Lodevole è l’interesse e l’impegno che un gruppo di cittadini facenti parte del Comitato promotore per i diritti dei cittadini stanno dimostrando nei confronti della propria città. Fra le tante attività, fanno scoprire e conoscere gli apetti storici, gli usi, i costumi e le tradizioni della comunità di cui fanno parte. A questo proposito, da anni si stanno battendo per fare spostare una lapide marmorea, di cui moltissimi sconoscono l’esistenza, che si trova all’interno dell’autodromo di Pergusa, all’esterno della recinzione in uno slargo della stradella di servizio. La lapide, fatta posare nel 1960 dall’allora sindaco, Vittorio Colaianni, ricorda, secondo la tradizione mitologica cantata dal poeta Ovidio, che attraverso un antro
che era nei pressi, “Plutone dio dell’averno stringendo a sè Proserpina tenera e bella ereda corse bramoso verso l’abissale dimora”. Ieri mattina infatti si è fatto un soprallugo con l’assessore provinciale Ilaria Di Simone, accompagnata dai dirigenti Giuseppe Colaianni e Giuseppe Vitali, l’assessore comunale Claudia Cozzo e una nutrita delegazione del Comitato cittadino capeggiato da Gaetano Vicari. Gli assessori Di Simone e Cozzo, ieri, hanno sottolineato la volontà dell’amministrazione provinciale e comunale e il proprio appoggio alla proposta del Comitato di spostare la lapide; però prima, come ha spiegato l’ing. Colaianni, bisogna risolvere due problemi. “Problemi –ha detto Colianni- che affronteremo a cominciare da lunedì e che riguardano il primo la pertinenza del terreno, cioè a dire se è di proprietà privata o provinciale e questo lo si può vedere consultando la planimetria originale; il secondo problema riguarda invece il codice della strada, in quanto ci troviamo nei pressi di una semicurva e quindi dobbiamo eventualmente studiare in che modo poter collocare la lastra di marmo per rientrare nei limiti imposti dal codice. Da un punto di vista ambientale il problema non si pone, in quanto lo spostamento trova d’accordo anche la Soprintendenza e quindi risolti questi problemi si può eseguire lo spostamento e più in là vedere anche come poterla illuminare”. Intanto, per dovere di cronaca, non possiamo non riportare che l’antro (la grotta di Plutone è propria quella?) di cui parla il poeta Ovidio, così come ha fatto notare Vicari, si trova sbarrata da due tavole a non più di un centinaio di metri della lapide all’interno di una proprietà privata recitata, ove a pochi metri è in costruzione una viletta. Grotta visitata dallo scrittore francese Dominique Vivant Denon insieme agli artisti Desprès, Renard e Chatelet nell’estate del 1778 che ne parla nella sua opera pubblicata in 4 volumi nel 1781-86 con le acqueforti dei tre artisti, dal titolo “Voyage pittoresque de Naples er de Sicile”.
Giacomo Lisacchi