ENNA: LAV E LIDA CONTRO L’ACCALAPPIAMENTO IMMOTIVATO DI RANDAGI INNOCUI.

Diffida al Comune di Enna per evitare la deportazione dei randagi al canile privato MIMIANI di Caltanissetta: si buttano al vento migliaia di euro che invece dovrebbero essere investiti  per una campagna straordinaria di sterilizzazioni, vero metodo risolutivo del randagismo. Da diversi giorni sono in corso catture massive e non selettive di cani randagi sul territorio di Enna ad opera della Ditta MIMIANI Srl di Caltanissetta su incarico/convezione del Comune, ma le gli accalappiamenti non sarebbero indirizzati verso cani mordaci o malati o comunque problematici,

 ma indistintamente rivolti ad una generica quanto irrazionale rimozione degli animali liberi sul territorio. E’ questo l’allarme lanciato dalla LAV di Enna con una nota urgente indirizzata al Sindaco Rino Agnello ed all’Assessore all’Agricoltura Vincenzo Margio, inviata anche all’Ispettorato Regionale Veterinario di Palermo, al Servizio veterinario dell’ASL n. 4 ed all’Ufficio Territoriale del Governo di Enna. Secondo la LAV tale “campagna di accalappiamento” parrebbe dettata da ragioni “emotive” giacché non risulta essere stata programmata né preceduta da una valutazione e conoscenza del territorio e da una stima della popolazione canina. Inoltre, è grave il fatto che le massicce catture non sono state nemmeno comunicate dall’Amministrazione ennese alle Associazioni animaliste locali, come la LAV e la LIDA (che ha condiviso la protesta della Lega Anti Vivisezione), né è stata valutata opportuna un’audizione delle stesse presso l’Autorità comunale o altre forme di coinvolgimento e partecipazione, benché rappresentino soggetti attivi nella gestione del randagismo secondo la L.r. 15/2000 e la L. n. 281/1991.
LAV e LIDA criticano queste scelte del Comune di Enna perché sono improduttive (in quanto non servono a combattere il randagismo alla fonte) e costituiscono un’emorragia di fondi pubblici: dalla stampa, infatti, si apprende che già ammonta a ben 262 soggetti il numero di cani ricoverati presso il MIMIANI con una retta giornaliera a carico del Comune di Enna per un costo di 250mila euro/anno; l’ulteriore incremento di animali ricoverati a seguito dei recenti accalappiamenti non potrà che aumentare l’esborso delle risorse economiche comunali!
“Invece di concedere migliaia di euro alle tasche dei canili privati, questi fondi dovrebbero essere investiti per una campagna straordinaria di sterilizzazioni, vero metodo risolutivo del randagismo” dichiarano Lorena Sauli, responsabile provinciale della LAV, e Veronica Motta, responsabile provinciale della LIDA. “L’ambulatorio comunale per le sterilizzazioni – cofinanziato dalla Regione Siciliana – risulta ancora inspiegabilmente inattivo – continuano Sauli e Motta – e ciò determina la grave mancata attuazione delle disposizioni regionali e statali in tema di controllo demografico delle popolazioni randagie. La periodica cattura di certe quantità di cani, come continua ad avvenire a Enna, è un modo di affrontare il problema randagismo assolutamente inadeguato, irrazionale, fortemente antieconomico, privo di efficacia (se non momentanea) e, soprattutto, totalmente difforme e non rispettoso delle indicazioni e delle prescrizioni di cui alla legge regionale n. 15/2000 ed al Decreto dell’Assessore regionale alla Sanità n. 2825 del 2007 recante le “Linee guida” in materia di randagismo, nelle quali sono state individuate le attività che devono essere svolte prioritariamente da tutti gli operatori che sono parte attiva nella gestione del randagismo”.
Per questo motivo la LAV ha notificato al Comune di Enna la formale richiesta di sospendere tali catture immotivate “al fine di programmare una serie di interventi più razionali e ben pianificati, coinvolgendo le Associazioni animaliste e, soprattutto, stabilendo l’attuazione delle azioni prioritarie per come definite dal vigente quadro normativo (sterilizzazione e reimmissione sul territorio)”. LAV e LIDA, infine, chiedono che l’Amministrazione comunale provveda urgentemente a “convocare urgentemente un tavolo tecnico fra tutti gli operatori ed organismi competenti in materia”.