“Lo sviluppo della Medicina delle Cure Primarie è la chiave di volta della continuità assistenziale. Deve diventare uno specifico livello cui dovrà afferire la maggioranza delle patologia la cui presa in carico deve essere compito del medico di famiglia”. Questa una delle conclusioni del documento della Conferenza dei Sindaci, presieduta dal sindaco del capoluogo Rino Agnello, inviato all’assessore Regionale alla Sanità e al direttore generale dell’Asl 4 dopo avere ricevuto da quest’ultimo la proposta di procedere ad atti di “programmazione sanitaria locale”. La conferenza, e lo ricordano i sindaci, è chiamata ad esprimere parere obbligatorio sul piano formulato dal direttore generale Nel documento, 4 pagine che fotografano
il panorama della sanità provinciale, i sindaci puntano sul medico di famiglia che, scrivono, deve essere valorizzato ma anche responsabilizzato. “Si tratta di dare applicazione al principio del rendere conto da parte di chiunque usi risorse pubbliche monitorando i comportamenti dei professionisti per metterli in relazione e a confronto con il budget agli stessi assegnato”. Secondo i sindaci, da parte dell’assessorato “è necessario predeterminare per ogni funzione la dimensione del bacino di utenza tenendo conto delle interconnessioni obbligate fra le diverse funzioni specialistiche nel processo di diagnosi cura e riabilitazione”. Muovendo dalla distribuzione della popolazione sul territorio provinciale e delle distanze che intercorrono tra i vari centri si potrà determinare quali funzioni dei 4 ospedali della provincia saranno modificate, soppresse, aggiunte o trasferite. Secondo la conferenza dei sindaci è prioritaria la riorganizzazione della rete in PTA, presidi territoriali di Assistenza che devono erogare diverse prestazioni in materia di cure primarie, servizi socio sanitari integrati con le prestazioni sociali, servizi a favore dei minori e delle famiglie con problemi socio sanitari e sociali e servizi di salute mentale. “|In ogni sede – ribadiscono i sindaci – e nella rete ad essa collegata dovrà essere disponibile dalla medicina di gruppo alla possibilità di prenotazione esami e prestazioni, servizi infermieristici, riabilitativi e socio sanitari, fino a quelli specialistici sulla base del bisogno dell’area.