“Il riordino del sistema sanitario regionale e, naturalmente, di quello provinciale pare sia alle battute conclusive ed i cambiamenti previsti potrebbero mutare per molti anni l’assetto organizzativo della sanità della nostra provincia. Come Cisl – dichiara Giuseppe Aleo, Segretario Generale della Cisl- ci proponiamo di contribuire, con la responsabilità che ci connota, alla riqualificazione del Servizio Sanitario nel nostro territorio, offrendo idee e proposte per l’interesse generale. In questa direzione abbiamo organizzato il 14 luglio un incontro-dibattito con soggetti qualificati e coinvolti nel processo di riordino, insieme ai massimi esponenti della Cisl siciliana”.
Per Rosanna Laplaca, segretario Cisl “ e’ doveroso ribadire che si sta attuando un riordino parziale e rispondente solo a logiche contabili che pare abbia come interesse prioritario quello di “chiudere” (è questa la definizione corretta nonostante i proclami) alcuni presidi ospedalieri nella fattispecie quelli di Leonforte e Piazza Armerina. Sarebbe stato più logico e corretto iniziare il riassetto dal territorio che rappresenta il luogo ove il bisogno sanitario origina e viene intercettato per assicurare la risposta di salute più appropriata filtrando anche il ricorso, spesso inadeguato ma comprensibile, all’ospedale.
Tutto questo dovrebbe passare inevitabilmente attraverso il coinvolgimento in un progetto organico dei medici di medicina generale, delle guardie mediche (non basta chiudere qualche presidio per razionalizzare il sistema), degli specialisti ambulatoriali passando per le case della salute, l’assistenza domiciliare integrata (ADI) e l’area della riabilitazione.”
“ E proprio riguardo alla riabilitazione – sostiene Salvatore Zappulla, Segretario generale Cisl Medici – è paradossale quello che è stato messo nero su bianco nel DA n.01150/09 del 15 Giugno del 2009 che assegna al privato tutti i 352 posti letto di riabilitazione spogliando di fatto le strutture pubbliche. E’ un primato che solo la provincia di Enna può vantare poiché nelle altre vi è stata una distribuzione tra pubblico e privato nel settore della riabilitazione ammortizzando di fatto la perdita dei posti letto per acuti.
Non risponde allo spirito della legge, e dei buoni propositi iniziali dell’Assessore Russo, il riordino del sistema “sanità”, affidando al privato il monopolio su una area medica di importanza cruciale e di ponte tra branche ospedaliere (neurologia,ortopedia,cardiologia ecc) e territorio.
Ci chiediamo – continua Salvatore Zappulla – perché è stato deciso di assegnare tutto al privato? Quale sarà il destino della UO di Fisioterapia dell’Umberto I° di Enna e del Centro Humanitas di Leonforte? Quali le sorti delle professionalità da anni impegnate nel settore? Sarà il privato sempre attento e disponibile alle richieste di salute anche quando contrasteranno con gli interessi economici?
Sorge il dubbio che le strutture pubbliche su menzionate siano state tenute a basso regime per anni volutamente,che il personale medico e paramedico sia stato centellinato proprio in vista di un progetto futuro di selvaggia privatizzazione.
“La rimodulazione della rete ospedaliera, prevedendo il riequilibrio dei posti letto dei vari presidi, distinti e assegnati per specialità, e territorializzando alcuni interventi sanitari, – continua Franco Arena, Segretario generale della Funzione Pubblica – provocherà certamente un eccesso di alcune professionalità e la carenza di altre che oggi operano nelle attuali strutture sanitarie. Come sindacato ci proponiamo, attraverso il censimento di tutti i profili professionali in organico, di proporre le dotazioni necessarie per l’attuazione del nuovo sistema di riordino sanitario e di vigilare affinché, attraverso accordi di mobilità, vengano tutelati tutti i lavoratori, nel rispetto di criteri oggettivi che tengano conto delle maggiore condizioni di disagio”.
Riteniamo non più procrastinabile – dice Vincenzo Canu, Segretario Generale della Federazione Pensionati- mettere in atto una metodologia seria di confronto, volto ad individuare i reali bisogni dei cittadini e le soluzioni più adeguate. E’ urgente, infatti, una pianificazione complessiva e puntuale degli interventi sul piano sociale e sanitario, per qualificare l’offerta sanitaria rivolta al territorio”.