Dopo anni di oblio e di rimpallio di responsabilità e competenze tra l’Ausl 4 e l’Azienda ospedaliera, dopo anni di battaglie, proteste e di sit-in organizzati dal Comitato promotore per i diritti dei cittadini, dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e Tribunale per i diritti del malato, finalmente, con il decreto firmato dall’assessore alla sanità Massimo Russo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n.23 del 22 maggio scorso che riorganizza le strutture e incrementa le terapie domiciliati per i malati terminale, l’Hospice di Enna forse questa volta verrà veramente aperto. Vedrebbe così la luce un reparto così importante, in sintonia
con quel profondo concetto di salute e di malattia, che parla di umanizzazione, ma anche e soprattutto di dignità sociale fino all’ultimo di chi non è destinato a sopravvivere al suo male. La rete regionale degli Hospice prevede 15 strutture per complessivi 165 posti letti, di cui attualmente operanti sul territorio regionali sono soltanto 5: “Civico” di Palermo (posti letto 14); “Garibaldi” di Catania (p.l. 12); San Giovanni Di Dio di Agrigento (p.l.10); “Civile OMPA” di Ragusa (p.l. 8); Policlinico di Messina (p.l. 7). Dovrebbero essere attivati invece l’Umberto I di Enna (p.l.10); “Papardo” di Messina (p.l. 10); “Umberto I” di Siracusa (p.l. 8); Ausl 2 di Caltanissetta (p.l. 20); “Vittorio Emanuele” di Gela (p.l. 8); Ausl 6 di Palermo (p.l. 20); “Gravina di Caltagirone” (p.l. 10); Ausl 7 di Ragusa (p.l. 10); Ausl 9 di Trapani (p.l. 10); “Cervello” di Palermo (p.l. 8). L’Hospice di Enna, come si ricorderà, è stato realizzato nel vecchio ospedale Umberto I° di via Trieste anni fa, nel padiglione che ospitava la chirurgia. Inaugurato in pompa magna, per fini prettamente elettoralistici, il 30 giugno del 2006, e presentato in quella occasione come “un momento molto importante per la sanità ennese”, finita la cerimonia la vetrina d’ingresso fu chiusa con una grossa catena e mai più riaperta. La struttura con i suoi dieci posti letto fornita da camere dotate di ogni comfort, mobili, telefono, televisore, poltrona letto per il familiare che assiste l’ammalato, aveva pure la disponibilità dell’equipe assistenziale, formata da personale qualificato. Ovviamente tre anni fa c’è stato chi invece ha pensato -come sostenne qualcuno- che anche con la salute e le sofferenze della gente si può fare business e marketing politico elettorale. “Il ping pong tra Ausl e Azienda ospedaliera –dice Gaetano Vicari del Comitato dei cittadini- ora è finito. La responsabilità dell’apertura dell’Hospice, secondo il decreto assessoriale, è dell’azienda ospedaliera, per cui in questi giorni solleciteremo un incontro con il commissario per l’apertura dell’importante struttura”.
Giacomo Lisacchi