A Enna la battaglia all’interno del Partito democratico si combatte anche…. facendo rispettare le regole. E tra un invito a rispettare appunto le regole e una istanza presentata alla Commissione regionale di garanzia il congresso comunale non si svolgerà più in tre giorni, secondo quanto previsto dal calendario di convocazione del segretario Vittorio Di Gangi, ma subirà un vistoso mutamento dove vedrà venerdì 18 settembre apertura del congresso e illustrazione delle mozioni e solo domenica 20 settembre l’insediamento dei seggi elettorali e inizio operazioni di voto dalle 16 alle 22 per l’elezione dei delegati alla convenzione provinciale. Salta, in definitiva, il sabato.
“Il segretario cittadino, Vittorio Di Gangi –dice la rappresentante della mozione Lumia, Rosalinda Campanile-, sostenitore della mozione Bersani-Mattarella, aveva previsto una votazione di ben diciotto ore spezzata in due giornate, affigendo pure manifesti e inviando email ed sms, nostante era stato invitato ad attenersi al regolamento che prevedeva una votazione da svolgersi entro massimo sei ore consecutive. Dopo una riunione in cui ha partecipato Gravina, rappresentante della mozione Bersani, si è rifiutato di volere rivedere il calendario abusivamente previsto per cui ho presentato istanza alla Commissione regionale di garanzia, che ha invitato la dirigenza ennese ad attenersi alle regole. E’ il caso di usare un antico proverbio che diceva “l’arroganza andò a cavallo e tornò a piedi” –sottolinea ancora Campanile-, proprio così è finita al famigerato gruppo dirigente ennese del Pd, sostenitore accanito della mozione Bersani-Mattarella, che credendo di potere calpestare le regole congressuali, come è solito fare in ogni circostanza e occasione, ha dovuto, per una volta, piegarsi alle regole. Fa sorridere la motivazione messa in campo da Gravina di volere dare spazio alla libertà di voto degli iscritti, che in sei ore, e distribuiti in più seggi, hanno la possibilità di votare ed esprimere la loro facoltà di voto, mentre sono state previste solo tre ore per un dibattito che dovrebbe coinvolgere circa mille iscritti. Fa riflettere, invece, -conclude Campanile- la volontà del segretario, Di Gangi, di prevedere un seggio elettorale al “64 Room”, che è il luogo della mensa universitaria e tale dovrebbe rimanere, spazio dei giovani e per i giovani senza commistioni con la politica locale e con le vicende del partito, che dovrebbero invece essere trattate, più opportunamente, nelle apposite sedi di partito”.
Giacomo Lisacchi