La Squadra Mobile della Questura di Enna ed il Commissariato di P.S. di Leonforte hanno eseguito 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta, delle quali otto a carico di affiliati alla famiglia di Cosa Nostra di Enna, le altre a carico di soggetti coinvolti, comunque, in reati commessi per conto o sotto il controllo della predetta famiglia mafiosa, ovvero avvalendosi delle condizioni di omertà e assoggettamento all’organizzazione. Tra gli arrestati anche Giancarlo AMARADIO, uomo d’onore affiliato nel 2001, attuale rappresentante della “famiglia” di Enna (che copre anche i territori di vari comuni della provincia,
in particolare Agira, Assoro, Valguarnera, Catenanuova, e quindi l’importante area del Dittaino), ed i referenti della famiglia per i predetti territori (Assoro – Angelo SALATINO, Agira – Giovanni SCAMINACI e Valguarnera – Gaetano Giovanni D’ANGELO.)
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Cenni sulla famiglia di Enna
L’associazione mafiosa operante in territorio della provincia di Enna è una struttura criminale organizzata storicamente individuata e già riconosciuta in numerose sentenze, composta da cinque famiglie storiche (Enna, Barrafranca, Pietraperzia, Villarosa, Calascibetta) .
Nella seconda metà degli anni novanta, buona parte dei principali esponenti di Cosa Nostra ennese sono stati sottoposti alla custodia in carcere.
Tra il 1999 ed il 2000 LEONARDO Gaetano aveva rinnovato e riorganizzato la struttura mafiosa della famiglia di Enna, ampliandola con nuovi affiliati, residenti non solo nel capoluogo ma anche in vari centri della provincia; in tal modo aveva assicurato il controllo del gruppo ennese su alcuni territori che andavano oltre i limiti del comune di Enna, dove gli affiliati operavano avvalendosi di soggetti a loro “avvicinati”.
In particolare erano controllati dalla famiglia di Enna, per il tramite di “affiliati locali”, Piazza Armerina, Agira, Catenanuova, Regalbuto, Leonforte, Valguarnera nonché l’importantissima zona della Valle del Dittaino, dove venivano svolte numerose attività di impresa e dove la recente lottizzazione favoriva la costruzioni di numerosi opifici.
La famiglia di Enna così come ricostituita dal LEONARDO Gaetano nel maggio 2001 veniva smantellata nella operazione “Parafulmine” che determinava anche la collaborazione e l’uscita di scena di numerosi affiliati.
Tuttavia le attività di intercettazione svolte tra il 2006 ed il 2007 hanno evidenziato che la predetta famiglia stava tentando di riprendere l’antico prestigio ed il controllo del territorio e di assicurare un “ordine” mafioso in provincia sotto la direzione dell’uomo d’onore AMARADIO Giancarlo (che aveva finito di scontare la condanna per associazione mafiosa), un affiliato dell’ultima generazione, persona di fiducia di LEONARDO Gaetano.
Mentre AMARADIO tentava di dare continuità all’organizzazione appoggiandosi a vecchi e nuovi personaggi, le indagini attuali hanno evidenziato che i veri e propri affiliati della famiglia di Enna operavano sul territorio servendosi frequentemente di manovalanza tratta dalla delinquenza comune che comunque riconosceva il prestigio e l’autorità dei componenti l’associazione. Nel corso delle indagini si è assistito ad una progressiva evoluzione della capacità criminale di soggetti che, inizialmente, coinvolti in reati minori contro il patrimonio, sono diventati parte attiva di attività estorsive ai danni di imprese aggiudicatarie di appalti pubblici.
Tra le modalità estorsive, colpisce la circostanza che da ultimo, per ottenere dagli imprenditori il pagamento del “pizzo”, gli uomini della famiglia sostenevano che le somme da loro richieste erano “oneste”, in confronto alle somme chieste nell’area palermitana dall’organizzazione “Cosa Nostra”, che, a loro dire, pretendeva il 5% dell’importo totale dei lavori.
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A seguito di tali complesse indagini dirette dalla D.D.A. di Caltanissetta e condotte dalla Squadra Mobile ennese e dal Commissariato di P.S. di Leonforte, il G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta ha emesso nr. 20 O.C.C.C. eseguite a carico dei 18 sottonotati soggetti:
1) AMARADIO Giancarlo, nato ad Enna nel 1978 ivi residente, già condannato per associazione mafiosa, nullafacente;
2) BRIGA Gianni, nato a Leonforte nel 1983, residente ad Agira, pregiudicato;
3) CAMMARATA Natale, nato a Leonforte nel 1979, ivi residente, agricoltore, pregiudicato;
4) CANGERI Giuseppe, nato a Leonforte nel 1988, ivi residente;
5) D’AGOSTINO Vincenzo, nato ad Enna nel 1966, residente in Agira, pregiudicato;
6) D’ANGELO Gaetano Giovanni, nato ad Enna nel 1982, residente a Valguarnera, imprenditore agricolo, pregiudicato;
7) DI FRANCO Giuseppe, nato ad Enna nel 1980, residente a Leonforte, esercente, pregiudicato;
8) DI MARCO Alfonso, nato a Valguarnera nel 1963, ivi residente, rappresentante, pregiudicato
9) GAGLIANO Nunzio, nato ad Aidone nel 1960, ivi residente, pregiudicato;
10) FORTUNATO Emanuele, nato nel 1981 a Leonforte, ivi residente;
11) MIANO Giacomo, nato a Castel di Judica nel 1973, ivi residente, imprenditore, pregiudicato;
12) MIRACOLO Giuseppe, nato ad Adrano nel 1984, ivi residente;
13) PIRRONITTO Umberto, nato a Leonforte nel 1975, ivi residente, pregiudicato;
14) RUISI Domenico, nato a Valguarnera Caropepe nel 1970, ivi residente, imprenditore, pregiudicato;
15) SALATINO Angelo, nato ad Assoro nel 1958, ivi residente, imprenditore agricolo, pregiudicato;
16) SCAMINACI Antonio, nato a Cerami nel 1961, residente ad Agira, operaio, pregiudicato;
17) SCAMINACI Giovanni, nato ad Agira nel 1966, ivi residente, operaio, pregiudicato;
18) TIRENNI Davide, nato a Nissoria nel 1981, residente a Leonforte.
INDAGATI
AMARADIO Giancarlo, SALATINO Angelo, SCAMINACI Giovanni, CAMMARATA Natale, RUISI Domenico, D’ANGELO Gaetano Giovanni, DI FRANCO Giuseppe.
1) In ordine al delitto di cui all’art. 416 bis perché facevano parte dell’associazione denominata “Cosa Nostra” – specificamente della famiglia di Enna, operante nel comune di Enna ed in altri centri della provincia – da qualificare di tipo mafioso perchè i suoi appartenenti si avvalevano della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà da esso derivante per commettere delitti di ogni genere, e principalmente estorsioni, detenzione e porto di armi, furti, nonchè per acquisire in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, quali forniture per la realizzazione di opere pubbliche o private, concessione, appalti di opere pubbliche e pubblici servizi, e ancora per realizzare profitti ingiusti di vario genere per sè e per altri.
Con l’aggravante per tutti, dell’aver fatto parte di una associazione armata avente disponibilità di armi per il conseguimento delle finalità associative, nonchè di avere finanziato le attività economiche assunte o controllate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto e il profitto dei delitti commessi.
Con l’aggravante, limitatamente ad AMARADIO Giancarlo, per aver promosso, diretto e organizzato l’associazione assumendo la direzione della famiglia di Enna.
Accertato in provincia di Enna fino al gennaio 2008.
AMARADIO Giancarlo, CAMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe
1 – bis) perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro ed altri in corso di identificazione, facendo parte dell’associazione mafiosa cosa nostra, compivano atti idonei – consisti nel collocare due bottiglie piene di benzina su due escavatori in uso ad una ditta impegnata nei lavori di rifacimento di tratto di strada ricadente in questa provincia, nel prospettare ai responsabili della predetta ditta la necessità di versare alla famiglia mafiosa la somma di 15.000,00 € a titolo di “messa a posto”, al fine di non avere problemi nel prosieguo della attività. Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis, al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa “cosa nostra”.
Accertato in assoro (EN) fino al 22 giugno 2009.
MIANO Giacomo.
2) perché concorreva all’attività dell’associazione mafiosa di cui al precedente punto 1), mettendo a disposizione della stessa somme di denaro, in concomitanza dei lavori in subappalto ottenuti in provincia di Enna ed in particolare consegnando all’AMARADIO la somma di cinquemila euro in relazione ad un subappalto di fatto ottenuto in occasione dei lavori di completamento della discarica di C.da Cozzo Vuturo, agro di Enna
Accertato in Enna in data 11 maggio 2007
CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe.
3) perché, in concorso fra loro, facendo parte della medesima associazione mafiosa, con minacce – consistite nel chiedere ad un imprenditore della provincia il pagamento della somma di 5.000,00 euro per ottenere la restituzione di una mini pala escavatore BOBCAT che gli era stata sottratta, costringevano lo stesso a corrispondere la predetta somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Leonforte, tra l’1 e il 3 agosto 2006.
DI FRANCO Giuseppe, CAMMARATA Natale, D’AGOSTINO Vincenzo, SCAMINACI Antonio, TIRENNI Davide.
4) perché, in più di tre persone ed in concorso fra loro, facendo parte i primi due dell’associazione mafiosa di cui si parla, con minacce, consistite nel chiedere a due imprenditori il pagamento della somma di 3.500,00 euro per ottenere la restituzione di due trattori che erano stati loro sottratti, costringevano gli stessi a corrispondere la citata somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Leonforte, tra il 5 e l’8 marzo 2007.
DI FRANCO Giuseppe, CAMMARATA Natale, TIRENNI Davide, CANGERI Giuseppe.
5) perché, in concorso fra loro, facendo parte i primi due dell’associazione mafiosa di cui si narra, con in minacce, consistite nel chiedere ad un privato il pagamento della somma di 1.300,00 euro per ottenere la restituzione di un cavallo che gli era stato sottratto precedentemente, costringevano lo stesso a corrispondere una somma di denaro, allo stato non precisabile, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Leonforte, tra il 10 ed il 14 gennaio 2008.
SCAMINACI Giovanni MIRACOLO Giuseppe.
6) perché, in concorso fra loro, facendo parte SCAMINACI dell’associazione mafiosa in argomento, con minacce, consistite nel chiedere a due soggetti in corso di identificazione ai quali era stato precedentemente sottratto un mezzo agricolo il pagamento della somma di 9.000,00 euro, per ottenere la restituzione del predetto mezzo, costringevano gli stessi a corrispondere la somma di 9.000,00 euro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
Consumato in Regalbuto il 16 gennaio 2008.
CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe, SCAMINACI Giovanni, BRIGA Gianni.
7) perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in concorso fra loro, facendo parte dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Costra”, con la minaccia, diretta al titolare di un esercizio commerciale, di frapporre gravi ostacoli alla sua attività se non si fosse “messo in regola” con la organizzazione mafiosa dagli stessi rappresentata, costringevano lo stesso a corrispondere periodicamente somme di denaro ed in particolare, nel corso del 2007 a corrispondere tra gli altri tre pagamenti di 500, 400 e 1.400 euro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno per la vittima.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Leonforte e Agira da epoca anteriore e prossima al maggio 2007 fino al dicembre 2007.
SCAMINACI Giovanni.
8) perché, in concorso con soggetti in corso di identificazione, facendo parte dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra”, compiva atti idonei (consistiti in violenze e minacce ed in particolare nell’incendio di un furgone) per ottenere la “messa a posto”, con prestazioni di denaro ed altre utilità a favore dell’organizzazione mafiosa, ai danni di una ditta, che eseguiva lavori di ristrutturazione di alcuni immobili ad Agira, per il tramite dell’assunzione di un operaio allo stato non identificato.
Non verificandosi l’evento per cause indipendenti dalla sua volontà ed in particolare per la resistenza del titolare della predetta impresa.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Agira in epoca prossima al dicembre 2007.
SCAMINACI Giovanni.
9) perché, facendo parte dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Costra”, con la minaccia, diretta al titolare di un’esercizio commerciale di frapporre gravi ostacoli alla sua attività se non si fosse “messo in regola” con la organizzazione mafiosa dallo stesso rappresentata, costringeva il predetto imprenditore a corrispondere la somma di 200 euro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno per la vittima.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Agira nel dicembre 2007.
DI MARCO Alfonso.
10) perché, in concorso con altri soggetti in corso identificazione, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, minacciavano reiteratamente un imprenditore affinchè lo stesso si rivolgesse a ditta di “fiducia” per il trasporto della propria merce, proferendo frasi intimidatorie con le quali, apertamente, si intimava allo stesso di lasciare il luogo di lavoro qualora non avesse fatto ricorso alla nominata ditta di trasporti, parcheggiando automezzi pesanti in modo da impedire l’ingresso di autoarticolati per le operazioni di carico e scarico all’interno della ditta, realizzando, a quest’ultimo scopo, un muro, privo di apparente utilità, in prossimità dell’ingresso della ditta medesima, appiccando il fuoco in prossimità dei locali della ditta danneggiando le strutture murarie dell’azienda e distruggendo materiali destinati alla vendita, prospettando al titolare successivi danneggiamenti e ostacoli alla sua attività di impresa, fino all’impossibilità di continuare nella stessa. Tali comportamenti erano finalizzati anche a costringere il medesimo a cedere l’azienda a persona a lui gradita ed altresì a cedere gratuitamente il 51 % delle quote a DI MARCO Alfonso, con ingiusto profitto di quest’ultimo con altrui danno.
Non verificandosi l’evento per cause indipendenti dalla loro volontà in particolare per la resistenza del titolare che cedeva un ramo di azienda riguardante la carpenteria pesante ad altro soggetto.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In Valguarnera fino al luglio 2007.
AMARADIO Giancarlo, D’ANGELO Gaetano Giovanni, CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe, BRIGA Gianni.
11) perché, in concorso fra loro, in cinque persone, i primi due quali mandanti, gli altri quali esecutori materiali, allo scopo di danneggiare un escavatore di una ditta impegnata nello svolgimento di lavori, appiccavano il fuoco allo stesso, cagionando un incendio.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In contrada Torre agro di Enna il 12 aprile 2007.
SCAMINACI Antonio, D’AGOSTINO Vincenzo, TIRENNI Davide, DI FRANCO Giuseppe, BRIGA Gianni.
12) perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso fra loro, SCAMINACI quale mandante, gli altri quali esecutori materiali, allo scopo di danneggiare nr. 2 trattori e un rimorchio agricolo, custoditi all’interno del garage di un’azienda agricola, appiccavano il fuoco all’interno del predetto garage, cagionando un incendio, per commettere il reato di cui al punto 1).
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In Agira il 28 febbraio 2007.
TIRENNI Davide, CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe D’AGOSTINO Vincenzo, SALATINO Angelo.
13) perché, con più azioni esecuzioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in più di tre persone, in concorso fra loro, SALATINO quale mandante, gli altri quali esecutori materiali, si impossessavano di un gregge di ovini, sottraendoli al proprietario introducendosi all’interno di un terreno pertinenza di un’abitazione rurale, dove i beni erano custoditi.
Con l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In agro di Assoro nella notte tra il 14 ed il 15 marzo 2007.
TIRENNI Davide, CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe.
14) perché, con più azioni esecuzioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in concorso fra loro e con D’AGOSTINO Vincenzo e SCAMINACI Antonio nei confronti dei quali si è proceduto separatamente, si impossessavano di un gregge di ovini, sottraendoli al proprietario, che li deteneva, all’interno di un terreno pertinenza di un’abitazione rurale, dove gli ovini erano custoditi.
Con le ulteriori aggravanti del numero delle persone e di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In agro di Gagliano Castelferrato, nella notte fra il 16 ed il 17 marzo 2007.
TIRENNI Davide, CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe, SALATINO Angelo.
15) perché, con più azioni esecuzioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in più di tre persone, in concorso fra loro, si impossessavano di un autocarro, sottraendolo al proprietario.
Con l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa e per commettere il reato di cui al precedente punto 13).
Con l’aggravante, altresì, di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In Assoro il 15 marzo 2007.
CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe, PIRRONITTO Umberto, TIRENNI Davide, GAGLIANO Nunzio, SALATINO Angelo.
16) perché, con più azioni esecuzioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in più di tre persone , in concorso fra loro, SALATINO quale mandante gli altri quali esecutori materiali, si impossessavano di quattordici bovini, sottraendoli al prorpietario che li deteneva, all’interno di un terreno pertinenza di un’abitazione rurale, dove i bovini erano custoditi.
Con l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” consentendole di assicurare sostegno economico a favore di alcuni detenuti.
In agro di Nicosia, nella notte fra il 26 ed il 27 luglio 2007.
CAMMARATA Natale, DI FRANCO Giuseppe, TIRENNI Davide, GAGLIANO Nunzio.
17) perché, con più azioni esecuzioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in più di tre persone, in concorso fra loro e con PIRRONITTO Umberto, nei cui confronti si è proceduto separatamente, si impossessavano di dieci cavalli, sottraendoli al proprietario che li deteneva, all’interno di un terreno di pertinenza di un’abitazione rurale, dove i cavalli erano custoditi e dove si introducevano dopo aver divelto il recinto.
Con l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” assicurando il sostegno di alcuni detenuti.
In agro di Nissoria, nella notte fra il 6 ed il 7 agosto 2007.
PIRRONITTO Umberto, TIRENNI Davide, GAGLIANO Nunzio.
18) perché, in concorso tra loro –i primi due quali esecutori materiali il terzo fornendo una delle autovetture utilizzate per il furto- e con CAMMARATA Natale e DI FRANCO Giuseppe nei confronti dei quali si è proceduto separatamente e con altri soggetti non identificati, al fine di trarne profitto, si impossessavano, sottraendoli all’Enel s.p.a., di nr. 29 matasse di cavo elettrico del tipo a filo unico e di nr. 27 matasse di cavo elettrico del tipo intrecciato a sete, fili della lunghezza complessiva di metri 1800 e del complessivo peso di Kg. 1400 circa. Condotta consistita nell’avere materialmente sottratto i predetti cavi dalla linea elettrica aerea e nell’averli in parte caricati sull’autovettura Volkswagen Golf in uso al CAMMARATA Natale, ed in parte sistemati sopra un sollevatore in ferro e lungo la linea elettrica in attesa di essere caricati.
Con le aggravanti dell’essere stato commesso il fatto, con violenza sulle cose, nonché di aver profittato dell’orario notturno, circostanza di tempo tale da ostacolare la pubblica e privata difesa e di aver commesso il fatto su cose esposte alla pubblica fede.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, alla quale era destinato parte del profitto.
Fatti verificatisi la notte fra il 13 e il 14 settembre 2007 in c.da Mongiafora, agro di Leonforte.
D’AGOSTINO Vincenzo, SALATINO Angelo.
19) perché in concorso con altri, SALATINO quale concorrente morale, gli altri quali esecutori materiali, al fine di trarne profitto, si impossessavano, sottraendoli dalle linee elettriche aeree, all’Enel s.p.a. che li deteneva, cavi elettrici per un peso complessivo di Kg. 990 circa del valore di circa 6.000,00 euro.
Con l’aggravante dell’essere stato commesso il fatto con violenza sulle cose, nonché di aver profittato dell’orario notturno, circostanza di tempo tale da ostacolare la pubblica e privata difesa e di aver commesso il fatto su cose esposte alla pubblica fede.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto e per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, alla quale era destinato parte del profitto.
In Assoro, contrade Salito, Campo, Mandrerotonde, il 28 agosto 2007.
D’AGOSTINO Vincenzo, SCAMINACI Giovanni.
20) perché, in concorso con altri, al fine di trarne profitto, si impossessavano, sottraendoli dalle linee elettriche aeree, all’Enel s.p.a. che li deteneva, cavi elettrici per un peso complessivo di Kg. 1200 circa del valore di circa 5.200,00 euro. Con l’aggravante dell’essere stato commesso il fatto con violenza sulle cose, nonché di aver profittato dell’orario notturno, circostanza di tempo tale da ostacolare la pubblica e privata difesa e di aver commesso il fatto su cose esposte alla pubblica fede.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, alla quale era destinato parte del profitto.
In Agira, contrada Serre Tonde, il 30 gennaio 2008.
RUISI Domenico, D’ANGELO Gaetano Giovanni.
21) perché, con più azioni esecuzioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in più di tre persone, in concorso con altri, D’ANGELO quale mandante ed organizzatore, gli altri quali esecutori materiali, si impossessavano di quattro cavalli, sottraendoli ai proprietari che li detenevano, all’interno di un terreno pertinenza di un’abitazione rurale, dove i cavalli erano custoditi.
Con l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa.
Con l’aggravante di aver commesso per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” consentendole di assicurare sostegno economico a favore di alcuni detenuti.
In agro di Enna il 7 giugno 2007.
RUISI Domenico.
22) perché quale mandante, in concorso con altri in corso di identificazione, allo scopo di danneggiare nr. 3 autovetture in testate al medesimo proprietario ed in uso ai familiari dello stesso, appiccavano il fuoco ai predetti mezzi, cagionando un incendio nel quale veniva distrutta anche un’autovettura, parcheggiata in prossimità delle altre.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto profittando di circostanze di tempo (orario notturno) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.
In Valguarnera il 12 febbraio 2007.
DI FRANCO Giuseppe, CAMMARATA Natale, TIRENNI Davide, PIRRONITTO Umberto.
23) perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, in concorso fra loro, in più di tre persone, si impossessavano, di un fucile semiautomatico calibro 12 e di 1.500,00 euro in contanti –tagliando il portello di una cassaforte– sottraendoli al proprietario che li deteneva, all’interno della propria abitazione, nonché per avere illegalmente detenuto e protato in luogo pubblico il fucile di cui trattasi.
Con l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto profittando di condizioni di luogo e di tempo (trattandosi di zone rurali ed agendo di notte) che ostacolavano la pubblica e privata difesa.
Con l’aggravante di aver commesso per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” consentendole di assicurare sostegno economico a favore di alcuni detenuti.
In agro di Assoro il 18 e 19 agosto 2007.
FORTUNATO Emanuele.
24) per avere illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico il fucile di cui al precedente punto 23).
Con l’aggravante di aver commesso per favorire l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
In provincia di Enna, in epoca compresa tra il 18 ed il 19 agosto 2007 e il gennaio 2008.
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Nell’ambito dello stesso procedimento penale, sono stati emessi ulteriori 8 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti soggetti che, a diverso titolo hanno concorso nei reati di cui sopra, allo scopo di agevolare l’organizzazione mafiosa.
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Inoltre, a seguito delle perquisizioni eseguite, è stato tratto in arresto, in flagranza del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana, GAGLIANO Angelo, classe 83, figlio di Nunzio, di cui al precedente punto 18, poiché trovato in possesso di grammi 56 di detta sostanza.
Durante le perquisizioni operate sono stati rinvenuti anche due silenziatori e numerose cartucce.