Petizione al Presidente della Repubblica per difendere la categoria dei restauratori, ai sensi dell’art. 9 della Costituzione. Si appellano al Presidente della Repubblica circa 20.000 lavoratori, di cui 300 in provincia di Enna, i quali operano quotidianamente negli interventi di conservazione e restauro del patrimonio culturale italiano. Il settore ha possibilità di sviluppo che, purtroppo, non possono essere soddisfatte da un insufficiente numero di diplomati, solo 1000, usciti dalle scuole di alta formazione dal 1944. Serve personale specializzato, da ricercare anche fra quanti operano nel settore spesso in condizioni di sfruttamento, precarietà e ricattabilità, anche a rischio della propria salute e sicurezza.
Mettere una firma in segno di solidarietà: ciò che ti chiede Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, che hanno promosso a livello nazionale l’iniziativa.
Rivalutare i criteri di selezione per l’accesso alla prova, e più in generale rivedere il sistema di documentazione dei titoli, vuol dire garantire il mantenimento nel settore delle risorse umane fino ad oggi coinvolte.
Purtroppo, dopo anni di attesa, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha emanato il Regolamento recante la disciplina delle modalità per lo svolgimento della prova di idoneità utile all’acquisizione della qualifica di Restauratore dei Beni Culturali nonché della qualifica di Collaboratore dei Beni Culturali in attuazione dell’art. 182 del D.Lgs n° 63/2008 (Decreto n° 53/2009 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 maggio 2009 – serie generale n° 121).
L’iscrizione alla prova d’idoneità è stata vincolata alla presentazione di requisiti sostanzialmente impossibili da recuperare per i lavoratori.
Il risultato di tale impostazione è che decine di migliaia di lavoratori, di cui almeno 300 in provincia di Enna, verranno escluse dalla possibilità di accedere alla prova finalizzata all’acquisizione in via definitiva del titolo di restauratore pur avendo, di fatto, svolto questo ruolo fino ad oggi, con gravissime ripercussioni per il loro futuro lavorativo.
La precarietà eletta a sistema.
Tale condizione viene mascherata da un ricorso esasperato a forme contrattuali atipiche e di lavoro autonomo (partite Iva), indipendentemente dalla volontà del lavoratore, e nascondendo in molti casi forme di lavoro subordinato vero e proprio, con elusione dell’applicazione del contratto collettivo di lavoro.
In tale contesto la Fillea-Cgil di Enna ha organizzato per giorno 21 prossimo la raccolta di firme davanti ai cancelli di uno dei beni culturali più visitati in Italia, che è la Villa Imperiale di Piazza Armerina. Pertanto dalle ore 10 alle 13 sarà lì presente la Segreteria Provinciale e il Segretario Regionale Franco Tarantino.
L’invito è rivolto ai lavoratori del Restauro e ai visitatori per firmare la petizione al Presidente della Repubblica, garante della nostra Costituzione, affinché richiami gli organi competenti ad una assunzione di responsabilità nei confronti del Patrimonio Culturale del nostro Paese e, soprattutto, nei confronti dei lavoratori che preservano quel Patrimonio, invitando il Ministero per i Beni e le Attività Culturali a rivedere i criteri di selezione per l’accesso alla prova d’idoneità, e più in generale di rivedere il sistema di valutazione della documentazione dei titoli, la cui validità è indispensabile per operare nel settore.E’ inoltre possibile firmare la petizione on-line, sui siti dei tre sindacati o nelle sedi sindacali in tutta Italia.