Sono giorni difficili per l’Ato Enna Euno, società d’ambito messa in liquidazione, e Sicilia Ambiente. Due società che si trovano in una drammatica situazione e questo nonostante vantano notevoli crediti, la Serit ha ufficialmente sospeso la riscossione, per via di bollette non pagate per illegittimità delle tariffe. Assoutenti, promotrice dell’azione legale nei confronti delle due società, riconosce che quello della nettezza urbana in provincia di Enna è un problema ampio e molto complesso più di quanto possa sembrare e che comunque deve essere risolto. A questo proposito,
al di là, a volte, delle impietose valutazioni e delle aspre polemiche, intanto riconosce che le bollette vanno pagate. “Non fosse altro –dice il presidente Pippo Bruno- perché abbiamo usufruito di un servizio”. Ma in che misura? “Per quanto riguarda il pregresso –spiega Bruno- bisogna capire se ci sono anni già andati in prescrizione, mi riferisco in particolar modo al 2004 e 2005, mentre per il 2006, 2007 e 2008 siamo del parere che bisogna far pagare un tributo che sia equo e legittimo, così come stabilisce la legge. E l’ultimo tributo legittimamente determinato dai Comuni è la Tarsu del 2003 che al massimo può essere indicizzato”. E per quanto riguarda il futuro? “Intanto, c’è da dire che il servizio dei rifiuti non va calibrato secondo l’esigenza della società che lo dovrà svolgere, ma al contrario, secondo le esigenze del Comune che affida il servizio che stabilisce cosa ha di bisogno e soprattutto cosa può permettersi. Dopo di che, fa un piano tariffario e decide a chi affidarlo secondo la libera concorrenza del mercato, cercando soprattutto la soluzione più vantaggiosa per i cittadini. Il vero problema –continua Bruno- è che nella nostra provincia abbiamo un elefante che si chiama Sicilia Ambiente e che a tutti costi lo si deve fare entrare, ma come vogliono loro. Noi come Assoutenti vogliamo invece portare avanti la nostra proposta e cioè che il problema si può risolvere, ma partendo dai piani tariffari che non devono essere proposti da Sicilia Ambiente secondo le sue esigenze, ma devono essere proposti dai Comuni secondo le loro esigenze. Il vero problema è che non si vogliono discutere di queste cose perché tutto deve ruotare attorno alla struttura di Sicilia Ambiente. L’inghippo sta tutto qui”.
Giacomo Lisacchi