Il Comune concede e il nucleo operativo provinciale del Corpo forestale pone sotto sequestro. Ma chi ci crederebbe? Eppure è proprio così. Il Corpo forestale è intervenuto in via Santuario di Papardura a causa di uno sbancamento di suolo pubblico. Lo sbancamento pare sia stato autorizzato con regolare concessione dal Comune a un privato cittadino per il posizionamento di una baracca. “Un paradosso –dice Francesco Madonia che abita a qualche decina di metri-. Dopo il parco giochi progettato e costruito antistante l’entrata del santuario di Papardura, assistiamo all’ennesima ulteriore ferita ad uno dei quartieri più importanti della città per interesse storico, ambientale e religioso.
E’ stata approvata con delibera comunale, a titolo gratuito, la rimozione di una notevole quantità di terra e roccia dal piazzale Papardura a fianco del Santuario per la realizzazione, su suolo pubblico, di una fantomatica baracca ad uso deposito attrezzi. Ci sfugge –sostiene Madonia- la logica di tutto ciò. La coscienza civica ci impone di denunciare quanto sta accadendo nell’interesse del bene collettivo, superiore all’interesse di parte”. “Il quartiere di Papardura sembra condannato all’abbandono” –denuncia ancora Madonia, che ci invita a fare un giro della zona dove assistiamo ad una delle vergogne di cui purtroppo Enna fa bella mostra, ma ne raccoglie in gran percentuale tutti i paradossi. Papardura, infatti, è il classico esempio di opere lasciate a metà, ormai tipiche in questa città. “Installati anni fa a terra decine di faretti –ci dice Madonia mostrandoceli- per illuminare le stazioni in mosaico della lunga via Crucis, il grande abbeveratorio di interesse storico e le vasche quadrate, utili una volta al lavaggio dei panni, non solo non sono stati mai messi in funzione, ma oggi sono rovinosamente fuori uso”. Infatti, quello che una volta doveva essere un signor impianto, oggi è il risultato della politica dell’incuria e dell’abbandono. A colpire per le pessime condizioni in cui versa tutta la zona sono anche l’abbeveratoio, le vasche, il parco giochi e alcune stazioni della via crucis piene di erbacce alte e segni di evidente degrado e abbandono. “Non si capisce per quale motivo –sottolinea ancora Madonia- un quartiere che vanta una chiesa di grande valore artistico, molta ambita dalle giovani coppie per sposarsi, sia stato abbandonato offrendo un così desolante spettacolo non solo ai cittadini ennesi, ma anche ai turisti”. A completare questo quadro desolante, c’è la strada malridotta di competenza della provincia (un turista agrigentino, ci racconta Madonia, qualche mese fa è caduto dentro una buca ai bordi della strada ricoperta di erbacce) e l’impianto di raccolta delle acque fognarie a fianco la chiesa “da dove fuoriesce –asserisce Madonia- a seconda di come soffia il vento, un olezzo nauseabondo”.
Giacomo Lisacchi