Uno Storno (Sturnus vulgaris) inanellato al Lago di Pergusa il 27 dicembre 2005 dal dott. Cuti Natalino è stato ricatturato presso la stazione di inanellamento di Ocsa, a 35 chilometri da Budapest, in Ungheria il 4 luglio 2009. L’esemplare che al momento dell’inanellamento pesava 71,4 grammi e che risultava essere nato durante la stagione riproduttiva del 2005, ha percorso 1.159 chilometri fino al luogo della ricattura; gli inanellatori ungheresi dopo le nuove misurazioni biometriche e aver riscontrato l’ottima salute del volatile lo hanno liberato. Lo storno appartiene all’ordine dei passeriformi, ha un’apertura alare di 35-40 cm; durante il periodo estivo, gli adulti hanno il piumaggio di colore nero
con riflessi verdi e violetti, visibili soprattutto sulla testa e sul petto. Il becco è aguzzo e giallo, le zampe rossastre. Il piumaggio invernale è nero con le punte delle piume di colore chiaro, che danno un aspetto punteggiato di bianco; il becco è marrone scuro. È un uccello molto gregario e si riunisce in stormi che possono contare diverse centinaia di individui. Dopo aver trascorso l’intera giornata nei campi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di storni si dirigono verso i “dormitori”, costituiti da canneti o gruppi di alberi. Talvolta gli stormi di questi uccelli vengono attaccati dal falco pellegrino dal quale si difendono con straordinarie evoluzioni di gruppo che disorientano il predatore e che curiosamente ricordano le strategie difensive dei banchi di pesci.
I canneti del Lago di Pergusa sono dormitori preferiti dagli storni che all’imbrunire a partire da settembre, per tutto l’inverno, scelgono per il riposo notturno. Questa specie è originaria dell’Eurasia e dell’Africa settentrionale. Per quanto riguarda il flusso migratorio attraverso l’Italia, informazioni ottenute da diverse attività di inanellamento, dimostrano che il nostro Paese è raggiunto già a metà agosto dai primi individui provenienti dai quartieri di nidificazione dell’Europa centro settentrionale, ma il fenomeno migratorio più imponente, che interessa milioni di individui, si verifica tra l’inizio di ottobre e la fine di novembre. Da questo periodo fino a tutto gennaio, sono presenti in Italia contingenti di svernanti, mentre da metà febbraio a aprile si assiste al transito di migratori, che si sovrappongono ai nidificanti locali già intenti nelle attività riproduttive.
La notizia del ritrovamento è stato comunicata in questi giorni dal Centro Nazionale di Inanellamento dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a cui confluiscono tutti i dati rilevati durante le diverse attività di inanellamento. Grande soddisfazione è stata espressa dal prof. Bruno Massa, docente di Zooecologia e Biodiversità dell’Università di Palermo che da anni conduce l’attività di inanellamento a Pergusa avvalendosi oltre che di un valido staff di inanellatori, della collaborazione della dott.ssa Rosa Termine, biologo dell’Università di Enna Kore. Le ultime operazioni di inanellamento svoltesi il 31 luglio e il 1 agosto 2009 presso la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa hanno portato a risultati soddisfacenti; sono stati inanellati 104 uccelli appartenenti a varie specie; tra questi la Cannaiola e il Cannareccione, uccelli tipici del canneto, il Cardellino, la Capinera, la Passera sarda, la Passera mattugia, il Pendolino, la Rondine, l’Usignolo di fiume, l’Usignolo, il Merlo e il Torcicollo. Diversi bambini hanno assistito entusiasti all’inanellamento; queste operazioni consentono anche ai “non addetti ai lavori” di vedere da vicino piccoli uccelli che diversamente sarebbe difficile osservare. Il prossimo inanellamento verrà eseguito a fine agosto con la presenza del dott. Natalino Cuti. (Foto di Rosa Termine)