La sanità in provincia di Enna è agonizzante e questo è un fatto innegabile e sotto gli occhi di tutti da qualsiasi punto di vista si voglia affrontare il problema. La prima cosa che emerge dall’analisi che stiamo conducendo è l’inappropiatezza dei posti letto stabiliti per la provincia di Enna cui vengono assegnati 500 posti per acuti, ben al disotto del 3,5 per 1.000 abitanti previsti dalla normativa vigente e il piano di riordino dal Dr. Iudica ci convince poco giacché asseconda, a nostro avviso, esclusivamente uno degli aspetti della Legge 5/2009 e cioè il lato del risparmio. In questo piano, infatti, due dei quattro ospedali che insistono nella provincia, sono ridotti a poco più che cronicari o, nella migliore delle ipotesi,
ad ambulatori attrezzati e l’amputazione selvaggia delle strutture ospedaliere in un territorio con caratteristiche difficili qual è il nostro ha l’unico significato di fare economia.
La riduzione dei posti letto non significa riduzione della malattia: la gente continuerà ad ammalarsi anche se fossero del tutto tolti gli ospedali; l’unica cosa che si favorisce con questo metodo operativo è la migrazione dei pazienti verso le provincie (o le regioni) meglio attrezzate con costi che in ogni caso saranno a carico della USL di residenza dell’ammalato.
Gli ospedali, gli ambulatori, i servizi per funzionare necessitano di personale medico, infermieristico e tecnico: già sono in atto gravi carenze di tutti gli organici ospedalieri e in futuro andrà peggio; le ripercussioni nella carenza del personale è inevitabile che le paghino gli utenti: alcuni reparti come la Cardiologia e UTIC, a causa di mobilità regionale dei medici non riescono più a far fronte alla normale routine giornaliera. Ha sorpreso la dichiarazione del Commissario Maniaci, circa le intenzioni di procedere coi concorsi per la Pneumologia, l’Oncologia, la Neurologia e l’Otorinolaringoiatria per quanto attiene ai primari e di altri 76 posti vari e sorprendono ancora di più se si considera che (ma sarà stata sicuramente una svista) non vengono citati tra i reparti che mancano del primario la Pediatria e la Fisiochinesiterapia che è costretta a lavorare ormai da anni con un solo medico di ruolo e uno o due incaricati; nasce il dubbio che questa “dimenticanza” possa essere in qualche modo funzionale alla cessione al privato convenzionato.
Il risparmio sul personale inevitabilmente si ripercuote sulla scarsa assistenza ingenerando errori ed esponendo i pazienti a un incremento del rischio: molti studi sul rischio clinico sono concordi nell’individuare nella riduzione del personale la principale causa di errore.
Gli ospedali di Enna soffrono congenitamente di scarse risorse di specialità malgrado la nostra provincia sia praticamente priva della concorrenza del privato. La mentalità aziendale (quella vera) dovrebbe portare a un incremento degli investimenti affinché aumentando la rosa di prestazioni sia di conseguenza moltiplicata l’utenza; a Enna, per mancanza di mentalità imprenditoriale si sono arenati gli ospedali in poche specialità (la maggior parte di base) privando l’utenza dell’offerta sanitaria di alta specialità e costringendo i pazienti a lunghi (e costosi) spostamenti verso altre provincie e altre regioni.
La CISL e la CISL medici hanno dato vita a un osservatorio e a un centro di studi che sta sviluppando modelli alternativi a quelli esistenti e quelli proposti. Auspichiamo che le istituzioni non si fossilizzino in scelte dettate da opportunità di partito ma guardino al benessere della popolazione ricordando che il nostro è un sistema sanitario basato sul mutuo soccorso (si pagano le tasse per questo) e non su semplici e beceri calcoli di bassa ragioneria.