VILLAPRIOLO: L’IMPRENDITORE GIUSEPPE LIPARI. “IMPOSSIBILE FARE IMPRESA IN PROVINCIA DI ENNA. NON ESCLUDO DI SPOSTARE LA MIA IMPRESA NEL NORD AFRICA”

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Le imprese vanno dove si guadagna di più. Normalmente questo processo di delocalizzazione viene attuato dalle grandi società multinazionali che spostano la loro attività produttiva dove ritengono sia più conveniente, ma non mancano certo casi di imprese medio/piccole che per varie ragioni delocalizzano tutta o parte della produzione dove possono trarre maggiori vantaggi. Delocalizzazione che può assumere varie forme e rispondere a diverse esigenze. Oltre alla ricerca di manodopera a basso costo e bassa pressione fiscale, le aziende ricercano l’approvvigionamento di materie prime o di energia a basso prezzo. Non solo. Vogliono anche una burocrazia meno invadente, agevolazioni,

 strade percorribili e servizi che funzionino, ad esempio come quello telefonico. Una azienda di Villapriolo è pronta a spostarsi all’estero dove avrà a disposizione aree attrezzate, incentivi per l’assunzione di personale, agevolazioni fiscali almeno per dieci anni con la conseguenza di creare ulteriore disoccupazione già in una zona spopolata dall’emigrazione. “Sono costretto –dice l’imprenditore Giuseppe Lipari- a trasferirmi all’estero perchè qui da noi con tutta la buona volontà non è possibile fare impresa. Non ci sono le condizioni. Mancano le cose essenziali come l’Adsl, le linee telefoniche efficienti. A volte siamo costretti a rimanere intere settimane isolati. Non è possibile che per scaricare una email bisogna stare più di mezz’ora. Abbiamo dei costi non indifferenti, oltre ai disagi di doverci spostare a Villarosa o Enna per poter utilizzare collegamenti più veloci. Non usufruiamo di nessuna agevolazione e nello stesso tempo paghiamo servizi come l’acqua e la spazzatura troppo alti.  Eppure la mia azienda non produce rifiuti a parte la polvere dell’uffico. Gli scarti della lavorazione arrivano in un silos e automaticamente vengono trasformati in bricchetti ecologici che poi rivendiamo”. Giuseppe Lipari è un fiume in piena. “Non arriva nessun segnale di incoraggiamento –aggiunge-. Prenda le banche: un altro problema grandissimo. Non agevolano e non hanno motivo di prestare soldi alle aziende. Due anni fa ho perso un contratto di tre milioni di euro con una azienda di Siracusa non per colpa mia, ma perchè non sono stati capaci si saperlo gestire. Non sapevano neanche cos’è la lettera di credito”. Con una punta d’orgoglio poi sottolinea: “Qui a Villapriolo ci sono aziende come la nostra che stanno facendo conoscere il nostro piccolo paese nel mondo perchè esportiamo per lo più all’estero e con tutti i disagi che abbiamo non c’è nessuno che mostra un minimo di interesse per noi, non c’è nessuno che ci aiuta. Eppure diamo lavoro a più di 30 famiglie. Se posso, me ne vado. Se trovo le condizioni e i presupposti giusti come li hanno avuti altre 700 aziende italiane smonto tutto e mi trasferisco”. Il Nord Africa poi non è così lontano.

Giacomo Lisacchi