LA CIA DI ENNA GIUDICA NON ADEGUATI GLI INTERVENTI PREVISTI PER IL SETTORE CEREALICOLO

I provvedimenti annunciati dal Governo regionale non garantiscono le aziende e non danno certezze future. Bene l’ammasso del grano, ma da solo non risolve la grave crisi del settore. Ok all’ipotesi di una DOP, occorrono, però, altri interventi concreti per superare l’emergenza. Sono interventi insufficienti che non garantiscono un valido sostegno alle imprese cerealicole che stanno vivendo una fase di grande emergenza. Resta, comunque, positivo l’ipotesi di rientro della misura relativa all’ammasso privato del grano. Questo il commento di Francesco Salamone Presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori di Enna ai provvedimenti decisi a Palermo.

 Le risorse stanziate -avverte la Cia- non sono di certo in grado di ridare slancio e vigore ai produttori che, in questi ultimi anni, sono stati costretti a confrontarsi con una realtà economica e produttiva estremamente difficile, soprattutto nelle aree tradizionalmente vocate come Valguarnera e Pietraperzia. Produttori che stanno, purtroppo, producendo sotto costo, considerati i pesanti oneri produttivi, contributivi e burocratici e la diminuzione progressiva del prezzo del grano.
D’altronde, la parte sostanziosa dei finanziamenti previsti dall’Ue -sottolinea la Cia- andrà a coprire le spese per l’ammasso già previsto di numerosi prodotti e, quindi, gli interventi diretti alle imprese cerealicole potrebbero rilevarsi estremamente esigui.
L’Ue, vista la gravità del settore, deve mettere all’ordine del giorno la costituzione di un vero e proprio “enveloppe finanziario” per attuare nel concreto -sostiene la Cia- una serie di misure che consentano alla cerealicoltura siciliana di uscire dall’attuale stato di crisi.
Nel ribadire l’importanza del riconoscimento d’origine del prodotto, la Cia ricorda, però, che questa non rappresenta una misura sufficiente per garantire le imprese e darebbe le opportune certezze economiche future.
Per questo motivo, la Cia riafferma l’esigenza di interventi urgenti e tangibili per sostenere le aziende cerealicole e, pertanto, ribadisce che non deve mancare la concreta attenzione del governo italiano e dei suoi ministri di competenza. A tale riguardo dobbiamo ricordare che le misure previste dall’art.68 sono di fatto una truffa tecnica ed impongono l’esigenza di una loro rivisitazione.