ENNA: GIOVANI DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI CHIEDONO LA SCARCERAZIONE DI GIUSEPPE CAMERINO

Si sono imbavagliati per protesta e con striscioni e slogan come “Liberate Camerino”,  ieri mattina, un gruppo di giovani appartenenti al “Partito comunista dei lavoratori” provenienti dalla tutta la regione ha organizzato un sit-in davanti al tribunale, per chiedere la scarcerazione di Giuseppe Camerino, l’ex sindacalista dei Cobas che da anni protesta in modo eclatante per ottenere quello che lui definisce un suo diritto perchè sancito dalla Costituzione: il lavoro. L’ex sindacalista si trova in carcere per avere il 19 maggio scorso, forse a causa della lunga e snervante protesta sul tetto di Palazzo di città di Piazza Armerina, lanciato tegole in strada. Un imprudenza  che gli è costata cara in quanto gli uomini del commissariato di polizia armerino hanno messo fine alla sua contestazione arrestandolo con l’accusa di tentato omicidio, tentata estorsione, occupazione di edificio pubblico, manifestazione non autorizzata e danneggiamento aggravato. Chiediamo la scarcerazione immediata

 –dice Sergio Castiglione, portavoce regionale del Partito comunista dei lavoratori- di Giuseppe Camerino, un compagno che protesta da anni per il lavoro.
Riteniamo immotivato e rischioso l’arresto avvenuto alle sei di mattina di un mese fa con un bliz di otto persone come se fosse il peggiore mafioso. Così come ci sembrano esagerate tutte una serie di accuse tra le quali la tentata estorsione di un lavoro. Il lavoro è un diritto di tutti. Oggi  chiediamo con forza la scarcerazione –continua Castiglione- di Giuseppe perchè è una carcerazione forzata, una carcerazione politica di un disoccupato. Giuseppe Camerino è il simbolo di tanti giovani senza lavoro che fa emergere come la crisi del capitalismo stia portando alle estreme conseguenze il popolo. Facciamo appello –conclude Castiglione- a tutti i sindacati a tutti i lavoratori di sostenere Camerino in questa sua protesta. Speriamo oggi di averlo con noi nuovamente perchè la carcerazione di Giuseppe Camerino è un sequesto di Stato che non possiamo tollerare”.

Giacomo Lisacchi