Sulle minacce di morte all’artigiano vittima di usura Bennardo Raimondi, che ha addirittura dovuto annunciare di vendere un rene per curare il figlio disabile, e al giornalista Michele Guccione che ha portato il caso all’attenzione di tutti, è intervenuto Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia: “E’ un fatto gravissimo e inaudito, che condanniamo fermamente. Ci sentiamo, anche sul piano affettivo, vicini al nostro addetto stampa Michele Guccione e all’imprenditore Raimondi che, adempiendo ad un atto di civiltà, ha denunciato gli usurai.
In una Sicilia che vuole crescere nella normalità – come testimonia l’impegno dell’Avv. Galasso che assiste gratuitamente Raimondi, che nella vita è stato poco fortunato – dobbiamo registrare l’opera di chi desidera far regredire la Sicilia con un’azione di inaudita crudeltà: volere impedire con le minacce ad un uomo, ridotto in miseria dall’usura, non solo di denunciare, ma anche di tentare di risalire la china e di garantire la salute al proprio figlio disabile. Ciò non merita commenti : è un gesto vile. E’ intollerabile registrare che ad un giornalista che ha portato all’attenzione di tutti il grave disagio di una vittima dell’usura si tenta di presentare il conto con una intimidazione. A tutti i giornalisti che, come Guccione per la circostanza, si adoperano per raccontare i fatti e sostenere le vittime di reato, va il nostro incitamento a continuare perché sono una preziosa risorsa per il nostro futuro, che può e deve essere migliore.
Siamo certi che Raimondi e Guccione non saranno lasciati soli e che pochi balordi non la spunteranno nel tentare di incutere paura in chi denuncia o, ancora peggio, nel tentare di zittire chi da giornalista opera per concorrere a creare le condizioni per un sano sviluppo nella normalità”.