Il Centro studi “Antonio Romano” sul piede di guerra per il bando di gara pubblicato dall’Ato rifiuti Enna Euno per il recupero della tariffa di igiene ambientale (Tia) per il triennio 2004, 2005 e 2006. Bando che viene contestato dal Centro studi per illegittimità in quanto l’appalto prevede l’affidamento, ai sensi dell’art. 52, comma 5, lettera b) del D. Lgs. n. 446/1997. Secondo il presidente Mario Orlando, che in questi giorni sta allertando tutti i comitati e le associazioni della provincia di Enna e di tutta la Sicilia che da quattro anni si stanno battendo per il caro bollette rifiuti, “le disposizioni indicate nel decreto legislativo cui fa riferimento l’Ato Enna Euno hanno come destinatari
solo i Comuni e le Province. “Non si riferisce –dice Orlando- nemmeno a tutti gli enti locali, fra cui comunque non sono incluse le autorità d’ambito. Dunque, con questo bando l’Ato Enna Euno continua imperterrito a violare le leggi dello Stato e le relative sentenze di merito che vanno dalle commissioni tributarie provinciali e regionali, alle sei sentenze del Tar, a quella del Cga e alla recente sentenza del 24 luglio 2009 n. 238 della Corte Costituzionale. Infatti, la sentenza della Corte Costituzionale –sottolinea Orlando- recita che “per una corretta valutazione della natura della tariffa di igiene ambientale (Tia), è invece opportuno muovere dalla constatazione che tale prelievo, pur essendo diretto a sostituire la Tarsu, è disciplinato in modo analogo a detta tassa, la cui natura tributaria non è mai stata posta in dubbio né dalla dottrina né dalla giurisprudenza. Non può negarsi, infatti, che sia per la Tarsu che per la Tia il soggetto attivo del prelievo è il Comune; e ciò anche nel caso in cui il regolamento comunale affidi a terzi l’accertamento e la riscossione dei due prelievi e la relativa legittimazione a stare in giudizio”. Non solo. In premessa, nel capitalato d’oneri –continua Orlando- l’Ato, tra gli altri, cita anche l’ordinanza del Commissario Delegato per l’emergenza rifiuti dell’8 agosto 2003, n.885, nella quale stabiliva che la Tia era determinata ed apparovata dagli Ato ed applicata e riscossa dai soggetti affidari. Ordinanza che è stata impugnata dal Commissario di Stato bollandola come incostituzionale”. Intanto, il bando prevede che l’importo presunto da recuperare in tutti i venti comuni della provincia è di 1.542.500 euro, oltre Iva. Iva che secondo la recente sentenza della Corte Costituzionale è estranea nei prelievi della Tia. La scadenza per le recezioni delle offerte da parte delle imprese è fissata per il 29 settembre prossimo, mentre la celebrazione della gara è fissata per l’indomani presso l’ufficio amministrativo della stessa società d’ambito. Il criterio di aggiudicazione è l’offerta economicamente più vantaggiosa sull’aggio a base di gara del 25% applicato all’introito che si stima di conseguire per il recupero della evasione/elusione.
Giacomo Lisacchi