Villarosa. Si è concluso in bellezza nella bibbliotica comunale il saggio di pianoforte degli allievi della maestra Pina Guarnieri. Intitolato “Bambini in concerto, ”il saggio –ha sottolineato la bravissima maestra che oltre ad essere una eccellente pianista molto apprezzata in provincia dirige anche il coro Santa Cecilia della chiesa Madre- ha voluto sottolineare come la musica possa essere un mezzo di crescita intellettuale ed emotiva per tanti ragazzi”. E’ stato uno spettacolo perfetto eseguito impeccabilmente, senza alcun errore. Una esibizione che ha lasciato il cuore segnato dall’emozione, riescendo a trasmettere allo spettatore una sensazione piacevole, coinvolgente, come una festa. Al saggio di pianoforte
hanno preso parte, sotto lo sguardo attento della loro insegnante e del pubblico presente, otto musicisti in erba, che hanno affrontato l’emozione del “palcoscenico” interpretando con sensibilità e talento brani di musica classica, contemporanea ed addirittura leggera. Hanno suonato Andrea Palermo, Paolo Vasco, Giovanni Laquatra, Barbara Ignaccolo, Giuliana Cammariere, Giuseppe e Roberta D’Angelo, Loris Abatino. Bambini dagli 8 agli 11 anni che si impegnano nello studio di uno strumento completo e complesso quale è il pianoforte, che nell’occasione si sono esibiti con dolcezza sia in brani da solista che a 4 mani con la loro insegnante. Nel corso della manifestazione Giuliana Cammariere ha suonato oltre brani al pianoforte anche due brani al violino. Dunque, un saggio di fine anno che è stato, per la qualità espressa dai giovani musicisti e per la varietà dei brani proposti, un vero e proprio concerto, espressione dell’impegno e della dedizione con cui la maestra Guarneri si pone come punto di riferimento nella formazione musicale a Villarosa. La maestra Pina Guarnieri nel ringraziare gli intervenuti ha ribadito come “lo studio di uno strumento sia propedeutico ad una crescita equilibrata e armoniosa e richiede un grosso impegno da parte dei bambini che devono coordinare molteplici attività mentali e fisiche”.
Pietro Lisacchi