Un altro scippo alla provincia di Enna? Timbri e cavilli burocratici fanno perdere oltre un milione di euro di contributi comunitari a 195 imprese artigiane ennesi. I benefici di cui dovrebbero godere le nostre imprese fanno parte dei fondi Por Sicilia 2000/2006 e si riferiscono all’anno 2003. La somma messa a disposizione è di 6 milioni e 236 mila euro e pare che sia palesemente insufficiente per pagare tutte le istanze rimaste inevase. Contributi economici che erano previsti in favore dei datori di lavoro che avevano assunto lavoratori con rapporto di apprendistato e che successivamente hanno trasformato in assunzioni stabili. Quindi un aiuto dell’Unione europea per incoraggiare ed incentivare le imprese artigiane
per aumentare i livelli occupazionali. “Perdiamo in provincia di Enna oltre un milione di euro –tuona il segretario provinciale di Confartigianato, Salvatore Puglisi- per un cavillo burocratico riferito alle modalità e presentazione delle istanze e delle relative domande di erogazione del beneficio. Presentazione delle domande che dovevano avvenire entro il 15 dicembre 2003 e che l’Assessorato regionale del Lavoro e della formazione professionale con successive circolare ha invece specificato che il 15 dicembre 2003 era la data ultima in cui dovevano pervenire nell’ufficio di gabinetto dell’assessore. Una cosa assurda –spiega Puglisi- tanto che ancora oggi la Regione alle nostre rimostranze non l’ha saputo dare nessuna spiegazione se fa fede il timbro postale della raccomandata con ricevuta di A/R o la data del timbro dell’ufficio di gabinetto. Su questi cavilli perdiamo finanziamenti per le nostre imprese artigiane. Infatti, si stanno pagando solamente, in ordine cronologico, tutte le domande pervenute con quella data al gabinetto dell’assessore, lasciando fuori dai benefici tutte le altre. Tra l’altro –aggiunge Puglisi- c’è da dire che i moduli di asseverazione, i datori di lavori potevano inviarli anche on-line tramiste il sistema informativo del Ciapi di Palermo che purtroppo non ha funzionato, da qui tutti questi ritardi. Questa è la politica della nostra Regione: da un lato vuole fare politica per l’occupazione, ma dall’altro nega quelli che sono i diritti delle imprese, molte delle quali se non aiutate saranno costrette a chiudere, sollevando continui cavilli. In collaborazione con la Cna stiamo approntando un ricorso, ma riteneniamo che sia più un problema politico che burocratico. Comunque non ci fermeremo certemente alle formali proteste”.
Giacomo Lisacchi