, nell’annuale ricorrenza del 4 novembre, festa dell’unità nazionale e giornata delle forze armate, vengono celebrate solenni funzioni con la partecipazione di autorità civili, militari e cittadini comuni. Una moltitudine di cittadini italiani e stranieri hanno visitato negli anni questo sacro luogo. Un buon numero di soldati ennesi, facenti parte dei “battaglioni dei soldati-bambini”, i cosiddetti “Ragazzi del ‘99”, furono chiamati al fronte negli ultimi mesi di guerra, all’età di 17 anni. Durante la guerra, la città accolse umanamente un gruppo di prigionieri di guerra ungheresi, la maggior parte contadini, che vennero adibiti ai lavori nei campi, ed ospitò fraternamente numerosi profughi del Friuli dopo la rotta di Caporetto. “Enna ha partecipato con slancio e con spirito patriottico alla grande guerra mondiale, offrendo in olocausto il sangue dei suoi figli migliori” fu scritto in un articolo del 1919 su “La Baionetta”, organo ufficiale dei combattenti, a firma di Enrico Longi, letterato ennese, insignito di medaglia d’argento al valor militare.

(Articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il 5/11/2008 e dello stesso autore nel libro “ENNA, il Filo della Memoria” con prefazione di Cinzia Farina, edito dalla NovaGraf, Assoro, 2013, in distribuzione nelle edicole e nelle librerie della città al prezzo di euro 18,00 per 234 pagine)

Salvatore Presti

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