Ieri si è tenuta una proficua riunione dell’area Franceschini – Lupo, in vista dell’appuntamento congressuale che inizierà venerdì prossimo, a presiedere l’incontro è stato il coordinatore provinciale della mozione Franceschini, Paolo Gargaglione. Questo primo congresso fondativo ci offre un’occasione storica, che se saremo capaci di saperla cogliere ci consentirà finalmente di affermare con convinzione le ragioni politiche che hanno dato vita a questo grande partito riformista. Auspichiamo un congresso privo di personalismi e pieno di contenuti, dove si possano confrontare idee e programmi, ed alla fine non ci dovranno essere vincitori e vinti, ma la conferma
di una linea politica chiara ed univoca in modo da renderla facilmente comprensibile ai nostri cittadini.
Avvertiamo la necessità di una nuova e più funzionale organizzazione del partito; riteniamo essenziale la funzione dei circoli che dovranno diventare la sede naturale dove l’iscritto, il simpatizzante ha la possibilità di dibattere, confrontarsi e perché no avanzare proposte sulle diverse problematiche, questo ovviamente presuppone una partecipazione attiva dei tesserati.
Solo in questo modo potremo recuperare e riavvicinare molta gente che si è allontanata, e trasformare la sede di partito in scuola politica, essenziale per selezionare e formare la nuova classe dirigente, che necessita agli occhi dell’opinione pubblica di un nuovo prestigio.
In questo senso noi intendiamo radicare il partito nel territorio, non ci appassiona invece il partito delle tessere.
Altro argomento da affrontare è il tema delle alleanze, rievocare la stagione dell’Ulivo così come fa la mozione Bersani, che su questo punto non solo la riteniamo conservativa ma si pone in antitesi rispetto al progetto originario del PD, non ci sembra la strada giusta, anche perché il PD nasce proprio dalle macerie dell’Ulivo e dalla seconda caduta del governo Prodi.
Pur consapevoli che l’ipotesi di un sistema politico bipartitico nel nostro Paese stenta ad affermarsi, quando si parla di alleanze dobbiamo essere avveduti e prudenti, (Prodi docet), infatti per governare con stabilità e coerenza non è sufficiente mettere insieme il 50% più 1 delle forze in campo, ma il requisito principale deve essere l’omogeneità sul piano programmatico.
Un altro punto fermo su cui saremo intransigenti è il rispetto delle regole, a partire da quelle interne al partito, non sarà più tollerabile il comportamento di chi pur essendo iscritto al Partito possa in maniera indisturbata oltraggiare e denigrare l’immagine e l’azione politico-amministrativa di un’intera classe dirigente.
Un atteggiamento che ha nuociuto pesantemente sull’esito delle elezioni provinciali e se non correggeremo il tiro potrà compromettere il risultato delle prossime elezioni amministrative comunali.
In questi anni abbiamo avuto la grande capacità di demolire giorno dopo giorno quanto di buono si era costruito, evidenziando alla pubblica opinione esclusivamente le cose non fatte, è giunto il momento di porre fine a questo stillicidio.
Riteniamo che il momento più difficile sia alle nostre spalle, guardiamo il futuro con moderato ottimismo, ci sono le condizioni per recuperare terreno e poterci presentare competitivi ai prossimi appuntamenti elettorali, ovviamente molto dipenderà da noi e da quanti credono veramente nel progetto politico del PD.