In relazione alle “ riflessioni sulle primarie “ esposte dall’Onorevole Galvagno desidero rappresentare quanto segue: Per come fatto dal Deputato Regionale anche io desidero esprimere una profonda condivisione sulla importanza e sulla valenza delle primarie che, seppur previste dallo Statuto di partito quale diritto di tutti gli elettori e le elettrici a partecipare alla scelta delle principali cariche istituzionali, li ritengo importanti per la partecipazione democratica cittadini alle scelte sia della classe dirigente del partito che degli Amministratori che li governeranno e rappresenteranno. Le primarie, infatti, si sono andate sempre più affermando non solo come principio teorico di democrazia
ma anche come valore imprescindibile ( citazione On. Franceschini )del nostro partito che rende tutti gli elettori partecipi e protagonisti delle scelte e li riavvicina, in tal modo, all’impegno politico potendo di fatto essere compartecipi di una scelta e non subendola.
La dimostrazione di ciò, per come dichiarato anche in altre occasioni dall’Onorevole Galvagno a conclusioni di precedenti primarie, è stata l’altissima partecipazione dei cittadini per le elezioni del segretario nazionale, di quello regionale, del candidato Premier, dimostrando che anche nel territorio ennese ed in particolare nel Comune Capoluogo vi è una sempre più crescente voglia di partecipare alla costruzione di una democrazia di partito ed alla vita politica della Città.
Ha ragione l’On. Galvagno quando afferma che è stata proprio questa la ricetta della crescita del partito democratico che lo rende sempre più forte, più vitale, più unito, ed è stata tale motivazione che ha portato una assemblea di partito , organismo che merita lo stesso rispetto della volontà popolare, a cui era stato invitato il Sindaco della Città, a decidere di indire, per come previsto dall’articolo 18 dello statuto, in maniera unanime e nello spirito di lavoro unitario, le primarie per il giorno 17 gennaio 2010 chiedendo, nel contempo, esclusivamente per un problema procedurale, al Sindaco Agnello e per il tramite del segretario Comunale ( il Sindaco purtroppo era assente per concomitanti impegni istituzionali) di comunicare la propria volontà ad una eventuale ricandidatura. Chiaramente tutto ciò dopo una lunga discussione politica per come invocata dal Segretario Nazionale Bersani.
La procedura posta in essere dal Partito Democratico ennese credo verrebbe condivisa anche da Rudy Franco Calvo, citato dall’Onorevole Galvagno poiché per come dallo stesso sostenuto su Europa è stata frutto di una riflessione locale, fatte sulla base dell’esigenza territoriale e discussa all’interno del Partito il 21 novembre decorso alla presenza della massima Assise dello stesso ( Deputazione Nazionale, Segreteria Provinciale, Presidenza del Consiglio Comunale, Vice Presidenza del Consiglio Provinciale, ecc ) ed alla presenza di tutti i rappresentanti le mozioni congressuali ( Lupo, Mattarella e Lumia ).
Chiaramente la effettuazione delle primarie e la richiesta al Sindaco di voler rendere partecipe il partito della volontà, peraltro a mio avviso legittima, di una eventuale ricandidatura alla prestigiosa carica non significa essere insoddisfatti dell’operato dello stesso, e ve lo dice uno degli Assessori della sua prima Giunta, ne vuole dire mancare di rispetto ad un amico e collega di partito ancor prima che Sindaco, ma un metodo democratico per operare una scelta condivisa e sostenuta da tutti ( si tratta della medesima assemblea che circa 13 mesi orsono decise di azzerare otto assessori ) che possa offrire possibilità ad altri di proporsi con idee e progetti che verranno valutati no nel chiuso di una stanza ma dagli stessi cittadini.
Ed è stato sicuramente questo spirito a portare anche in altre città una regola le primarie, e non una eccezione citando, una per tutte, la Città di Forlì.
Le primarie dovranno servire come momento di discussione, di dibattito, di confronto di idee, aiutando tutti a confrontarsi non nel chiuso di una segreteria ma tra la gente e con la gente che ritengo unica protagonista della vita cittadina.
Ecco perché, nella convinzione che questa Città ha bisogno di essere coinvolta, di essere partecipe di un progetto, di un percorso, sono certo che il 17 gennaio prossimo le primarie offriranno ai nostri cittadini la possibilità di operare una scelta nella consapevolezza che il candidato vincente sarà il “candidato del Partito Democratico” e che lo stesso sarà sostenuto oltre che dal popolo delle primarie anche da chi non avrà primeggiato.
Lorenzo Colaleo
DICHIARAZIONE DELL’ESPONENTE DEL PD ANGELO GIRASOLE
L’intera classe dirigente del Partito Democratico ormai considera l’istituto delle primarie come uno degli elementi che più caratterizzano l’identità stessa del partito. L’on. Galvagno, nel momento in cui mette in serio dubbio la celebrazione delle primarie per la prossima candidatura a Sindaco, apre una interessante discussione a cui è difficile sottrarsi.
Il presupposto da cui parte il ragionamento dell’on Galvagno è in sintesi il seguente: se c’è un Sindaco uscente, ancor prima di definire le modalità di svolgimento delle primarie (anche se le stesse sono espressamente previste dallo statuto), occorre valutare l’operato del Sindaco uscente e l’opportunità di una sua ricandidatura senza fare ricorso alle primarie. Il ragionamento, in teoria, non fa una grinza e si sviluppa mutuando appieno lo spirito che anima le primarie laddove le stesse sono state inventate e rappresentano ormai uno strumento di partecipazione democratica insostituibile, cioè gli Stai Uniti d’America.
E allora, fatte le debite proporzioni, guardiamo a cosa è successo negli USA negli ultimi decenni.
Ci sono stati Presidenti che sull’onda di una forte popolarità acquisita nel corso del primo mandato, sono stati riproposti all’elettorato, senza il vaglio delle primarie, ottenendo con grande successo la riconferma. A tal proposito è sufficiente citare i più recenti, cioè Ronald Reagan, Bill Clinton, Gorge Bush j.
La caratteristica che accomunava questi Presidenti alla fine del loro mandato era quella di godere tutti di una popolarità talmente forte e radicata da rendere superflue le primarie di partito.
Questo breve richiamo storico mi porta da un lato a condividere le perplessità espresse dall’on. Galvagno sull’opportunità di celebrare delle primarie di partito in presenza di un Sindaco uscente; dall’altro impone però il seguente interrogativo: qual è la condizione per cui in presenza di un Sindaco uscente è utile evitare le primarie?
La risposta è semplice: quando l’uscente gode di una popolarità forte e radicata tra gli elettori. Ed è questo elemento che va verificato e valutato.
Non disponendo di sondaggi che abbiano le caratteristiche della scientificità, questo interrogativo si può sciogliere attraverso l’analisi politica dei tre livelli di partecipazione democratica: quello popolare, quello istituzionale e quello di partito.
Analizzando il livello popolare non si può non ricordare ciò che è successo negli ultimi mesi, e che sul piano della partecipazione ha un significato analogo alle primarie. Un gruppo di commercianti del Viale Diaz ha raccolto più di duemila firme di liberi cittadini (il dieci per cento dell’elettorato attivo) per indurre il Sindaco a rivedere una propria determinazione relativa al traffico in quella zona. Il malumore sempre più crescente dei commercianti, il numero di firme raccolte, la facilità con cui le stesse sono state raccolte e l’imbarazzo con cui il Sindaco ha affrontato la problematica, la dicono lunga sul grado di popolarità di cui lo stesso gode.
Per quanto riguarda il livello istituzionale va ricordato che l’attuale Sindaco iniziò il suo mandato forte di una maggioranza di venti Consiglieri Comunali, si avvia oggi a conclusione con una minoranza di tredici Consiglieri, a volte si a volte no. I numeri parlano da soli.
Infine a livello partitico; l’ultima assemblea comunale alla presenza dei rappresentanti più autorevoli delle varie aree, nonché del Segretario Provinciale, ha deliberato la data delle primarie, dando le stesse per scontate, e senza che nessuno ponesse minimamente l’eventualità della riproposizione del Sindaco uscente.
“Historia magistra vitae”: nel 1981 il Presidente americano uscente Carter, nonostante il forte calo di popolarità che lo aveva colpito nella fase terminale del suo mandato, volle candidarsi a tutti i costi. Risultato: fu sonoramente sconfitto da Ronald Reagan e cacciò il Partito Democratico americano in una profonda crisi che solo l’avvento, dopo otto anni, di Bill Clinton riuscì a risolvere.
Nel chiedere scusa per i paragoni irriguardosi rivolgo a tutti un cordiale saluto.
Angelo Girasole