A vent’anni dalla morte, il gruppo ennese di promozione culturale e sociale “Il sole Iperione”, ieri, alla presenza del sindaco Rino Agnello e dell’assessore alla cultura, Claudia Cozzo, ha ricordatoittore Leonardo Sciascia con l’evento “Cos’è la verità”. Partendo da quello che fu l’interrogativo su cui Sciascia incentrò tutta la sua produzione letteraria e il suo impegno civile e politico, l’incontro, al quale hanno partecipato molti ennesi che lo hanno conosciuto personalmente (Sciascia fu membro della giuria del premio Savarese) o che semplicemente lo hanno amato attraverso le sue opere, si è svolta presso la biblioteca comunale di Palazzo Chiaramonte, diretta da Maria Sarrafiore,
che, per l’occasione, ha esposto tutti i testi e gli scritti custoditi nelle teche comunali. La serata, coordinata da Luca Alerci, si è sviluppata in vari momenti: la prima parola è stata data proprio a lui, a Leonardo Sciascia, attraverso la lettura musicata (voci Rino Agnello, Luca Alerci e Danila Guarasci; musiche e chitarra Maurizio Debole) di brani tratti da suoi saggi e romanzi famosi (tra gli altri Nero su nero, Il consiglio d’Egitto, Candido, La Sicilia il suo cuore). Si è passati poi all’intervento di Vincenzo Consolo che, impegnato contemporaneamente a Siviglia per un convegno su Sciascia, ha rilasciato un’intervista telefonica. Da vecchio amico e da “erede spirituale” dell’esperienza letteraria sciasciana, Consolo ha ricordato la forza del pensiero, la lucida analisi dei processi sociali e politici con cui Sciascia denunziò tante ingiustizie e “doppiezze” della società italiana. Lo scrittore Consolo, nel ricordare il valore dell’amico soprattutto alle nuove generazioni, ha però voluto anche puntare il dito sull’assenza di cultura e di impegno nell’attuale società “telestupefatta”. Successivamente, aprendo il dibattito a cui hanno partecipato in tanti, è intervenuto il prof. Gaspare Agnello di Grotte, anch’egli vecchio amico di Sciascia e cofondatore, assieme a lui, del premio “Ralcamare”. Tanti gli aneddoti e i particolari di vita normale, di giornate passate assieme nella campagna di contrada Noce tra vecchi compagni di scuola. Il ricordo della morte di Sciascia “Che – ha raccontato il prof. Agnello – si è fatto trovare da me la mattina del 20 già sistemato con un crocifisso in mano. Non credeva, ma sperava in un Dio”. A margine della serata, è stato presentato il cartellone di appuntamenti del gruppo “Il sole Iperione”.
Pietro Lisacchi