In merito alle dichiarazioni rilasciate dai consiglieri comunali Di Pietro e Parisi relativamente alla bocciatura dell’azzeramento del gettone di presenza per la partecipazione alle riunioni consiliari e alle rispettive commissioni interviene il segretario comunale del PD Vittorio Di Gangi il quale afferma che la proposta avanzata dai due consiglieri è frutto di un’iniziativa personale e mai discussa in seno al gruppo consiliare e men che meno all’interno degli organi di partito. Il partito democratico a metà giugno, così come dichiarato sulla stampa dal segretario Di Gangi, si era impegnato a contrastare le presenze mordi e fuggi invitando tutti i consiglieri ad avere maggiore rispetto
per Sala d’Euno partecipando ai dibattiti politici che in esso sono programmati. Le proposte che alloro furono evidenziate, dichiara Di Gangi, erano sostanzialmente due: quella di modificare il regolamento del funzionamento del Consiglio comunale per evitare l’assenteismo, così come già proposta dal Presidente Gargaglione, e quella di prevedere un tetto massimo mensile da erogare ad ogni singolo consigliere per evitare che i costi della politica lievitassero oltremodo in virtù dell’entrata in vigore della legge regionale che ha trasformato il compenso per il consigliere comunale da indennità fissa a gettone di presenza. Il Partito democratico, successivamente, ha avviato un confronto con tutto il gruppo consiliare al quale però non hanno mai partecipato i Consiglieri Di Pietro e Parisi. Dal dibattito interno è scaturita fuori una posizione unanime che prevedeva la revisione del regolamento di funzionamento del Consiglio comunale così come di fatto è stata deliberata nella seduta del 5 agosto e la revisione della delibera consiliare che aveva approvato la trasformazione dell’indennità in gettone di presenza nel senso di liquidare il compenso, comunque nella misura massima prevista dalla vecchia normativa. Tutto questo perché si era constatato che con l’entrata in vigore della nuova legge regionale, che aveva come obiettivo quello di ridurre i costi della politica, i compensi corrisposti ad alcuni consiglieri si erano raddoppiati o addirittura triplicati. Considerato che come forza di governo di questa città sin dal primo anno di consiliatura, a causa della grave crisi finanziaria venutasi a determinare, la Giunta comunale prima e i consiglieri poi si erano ridotti l’indennità del 20%, sembrava assolutamente coerente ed in linea con le scelte intraprese contenere le spese entro limiti tollerabili e compatibili con le finanze comunali. Come hanno dimostrato alcuni mezzi di informazione non abitano nel partito democratico i consiglieri che hanno percepito i maggiori compensi, anzi il PD è la forza politica con la media più bassa di tutti i partiti. Dispiace francamente che i consiglieri Di Pietro e Parisi non abbiano partecipato al dibattito interno e non abbiano avanzato la loro proposta nella sede del partito. Dispiace ancor di più che abbiano invece ritenuto di avanzare autonomamente una proposta, palesemente demagogica, al consiglio comunale, ritenendola, presuntuosamente e arbitrariamente quella di tutto il partito. Che piaccia o non piaccia, fino a quando godono della fiducia di chi li ha eletti, la linea politica del partito democratico la rappresentano il segretario comunale e il capogruppo in consiglio comunale. Gli altri soggetti, seppur autorevoli, esprimono delle opinioni personali e come tali vanno considerate. Invito, pertanto, i consiglieri Di Pietro e Parisi a partecipare agli incontri di partito e/o di gruppo e di avanzare in quelle sedi le loro proposte. Magari se sufficientemente argomentate potranno essere condivise e sostenute dai tantissimi dirigenti liberi da qualsiasi condizionamento che compongono il partito democratico.
Infine Di Gangi conclude affermando che “comunque il partito democratico ha avuto il merito di avviare un dibattito sui costi della politica comunale che a confronto delle spese sostenute per il funzionamento della Giunta Provinciale sono noccioline. Eppure per la Provincia non si sente alcun “scrusciu”. Nonostante alcuni assessori abbiano dichiarato di voler azzerare le indennità per le varie cariche di sottogoverno, gli stessi continuano a percepire le laute indennità previste senza che però abbiano mai pensato di ridursele”.