L’amministrazione Monaco fa sul serio e porta domani (lunedì) in Consilgio provinciale, fra i vari punti all’ordine del giorno, con il supporto giuridico, la delibera per escludere la propria partecipazione azionaria da Sicilia Ambiente. La provincia regionale detiene, con 31.200 azioni dal valore nominale di 250.224, il 12,50% dell’intero pacchetto azionario. L’azione intrapresa dall’Amministrazione provinciale rientra tra i primi punti del programma elettorale del presidente Monaco ed inoltre corrisponde ad una precisa normativa di legge (Finanziaria 2008 legge 244/2007) sulla liberalizzazione dei servizi locali che darebbe la possibilità agli enti territoriali di uscire da gestioni simili.
La normativa prevede che gli enti non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessari per il proseguimento delle proprie finalità istituzionali nè assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni anche di minoranza in tale società. “Mi appello a tutte le forze della coalizione –dice il presidente Pippo Monaco- che mi hanno sotenuto sulla base del mio programma elettorale a trovare l’unità e la compattezza necessaria per lavorare per il bene comune. Abbiamo ottenuto la fiducia degli elettori e quindi bisogna tenere fede all’impegno assunto, per un programma che proprio al primo punto portava la riduzione dei costi della politica e la razionalizzazione delle società partecipate. Nel rispetto dei ruoli e della legge invito anche l’opposizione ad assumere un atteggiamento costruttivo nell’interesse della provincia”. Come mai, visto che c’era la volontà di uscire da Sicilia Ambiente, la provincia qualche mese fa ha indicato un suo rappresentante in Cda? “In un momento particolare –spiega Monaco- e di vuoto istituzionale della società assieme alle tutte le forze politiche la provincia non si è voluta sottrarre alle sue responsabilità indicando un suo componente. Tuttavia, nulla ha che vedere con la necessità di cedere il pacchetto azionario dal quale non vi sarà nessuna recrudescenza sul mantenimento del livello occupazionale”. “Si tratta di una proposta di delibera –sottolinea invece l’assessore alle partecipate, Ilaria Di Simone- che già la giunta aveva portato avanti e che poi si era bloccata nell’attesa che si definissero i termini dell’attuazione della normativa di legge continuamente differiti. Intanto, è necessario avviare l’iter anche perchè la delibera, con il parere del dirigente del Settore VIII-Ambiente, che non ravvisa nessun fattore ostativo alla volonta dell’Amministrazione di cedere l’intero pacchetto azionario sulla società Sicilia Ambiente, una volta approvata dal Consiglio provinciale deve essere inviata alla Corte dei Conti per evitare che si possa configurare un danno erariale. Ciò non significa che contemporaneamente avviene la dismissione del pacco azionario, cosa che deve essere fatta con una procedura ad evidenza pubblica”. Assessore Di Simone, perchè si inizia da Sicilia Ambiente? “Cominciamo dal dire che il peso delle società partecipate sull’ente provincia è notevole. Si spende circa un milione di euro. E’ vero che non c’è un costo diretto per Sicilia Ambiente però si tratta di una società che presenta delle criticità. E poi l’oggetto sociale della società che riguarda essenzialmente la gestione e la raccolta dei rifiuti solidi urbani non rientrano tra le finalità istituzionali della provincia”.
Giacomo Lisacchi