Il Governo regionale sta utilizzando la campagna elettorale delle elezioni europee per regolare i conti interni alla maggioranza, fatti di colpi di mano e minacce incrociate, per distogliere la popolazione dai veri problemi che necessitano risposte urgenti. Nulla si sa degli ATO, ufficialmente disciolti ma non sostituiti. Sicché città e paesi sono sepolti dai rifiuti e dalle sacrosante proteste di lavoratori addetti all’igiene ambientale che dopo aver ottenuto contratti di lavoro al limite della legalità non percepiscono stipendi per mesi. Qualche sindaco, dopo aver abbondantemente e ripetutamente anticipato le somme per scongiurare un’emergenza ambientale, si trova costretto ad affidare il servizio di nettezza urbana
con criterio di urgenza, salassando ulteriormente le casse comunali e realizzando solamente azioni – tampone della durata di giorni che non scalfiscono minimamente il problema. Nel frattempo, nelle strade invase da rifiuti di ogni genere ormai maleodoranti viste anche le temperature estive cresce lo sconcerto di quanti sono bersagliati da ripetute richieste di pagamento delle tariffe, già pagate da tempo; a dimostrazione che la macchina amministrativa, ormai impazzita, coglie nel mucchio per recuperare pochi spiccioli delle tariffe già dichiarate illegittime. Forse per dimostrare ai creditori e alla magistratura che indaga da tempo che la colpa dello sfacelo economico- amministrativo è, come sempre, dei cittadini. Un silenzio religioso (o omertoso?) copre la sbandierata Riforma Sanitaria. Dopo gli entusiastici proclami del Governatore e dell’Assessore, che addirittura si vantavano di aver concepito la riforma migliore tra tutte le regioni, invidiata fuori dalla Sicilia, sono circolati documenti ufficiali che disegnavano la nuova mappa delle strutture sanitarie in maniera del tutto rassicurante. Ci è stato detto che nessun ospedale sarebbe stato chiuso, che nessun posto di lavoro si sarebbe perso, che nessun servizio sarebbe stato sottratto ai cittadini. E per sostenere questa tesi rassicurante e nel contempo osservare un obbligo di legge la Direzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale ha inviato da qualche giorno ai sindaci dei comuni della provincia un po’ di documenti ufficiali nei quali viene messa su carta la nuova sanità. Ma accanto a questi documenti ufficiali circola una documentazione clandestina, sottratta alla conoscenza della popolazione, che Italia dei Valori si impegna a diffondere e che disegna invece tutt’altro panorama. Da tempo Italia Dei Valori leggendo le carte aveva denunciato l’operazione di smantellamento degli ospedali di Leonforte e Piazza Armerina, di fatto trasformati in poliambulatori. Ospedali svuotati di servizi pubblici, riempiti con attività programmata molto probabilmente resa da privati. Definitivamente tagliati 281 posti letto in provincia, gli unici ospedali in grado di accettare malati acuti saranno Enna e Nicosia. Piazza Armerina e Leonforte, costruiti solo da qualche anno con i soldi della collettività, saranno affidati per redditizie attività di riabilitazione e oncologia a privati. Che però in quelle strutture, utilizzate gratuitamente, non investiranno i loro soldi ma i soldi delle casse regionali. Il tutto nella sostanziale acquiescenza di maggioranza e opposizione, a braccetto per poter garantire lavoro precario, clientelare e sottopagato e sanità di pessima qualità. La sanità privata non paga gli stipendi ai dipendenti ricattando il governo regionale affinché rinnovi le ricche convenzioni. E nessuno guarda dentro la sua contabilità o dentro la qualità delle prestazioni erogate. Si perpetua così lo sconcio: i cittadini continueranno a fruire di prestazioni essenziali e di qualità fuori provincia, nell’ennese sbarcheranno i privati foraggiati dal pubblico e i lavoratori della sanità diventeranno come quelli degli ATO, ovvero assunti per chiamata a tempo e pagati come e se si può. Il Direttore dell’ASP già scrive ai sindaci di essere impegnato a ridurre del 10% in tre anni il costo per il personale dipendente. Quindi non rinnoverà contratti in scadenza e non sostituirà chi va in pensione, piuttosto che tagliare i ricchi emolumenti di primari e capi dipartimento tesserati e, se non attivi, almeno attivisti di partito. Colpevole è il silenzio dei sindacati che assiste in silenzio allo smantellamento di due ospedali mentre si mobilita per problemi di concorsi interni. I cittadini già ora non trovano posto negli ospedali di Enna e Nicosia, figuriamoci cosa succederà quando dovranno accogliere tutta la popolazione dell’intera provincia. Italia dei Valori di Enna ha raccolto e presentato al presidente della conferenza dei sindaci decine di migliaia di firme di cittadini che si oppongono allo smantellamento degli ospedali e, nella denuncia del calcolo affaristico che si sta profilando, si rivolge ai Comitati Cittadini per unirsi alla sua battaglia, inaugurando una politica di idee chiare senza peli sulla lingua e sullo stomaco.
Segretario Provinciale (IDV) Aldo Murella