PD ENNA VERSO LE PRIMARIE DEL 25 OTTOBRE. PRESENTATA LA MOZIONE FRANCESCHINI-LUPO

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In un auditorium che ha accolto per l’occasione oltre 400 cittadini, iscritti e non al Pd, alla presenza di rappresentanti di sindacati ed associazioni, è stata presentata ieri la mozione a sostegno della candidatura di Dario Franceschini a Segretario nazionale e di Giuseppe Lupo a Segretario regionale del PD. Tra gli interventi, Paolo Gargaglione, coordinatore provinciale della mozione, Giuseppe Arena, Segretario provinciale del partito, Elio Galvagno e Salvatore Termine, deputati regionali del Pd, oltre a Giuseppe Lupo e Giovanna Melandri, che hanno concluso i lavori di “un’iniziativa che vuole essere – dicono gli organizzatori – lo start up di un processo politico aperto,

 che avrà come protagonisti i cittadini e il territorio“.Ha introdotto i lavori Elio Galvagno, deputato regionale del Pd, che ha illustrato le ragioni che lo hanno portato ad aderire alla mozione Franceschini. “La mozione Franceschini – Lupo – ha detto Galvagno – ha il merito di proporre un partito aperto e non della nomenclatura, che cerchi un coinvolgimento attivo e costante degli elettori che negli ultimi due anni hanno creduto nel Partito Democratico e dal quale vogliono continuare ad essere rappresentati. Un partito capace – secondo Galvagno – di unire anime diverse e di tracciare una linea unitaria sia a livello nazionale che europeo, in cui tutti abbiano uguale diritto di cittadinanza, senza nostalgiche ed antistoriche tentazioni di ritorno al passato, che tradirebbero lo spirito che ha dato vita al Pd”. Poi, sulla Sicilia, Galvagno ha espresso un particolare apprezzamento su Giusepppe Lupo, giovane deputato regionale che si candida alla guida del Pd siciliano, ribadendo la necessità di riportare al centro dell’agenda politica del partito il mezzogiorno, aprendo una vera e propria “vertenza Sicilia”.

Tra gli interventi quello di Salvatore Termine, che ha ribadito la necessità di una mobilità delle idee, che esca da schemi di appartenenza cristalizzati, e sia in grado di interpretare i mutamenti della contemporaneità. “Pensammo alla nascita del Partito Democratico come il contributo che dall’Italia può venire a ripensare il campo delle forze progressiste in Europa. Proprio il voto delle elezioni europee, che ha visto nella generalità dei paesi europei le forze socialdemocratiche raccogliere un consenso inferiore a quello ottenuto negli anni scorsi, e il voto tedesco di qualche giorno fa, sottolinea ancora di più questa esigenza. Ancora di più oggi siamo dentro uno scenario europeo che richiede una innovazione grande, capace di ridisegnare un campo di forze progressiste e democratiche, che unisca anche sul piano europeo le diverse culture riformiste”.

Completo e articolato è stato l’intervento dello stesso Giuseppe Lupo, che ha tracciato a grandi linee il contenuto della sua mozione. “Il Pd deve individuare come priorità assoluta la questione meridionale – ha detto Lupo – perché senza accorciare la forbice con le aree più ricche non ci può essere crescita e sviluppo per l’intera nazione”. Fiducia, regole, uguaglianza, merito e qualità le parole chiave usate da Lupo nel suo intervento, come “ricetta” per uscire dalla crisi.

Le conclusioni sono state affidate a Giovanna Melandri, deputata del Pd, che ha puntato “sull’dea di  partito che vogliamo costruire”. “Essere un partito strutturato e radicato – ha detto – non significa affatto essere un partito autoreferenziale. Anche perché c’è una domanda di partecipazione alla politica a cui si devono offrire strumenti e opportunità per esprimersi. Per questo l’esperienza delle primarie va guardata con favore, liberandosi di timori, sufficienza, chiusure ingiustificate. Sono le primarie che hanno consentito a tanti cittadini italiani di incontrare la politica, di essere partecipi di decisioni che riguardano la loro vita e di concorrerne alle scelte. Il PD – ha concluso Melandri – ha bisogno di darsi un’organizzazione molto più capace di stare nella società dinamica e fluida di oggi: nella formazione delle sue volontà e delle sue decisioni, nell’utilizzo delle tecnologie di comunicazione, nella formazione dei suoi gruppi dirigenti, definendo tempi massimi per i mandati elettivi, promuovendo un ricambio di classi dirigenti più frequente, aprendosi alla società e alle sue energie”.

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