Sulla questione del progetto di risalita tra Enna bassa ed Enna alta sembra giunto il momento di fare chiarezza su quattro punti: 1. a chi interessa l’attuale progetto di scala mobile; 2. qual’é l’effettivo stato del finanziamento; 3. di che natura sono gli ostacoli procedurali; 4. qual’é in effetti il progetto. 1°- Da quanto compare nella cronaca, l’insistenza sul progetto è frutto di fedeltà ad impegni presi, forse troppo frettolosamente, da una delle componenti politiche della Provincia. Al di la di tutto, quello che traspare è che, dalla data di impegno delle somme, ad oggi è passato un anno e mezzo senza che si sia avuto un dibattito nelle sedi opportune e, soprattutto, senza che l’Amministrazione Provinciale
abbia dato seguito alle richieste di integrazione avanzate dalle varie autorità chiamate ad esprimersi sulla variante al P.R.G. di Enna .
Anzi, alla poca chiarezza iniziale si è aggiunta la confusione ingenerata tra variante al P.R.G. e progetto preliminare, come viene oggi definito, e di cui si dichiara la modificabilità nel prosieguo, in sede di appalto: se il progetto da appaltare potrà essere diverso da quello presentato, quale è in verità il progetto?
2°- Se è chiaro che la passata Amministrazione e i suoi rappresentanti sono legati al vecchio progetto, è meno chiaro quali ragioni abbiano portato alla scelta affrettata di quello schema di opera pubblica ed a quale scenario si aprirebbe se, per ragioni meramente economiche o per insormontabili ragioni tecniche ostative, quella specifica opera si rivelasse inattuabile, pur restando attuabile la stessa idea ma con collocazione e caratteristiche diverse.
Sulla questione delle scadenze e del legame tra un determinato e preciso progetto e la disponibilità finanziaria si è aperto il solito balletto delle date e della disinformazione su cui non si è potuto avere un definitivo e non manipolato chiarimento.
Quale poi sia il ruolo dell’ Amministrazione Comunale di Enna appare ancora meno chiaro, poiché risulta una conformità urbanistica rilasciata in assenza dei prescritti pareri e comunque ancora una volta senza il coinvolgimento dell’organo di rappresentanza politica, il consiglio comunale che, chiediamo, possa esprimersi attraverso una assemblea pubblica su una così importante questione destinata a rivoluzionare la vita della città.
3°- Le questioni poste sul tappeto riguardano le procedure di autorizzazione e di successivo appalto delle opere. Sembra che alcuni enti abbiano richiesto che la procedura di redazione del progetto e di esame dello stesso risponda a precisi e normati per legge, criteri, primo fra tutti la redazione di un dettagliato documento di esame del rischio archeologico che scongiuri successivi blocchi dei lavori, varianti, al peggio la rinuncia all’opera proprio per insormontabili ragioni tecniche ostative.
Non è infatti un caso che è stato rappresentato alla A.P. che l’area in cui ricade il previsto parcheggio multipiano è interessata da un insediamento risalente all’età del rame e che l’intero tracciato intercetti insediamenti risalenti almeno al VI-VIII secolo dopo cristo con successivi elementi, oggi poco visibili, ma ben noti, lungo la valle del torrente Torcicoda in prossimità della antica struttura urbana.
Altrettante preoccupazioni sorgono in relazione alla compatibilità dell’opera con le norme vigenti nell’area di rispetto del bosco e in tutta l’area che è dichiarata di rilevante rischio idrogeologico.
Solo ora la A. P. avrebbe avviato la preliminare indagine archeologica richiesta già un anno fa mentre ha prodotto la relazione paesaggistica che, ovviamente non tiene conto delle risultanze di tale relazione e delle eventuali successive esplorazioni, nonché delle indicazioni che potrebbero dover essere calate in un progetto che a questo punto non può nemmeno essere considerato un preliminare.
4° – Ma di quale progetto si tratta? Di un’ipotesi preliminare, non assistita da alcuno studio sul traffico, sulla mobilità urbana che pretenderebbe di risolvere definitivamente i problemi del traffico ad Enna alta, ipotesi contraddetta dallo stesso processo di insediamento di nuovi abitanti e delle loro autovetture: quante sono le macchine dei residenti e quelle che, ogni giorno entrano nella città alta? Qual’é la percentuale di vetture che sarebbe possibile bloccare? Qual’altra soluzione viabilistica e di trasporto potrebbe essere attuata e a quali costi? Sono stati affrontati i problemi del costo di gestione dell’opera proposta che non possono essere scaricati su anziani, residenti e quanti si recano ad Enna alta per la scuola, i servizi ecc? e quanti sono i flussi turistici in visita alla città?
In realtà esiste solo un tracciato, un progetto di parcheggio e un’ipotesi di struttura composta da innumerevoli tratti di tapis roulant e di scale mobili per un totale di percorrenza di circa 45/55 minuti, senza che a tale proposta si affianchi un serio recupero ambientale e urbanistico della valle del Torcicoda e dell’area del Pisciotto ma soprattutto della parte alta della città, con razionalizzazione di parcheggi e percorsi.
La città aspetta la soluzione di un problema reale, attraverso la realizzazione di un sistema di collegamento tra le due parti della città, con tempi di spostamento non superiori ai 10 minuti, ridimensionando il progetto e adeguando i tracciati, con un mezzo che assicuri comodità e sicurezza, bassi costi di gestione e di accesso, e permetta un più ampio ventaglio di offerte di servizi, oggi assenti nella parte alta della città, spazi per spettacoli, spazi per lo sport e per il tempo libero spazi di assistenza.
La trattazione di questi temi è ciò che ha decretato il successo del sistema di risalita di Perugia o di progetti come quello di Salerno o di Spoleto.
Ma di questa proposta gli stessi proponenti non sono sicuri ipotizzando la possibilità di una modifica completa in sede di appalto, che sostituirebbe alle scale mobili trenini monorotaia o altro ancora.
Nessuno studio è stato effettuato per valutare l’impatto di quest’opera sia sulla struttura della città, affidandosi a messianiche speranze di riscatto, né sul paesaggio e sull’ambiente: ed è certo che questo nastro che dovrebbe prima srotolarsi all’aperto e poi incunearsi nella profondità della rupe, avrà un impatto rilevante.
Modificherà sia l’area del futuro parcheggio con un altro pesante casermone, sia la valle del Torcicoda senza garanzie né di salvaguardia del patrimonio storico, né di quello ambientale né di quello urbanistico che è poi quello che direttamente interessa la vita dei cittadini che dovrebbero avere un sicuro beneficio e non certamente danni la cui ampiezza non può essere valutata, sopratutto in termini di convivenza civile.
Il progetto, che prevede grandi volumi e un indifferenziato nastro avrà alla fine un aspetto casuale, tale da impoverire luoghi che aspettano invece di essere valorizzati
Qual’é quindi il progetto che si andrebbe ad insediare su un’area archeologica, investendo, senza alcuna ipotesi di recupero e riqualificazione, la delicatissima area del Pisciotto? Non è di questa confusione che ha bisogno la città ma di chiarezza sugli obbiettivi, trasparenza nei procedimenti e sicurezza degli obiettivi senza trasporti e derive entusiastiche ma un poco dubbie, per l’opera affascinante o solo di moda?
Queste le osservazioni che aspettano chiarezza e risposte al di fuori di una logica di pressioni e di affrettata liquidazione del problema.
Se altri preferiscono il silenzio pubblico, l’essere stati sin dall’inizio oppositori di questo approssimativo pasticcio, ci lascia il diritto di continuare ad esserlo e a pretendere che i fondi destinati al progetto si salvino, con la trasparenza e la prudenza che la questione richiede.
Siamo disponibili, e per questo invitiamo il Presidente dell’Amministrazione Provinciale ad aprire un tavolo tecnico politico per, dibattere ed esaminare tutta la problematica di che trattasi, senza pregiudizio alcuno, ma al solo scopo di individuare percorsi condivisi ed eventuali ipotesi di progetto più consoni all’interesse della comunità amministrata.
Il Segretario Comunale Circolo “ Angelo D’Arrigo” – Enna Salvatore Bonaccorso