LA CIA DI ENNA AVVIA LA MOBILITAZIONE DEL SETTORE AGRICOLO

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Stato di mobilitazione, con iniziative sul territorio, non esclusa una manifestazione di carattere regionale, un fermo invito per un impegno unitario con le altre Organizzazioni agricole per azioni comuni, proprio per un maggior sostegno ai produttori. Queste le decisioni cui è giunta la Direzione Provinciale della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori di Enna ( che ha approvato all’unanimità la relazione del presidente Francesco Salamone) davanti alla profonda crisi che sta vivendo l’agricoltura ennese. Per tutti settori è, infatti, “allarme rosso”. I prezzi sui campi sono sempre più in caduta libera e i costi produttivi e contributivi hanno toccato livelli non più sostenibili. Uno scenario alquanto preoccupante.

 E ciò è confermato anche dall’allarmante andamento del valore aggiunto agricolo che, secondo gli ultimi dati dell’Istat in merito al Prodotto interno lordo, è diminuito, sotto il profilo tendenziale, del 3,5 per cento.
Le imprese agricole, ogni giorno di più, perdono competitività sui mercati, mentre i produttori vedono ridurre i propri redditi e aumentare gli ostacoli che impediscono di sviluppare una valida attività imprenditoriale. Il crollo dei prezzi praticati sui campi è l’elemento di maggiore preoccupazione.
Un panorama reso ancora più complesso dalla mancanza di una politica mirata a sostegno dell’agricoltura. Le risposte del governo e della maggioranza per fronteggiare queste situazioni di crisi restano molto parziali, assai riduttive o sbagliate. Pochi e totalmente insufficienti sono i provvedimenti approvati in questi ultimi mesi. Nessuna misura è riuscita ad incidere positivamente sull’imprenditoria agricola.
Un elemento destabilizzante è caratterizzato, in particolare, dalla mancanza del finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. Le tante, troppe promesse del governo sono rimaste, purtroppo, tali. E questo, oltre a provocare malessere e allarme tra i produttori agricoli, ha costretto molti di essi a stipulare polizze con le assicurazioni a costi praticamente triplicati rispetto a quelli dello scorso anno, quando c’era la copertura da parte del Fondo.
Attualmente anche le prospettive future sono molto incerte. Davanti ad una Pac i cui interventi si vanno sempre più assottigliando e ad un contesto internazionale difficile e ad un negoziato Wto che non riesce a decollare, non si è promossa una strategia capace di ridare vigore alle imprese agricole. Continua a mancare una vera politica per l’agricoltura, La stessa manovra economica per il prossimo anno, che il governo si appresta a varare, rischia di non contenere gli elementi necessari per dare slancio al settore primario.
Le imprese agricole mostrano una strutturale difficoltà a recuperare margini di efficienza ed a produrre reddito da destinare ai consumi, all’innovazione ed agli investimenti. Pesano ed aggravano questa situazione, da un lato, l’aumento del costo del denaro e le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese, dall’altro, le anomalie ed il malfunzionamento del mercato, un rapporto di filiera frammentato e, in molti casi, inesistente, e un’interprofessione che non riesce a decollare.
La Direzione Provinciale della Cia ribadisce che nell’applicazione dei Piani di sviluppo rurale si continuano a registrare, da parte della Regione, notevoli ritardi ed evidenti squilibri a danno dell’agricoltura, mentre l’accordo sull’art. 68 resta insufficiente per rispondere alle esigenze delle imprese agricole. Non solo. Il Fas, Fondo per le aree sottoutilizzate, è stato ridotto e così l’agricoltura perde un’ulteriore fonte di finanziamento.
La Direzione della Cia ricorda alcune delle misure da adottare per ridare fiato alle imprese agricole in affanno: estensione a tutte le attività agricole e zootecniche dell’accisa zero per il gasolio; riduzione al 4 per cento dell’aliquota Iva sui carburanti utilizzati nelle attività agricole a tutto il 2010; la riduzione del 50 per cento delle aliquote Iva relative sia all’acquisto dei beni e servizi necessari allo svolgimento dell’attività agricola; fissazione al 4 per cento dell’Iva sulle nuove strutture realizzate nell’ambito del Piani di sviluppo rurale.
E’, inoltre necessario sostenere Aziende che “guardino avanti”, con priorità agli investimenti che mirano all’aggregazione dell’offerta ed alla stipula di accordi interprofessionali. Allo stesso tempo è fondamentale favorire l’accesso al credito e la ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole anche con la trasformazione del debito con gli istituti bancari dal breve a medio e lungo termine.
Bisogna anche aumentare la dotazione finanziaria per il credito d’imposta per l’imprenditoria giovane, raddoppiando i massimali per ogni singolo intervento e occorre introdurre agevolazioni contributive e tributarie per le imprese agricole colpite da crisi di mercato.
Appare, infine, sostiene il Presidente Francesco Salamone, sempre più necessario un impegno unitario del mondo agricolo, superando inutili divisioni e contrapposizioni e sviluppando iniziative comuni proprio per rendere più forte l’azione a sostegno dei produttori.