L’ex presidente Giovanni Contino in Consiglio comunale si separa dal gruppo Pd e si dichiara indipendente. Quali le motivazioni? “Sono due eventi paralleli –dice Contino- che mi hanno spinto ad uscire dal Pd: uno nazionale e l’altro locale. Quello nazionale è legato alle dimissioni di Veltroni. Un segretario che mi ha deluso in quanto si era proposto come leader dalle grandi idee rivoluzionarie che voleva creare un partito che rispondesse alle esigenze della collettività, quindi aperto al mondo delle associazioni, al mondo civile. Invece, Veltroni, in un momento di grande crisi economica e di vuoto di ideali
ha preferito mollare tutto. Dando la possibilità a un raggruppamento di personalità illustre del Pd di coalizzarsi per portare avanti il loro modo di concepire la politica e il potere che a volte gestivano. Ma quello che più mi ha deluso –aggiunge Contino- è che con l’arrivo di Franceschini da una politica rivoluzionaria quale doveva essere quella di Veltroni, si è passati alla politica della restaurazione. Per quanto riguarda la politica locale –prosegue Contino- anche qui ci sono molte defaillance. E’ una politica priva di valori e staccata da quelle che sono le esigenze dei cittadini, che non riesce a mettersi da parte nella gestione degli enti vedi Ato, Università, Asi, Azienda ospedaliera ecc., dimostratisi tutti fallimentari. La politica del centrosinistra, portata avanti in 15 anni, ha favorito solo una categoria: gli imprenditori. Non ha prodotto nessuna ricaduta di sviluppo a livello territoriale”. Contino fa anche qualche accenno all’assemblea del Pd di qualche settimana fa, “la cui sintesi –dice- è stata solo quella di creare un decalogo, una serie di regole alle quali si deve attenere chi vuole stare all’interno del partito. Insomma, un modo per imbavagliare chi ha un pensiero diverso. Nulla è stato deciso da un punto di vista programmatico per la città se non la riqualificazione di Enna bassa. Che poi non si comprende cosa si intende per riqualificazione, considerato che il prg dà delle indicazioni ben chiare, che sono le uniche legittime. Per quanto riguarda la politica amministrativa –sottolinea ancora l’ex presidente-, è arrivato il momento di dichiarare il divorzio con il sindaco. Un sindaco che non ha una sua politica amministrativa e che sembra di stare al suo posto in attesa di ricevere indicazioni non si comprende da chi. Tra l’altro, quattro anni fa ci siamo candidati con un programma ben preciso, ma sinora si è prodotta solo aria fritta. Si è cambiata la giunta e non si capisce per quali obiettivi. Questi i motivi per cui ho deciso di uscire dal Pd. Non è un divorzio definitivo, sono e rimango di sinistra. Se un giorno questo partito si riavvicinerà a quello che è il mio modo di concepire la politica sono pronto a rientrare”.
Giacomo Lisacchi