Lo scorso 26 maggio l’Assemblea del Consorzio Ato n. 5 ha proceduto ad aggiornare l’articolazione tariffaria del Servizio Idrico Integrato. I sindaci della provincia unitamente al Presidente Dr. Giuseppe Monaco hanno rivisto le tariffe che sono state aumentate in media del 10 per cento, più alto l’aumento del canone fognario pari all’11,11 per cento, mentre quello di depurazione è stato incrementato del 12 per cento. Di tenore diverso, e non si capisce per quale motivo, l’aumento della quota fissa incrementata del 125 per cento per le utenze dei residenti, del 100 per cento per quelle dei non residenti e addirittura del 150 per cento per le altre tipologie di utenze
fra le quali quelle di artigiani e commercianti.
La quota fissa, così determinata, agisce come ulteriore leva d’incremento sul costo del prezioso liquido, infatti, per un consumo ipotetico di 250 MC annui l’aumento in media è pari al 19,80 per cento.
Il rincaro delle tariffe è stato comunicato agli utenti attraverso una lettera a firma del Presidente Monaco che nella qualità di presidente dell’Ato idrico, garante della qualità del servizio, fra l’altro, ha invitato “gli utenti a pagare puntualmente i consumi fatturati”.
In termini di tariffe agevolate, si fa per dire, sono state previste due nuove tipologie di utenze quella delle “famiglie numerose” con più di 5 componenti, più che altro famiglie numerosissime, e quella cosiddetta delle “utenze deboli”.
Nel primo caso ipotizzando un consumo annuo di 250 MC l’aumento c’è sempre e rispetto alle vecchie tariffe è pari al 14,68 per cento, nel secondo caso, per la stessa quantità di consumo, la percentuale dell’incremento è pari al 5,89 per cento, solo in questo caso l’incremento risulta contenuto, ma il trucco c’è e la sorpresa viene fuori quando proviamo a comprendere come funziona l’agevolazione.
Le utenze cosiddette deboli sono agevolate attraverso la quota fissa pari a 20 euro l’anno e l’esonero totale della prima fascia di consumo fino a 44 MC.
Il regolamento delle tariffe idriche per le utenze deboli prevede che per avere diritto all’agevolazione bisogna avere un Indicatore della Situazione Economica Equivalente non superiore a € 9000,00 da presentare al sindaco del comune di residenza entro il 30 settembre, per l’anno corrente, ed entro il 31 gennaio di ogni anno a partire dal 2010.
Lo stesso regolamento però prevede un pesante limite che rende la misura una farsa e praticamente inconsistente soprattutto se relazionata al tessuto socio-economico del territorio, che evidentemente sfugge ai sindaci ed al Presidente Monaco, infatti, è stato deciso che le utenze agevolate non potranno superare il 5 per cento degli utenti residenti nel comune di appartenenza e a livello provinciale il totale delle agevolazioni non può superare le 3.415 utenze.
Aria fritta se consideriamo che nel 2008 L’Inps su Enna ha rilasciato ben 3.720 attestazioni Isee a zero euro e sono state oltre 30.000 quelle con un valore compreso fra zero e 9.000,00 euro.
Un esercito di utenti, pur possedendo i requisiti previsti, se il provvedimento non sarà cambiato, non potrà usufruire del beneficio.
Ci preoccupa il silenzio di molte Amministrazioni Comunali che ad oggi non stanno pubblicizzando la norma ed i relativi termini di scadenza, fra l’altro l’Ato Idrico n.5 è l’unico in Sicilia a non disporre di un sito internet in barba alla trasparenza degli atti amministrativi che, come sancito dalle Leggi regionali 22/08 e 6/09, andrebbero resi noti nei rispettivi siti istituzionali.
Se le nostre previsioni sono corrette le richieste di agevolazione saranno superiori almeno del 600 per cento; a quel punto, quale sarà il criterio che le Amministrazioni Comunali adotteranno per riconoscere l’agevolazione ai propri utenti?
Come Cgil faremo di tutto per informare i cittadini offrendo tutta l’assistenza necessaria per produrre l’istanza che va inoltrata presso le Amministrazioni Comunali entro il prossimo 30 settembre, auspicando che queste ultime possano ravvedersi ed intervenire “concretamente” operando scelte di contenimento delle tariffe in grado di aiutare realmente i cittadini deboli della provincia.
L’acqua, come fonte primaria di vita, costituisce uno dei diritti, cosiddetti, irrinunciabili che come Organizzazione sindacale, ormai da tempo, siamo impegnati a tutelare un bene prezioso che va preservato, in primo luogo, incentivandone il risparmio.
Ad Enna,ci dispiace constatarlo, un altro pesante limite della nuova tariffazione è quello di disincentivare i bassi consumi perché meno acqua si consuma e più si paga una sgradevole sorpresa per gli oltre 10.000 nuclei ennesi costituiti da una sola unità che per volumi di consumi bassi tra 50 e 100 MC annui, a partire dal 2009, subiscono un aumento compreso tra il 28,22 per cento ed il 43,21 per cento per loro sarebbe auspicabile che la prima fascia di consumo venisse allargata.