CATANIA- Sala del Palazzo della Cultura Via Museo Biscari 5 – 11 dicembre 09 ore 16,30. Saluto del SINDACO di AIDONE dr. Filippo GANGI . Con la presentazione dei prossimi eventi culturali di AIDONE ACROLITI- ARGENTI – VENERE di MORGANTINA 1)Cavalli e cavalieri nel mondo greco: fra democrazia e tirannidi Prof. Antonio TEMPIO – Docente storia Università CATANIA 2)MORGANTINA : lineamenti geo economici Prof. Corradina POLTO – Docente geografia Università – MESSINA 3)tipi equestri nelle monete greche della SICILIA .Prof. Giuseppe GUZZETTA – Docente numismatica Università – CATANIA 4)Relazione storica sulla raffigurazione del cavallo nelle monete di MORGANTINA Umberto DIGRAZIA
– Responsabile del Progetto 5)razze autoctone equidi presenti in Sicilia dr. Salvatore PALADINO -Direttore Istituto siciliano incremento ippico 6)Il turismo culturale: una fonte per lo sviluppo della SICILIA a cura del Prof. Fabio FATUZZO -Assessore alla Cultura di CATANIA Conclusioni e approfondimenti sul tema On.le Nino STRANO -Assessore Regionale al Turismo
Il cavallo nell’antichità classica e sulle monete di MORGANTINA.
A cura del responsabile dell’Archivio storico comunale
Umberto DIGRAZIA
RELAZIONE STORICA
Il popolo autoctono dei Sicani (XX-XIV sec.a.c.) che per primo compare nella Storia della Sicilia così come la conosciamo attraverso i logografi e storici Tucidide,Antioco, Filisto, Timeo, Duride, Diodoro Siculo non ci hanno lasciato nessuna notizia sull’uso del cavallo.
C’è comunque da rilevare che fù proprio il cavallo utilizzato come un’arma dal popolo degli Opici(Osci) che mise in movimento i Siculi e i Morgeti con il loro passaggio nell’Isola avvenuto in due periodi nel XIII sec.a.c e nel XI sec.a.c.(1)
Possiamo affermare che il cavallo favorì la fondazione dell’antica Morgantina sulla Cittadella ad opera del mitico Re Morges ,al pari di tanti personaggi (Siculo, Italo, Ausonio, Liparo)mitizzati dagli storici antichi guidò il popolo dei Morgeti. (2)
Il primo periodo della colonizzazione dei Greci della zona costiera orientale della Sicilia con la fondazione delle loro Polis ebbe un certo impatto violento sulle popolazioni residenti per la sottrazione dei loro territori e possiamo riassumerlo dall’anno 735 a.c.(Naxos) sino al 520 a.c. tale periodo viene espunto dalla presente .
Il periodo storico trattato sarà dall’anno 510 a.c. sino al 36 a.c. e cioè alla scomparsa di Morgantina (già Oppidum romano) perché sarà possibile attraverso la sua monetazione e quella delle Poleis siceliote comprendere il ruolo che ha avuto il cavallo nell’antichità.(3)
I Greci della Madre-patria avevano una venerazione per il cavallo poiché gli assegnavano nella loro scala dei valori un posto preminente basti pensare alla leggenda del Pegaso (il cavallo alato sacro ad Apollo) oppure al famoso Cavallo di legno che permise la conquista di Ilio(Troia).
Nella prima Olimpiade celebrata dalle Poleis greche nell’anno 776 a.c. il cavallo venne esibito e glorificato con delle gare equestri che in qualche modo rievocavano le gesta degli Eroi omerici(Achille – Agamennone – Paride – Ettore ).(4)
A partire dalla XXV^ Olimpiade (680 a.c.) attraverso lo storico Pausania sappiamo che le gare venivano eseguite con la biga,la quadriga e la corsa libera; la più prestigiosa delle gare era con la quadriga (Tetrippon ) in quanto al vincitore gli venivano conferiti dei premi di altissimo valore. (5)
Il sistema dei valori e la religione dei Greci della Madre-patria certamente subì qualche cambiamento con l’incontro dei popoli sicani e siculi, della Sicilia , ma sicuramente alcuni cavalli greci furono imbarcati nelle navi guidate dagli ecisti.(6)
Con la suddivisione della Sicilia in tre zone d’influenza: i coloni calcidesi (Naxos,Zancle, Himera,Leontini,Katane ) i coloni corinzi megaresi ( Siracusa, Kamarina, Casmene, Akrai- Megara Hiblea,Selinunte) e quelli rodio-cretesi (Gela-Akragas) ogni Polis siceliota governata da un capo o tiranno cercava di espandere il proprio territorio.(7)
Il cavallo divenne il protagonista principale poiché la classe dei cavalieri era il nerbo dell’esercito delle varie Poleis; la prima Polis che aveva i suoi Ippeus(cavalieri) o Amfippoi specializzati nell’attacco veloce sui nemici dotati di due cavalli a testa fù la polis di Gela,governata prima da Cleandro e poi da Ippocrate.(8)
Ippocrate riuscì a conquistare territori e grandi poleis come Siracusa, Kamarina, Katane,
Zancle ( anche Morgantina) perché con la sua cavalleria si poteva spostare facilmente e attaccare il nemico da ogni parte; sappiamo che l’Ipparcos cioè il comandante della sua cavalleria Gelone aveva formato un reparto di valenti cavalieri abilissimi all’uso delle lance,delle mazze e delle spade.(9)
I cavalieri gelesi erano fedelissimi al loro comandante per questo motivo quando Ippocrate morì nel 485 a.c. , presso la città sicula di Hibla , il potere dell’esercito venne assunto direttamente da Gelone e dalla sua famiglia i Dinomenidi composta dai suoi fratelli Gerone I e Trasibulo (10)
Gelone I divenuto signore incontrastato di Siracusa, Gela e di molte altre Polis,dopo l’alleanza con il tiranno di Akragas Terone,in quanto aveva sposato la figlia Demarata, riuscì a formare un grande esercito composto fra l’altro di 2.000 cavalieri , non solo per assicurarsi il potere assoluto ma per fronteggiare un pericoloso nemico: Cartagine la grande città fondata nel IX sec.a.c in Africa dai navigatori e mercanti fenici.(11)
Cartagine ,sin dal VI sec.a.c. dominava il Mar Mediterraneo con le sue navi ed aveva delle colonie stabili dotati di ampi porti in Sicilia (Mozia, Panormo,Solunto ) per i suoi commerci ; ma sappiamo che oltre le merci trasportava anche molti soldati e marinai per assicurare la difesa alla popolazione punica confinante con le Poleis elime (Segesta,Erice) e greche Himera e Selinunte.
Cartagine nutriva anche l’ambizione di conquistare la Sicilia ed in seguito alle richieste d’aiuto di Segesta ed Erice che subivano le delle angherie dalla dorica Selinunte colse l’occasione per intervenire con un grosso esercito e una flotta di 600 navi.(12)
Dalle fonti storiche sappiamo che il cavallo o meglio la cavalleria divenne l’arma vincente di Gelone nella battaglia d’Himera nell’anno 479 a.c. quando venne sconfitto l’ esercito punico formato da 150.000 soldati guidato dal suffeta Amilcare.
Moneta d’argento di SIRACUSA con GELONE I vincitore ad OLIMPIA ? (490-485 a.C)
La cavalleria di Gelone era formata da 5.000 cavalieri ,non solo siracusani ma anche da quelli di Akragas, Gela, e delle altre polis siceliote,; questo grosso contingente di cavalieri insieme ai 50.000 soldati a piedi ,si spostò da Siracusa attraverso una strada interna parallela al fiume sino a la polis assediata dai punici Himera che era situata nella costa settentrionale dell’Isola.(13)
Si trattava di un lungo percorso, quelle effettuato dai cavalieri di Gelone , per cui possiamo desumere che quella prima razza equina siciliana ,non solo aveva delle doti per il combattimento , ma anche una grande resistenza e forza e perciò quando Gelone fece coniare il Demaretion in onore della moglie che si era dimostrata generosa per gli sconfitti punici nella raffigurazione l’auriga assunse le fattezze di Demetra e nell’esergo il Leone rappresenta il simbolo legato alle Dee Demetra e Persefone,alle quali il condottiero era legato dalla propria famiglia i Dinomenidi.(13 bis)
Il cavallo siciliano divenne il simbolo non solo di vittoria sui nemici ma anche della gloria nelle gare Olimpiche alle quali partecipavano quasi tutte le grandi Polis siceliote come Siracusa, Akragas, Katane, Leontini, Kamarina,Messana, Selinunte.(14)
Gerone I ,il nuovo tiranno di Siracusa, subentrato al potere dopo la morte del fratello Gelone avvenuta nel 478 a.c., era un valente atleta e riuscì a vincere ad Olimpia tre volte : una volta con la quadriga e due volte con il cavallo da corsa.(15)
Tetradramma d’argento di GERONE I (478-467 a.C)
Dai versi del poeta Pindaro nella sua prima Olimpica sappiamo che il cavallo da corsa di Gerone I definito dal poeta un re cavaliere si chiamava Alfeo evidentemente legato al fiume innamorato della ninfa Aretusa simbolo di Siracusa utilizzato per la gara libera : poi conosciamo il nome di altri due cavalli Ferenico e Pisa utilizzati per le corse con la quadriga.
Lo stesso poeta Pindaro si prende la briga di incoronare con un canto per i cavalli( su ritmi eolici) il vincitore col suo carro veloce (Gerone I) sul Monte di Olimpia; certamente i versi del poeta contribuirono ad accrescere la fama dei cavalli siciliani;
Un’iscrizione di Dinomene, figlio di Gerone I, ritrovata ad Olimpia , è la prova inconfutabile della bravura di questo tiranno con i cavalli siciliani , che nelle Poleis sotto il suo diretto dominio Siracusa e Aitna(Katane) venivano allevati e addestrati con molta cura; adirittura in una moneta coniata a Katane negli anni 4676-470 a.c. c’è raffigurato Gerone I sotto le sembianze di Zeus aitnaios.(15 bis)
Nella 2^Olimpica Pindaro celebra la vittoria di Terone, il tiranno di Akragas , nella corsa con la quadriga del’anno 476 a.c. anche in questo caso il poeta prendendo spunto dall’eroe Achille punta i suoi dardi(versi poetici) ma attraverso la 2^ ode istmica conosciamo l’abilità di Nicomaco l’auriga di Terone che sferzò i cavalli e tenne le redini a regola d’arte.
Val la pena ricordare anche la 1^ Pitica dedicata a Gerone I per la sua vittoria con la quadriga ottenuta a Delfi nel 470 a.c. e nella 2^ pitica Siracusa (sede di Ares e di Artemide) è la fatale nutrice di uomini e di cavalli bardati di ferro; anche la ninfa Aretusa ha domato con le sue mani morbide i cavalli dai bei finimenti.
Nella 1^ Nemea Pindaro celebra la vittoria di Cromio di Aitna(Katane) un amico di Gerone I con i suoi cavalli veloci come la bufera; ma per noi sono importanti i versi :” la grassa Sicilia con un popolo amante dei cavalli e capace di lottare nello scontro delle armi di bronzo,sovente insignito delle foglie preziose dell’ulivo di Olimpia”.
Certamente Pindaro è alquanto ruffiano nei confronti di Gerone I ma attraverso le fonti storiche sappiamo che a Siracusa al tempo del suo dominio(478-467 a.c.) c’erano delle bellissime stalle e per la nutrizione dei cavalli provvedeva un reparto specializzato nel reperire il miglior foraggio nei territori nelle Polis suddite , come in quello della nostra Morgantina , grande produttrice di grano ed orzo.(16)
Sappiamo ,inoltre, che Gerone I inviò ben 2.000 cavalieri alla madre-patria Grecia in pericolo per l’invasione dell’esercito persiano di Serse; possiamo affermare senza alcun dubbio, che l’arma principale dell’esercito siracusano fù da sempre la sua potente cavalleria.(17)
Tetradramma d’argento di SIRACUSA incisore EUMENE
La caduta del regime tirannico di Trasibulo a Siracusa(466 a.c.) , fù dovuta alla potente cavalleria formata dalle Poleis di Gela, Akragas, Selinunte, Himera che riuscirono a raccogliere ben 3.000 cavalieri armati; in pratica anche nei sistemi democratici delle Poleis il cavallo era l’arma principale.(18)
Sappiamo che Katane (l’Aitna rifondata da Gerone I,) venne liberata dall’esercito siracusano e suo figlio Dinomene fuggì con i suoi cavalieri per trovare rifugio nella polis sicula di Inessa; tutte le polis soggiogate prima dai Dinomenidi diventarono libere e Morgantina riacquistò la sua autonomia e libertà per come è possibile rilevare da una litra d’argento coniata in quegli anni.(466-465 a.c.)con la raffigurazione della spiga e del mitico re Morges.(19)
A Siracusa il governo venne retto democraticamente dai 600 membri del Senato , ma nel mezzo di una crisi politica un valoroso generale siculo Ducezio per riscattare il suo popolo , riunì in una lega (Sinteleia) alcune polis sicule dell’entroterra siciliano come Neas, Menanoin,Galaria ect. (20)
Non sappiamo se lo stesso Ducezio utilizzò la cavalleria come sua arma principale , ma dalle sue vicende storiche a noi pare di sì, Ducezio riuscì a conquistare la siculo-calcidese polis di Morgantina situata nella Cittadella nell’anno 458 a.c poi spostò la popolazione nell’antico sito in contrada Sella Orlando e divenne il nuovo ecista perché assegnò i lotti ai suoi fedelissimi.(21)
La nuova Morgantina divenne per Ducezio la base operativa al centro delle sue Polis (Menanoin- Palike –Aitna ect) e poichè aveva la necessità di spostarsi con il suo esercito per attaccare sia i territori di Akragas (es. Motyon) sia quelli di Siracusa(Erbesso) , mi pare logico l’utilizzazione di almeno un reparto di cavalleria formato da 600-800 unità(22).
L’avventura di Ducezio non durò molto infatti nel 450 a.c. il suo movimento autonomistico venne completamente sconfitto dall’alleanza di Siracusa e Akragas che misero in moto le rispettive cavallerie nei loro eserciti; in quella circostanza Morgantina venne riconsegnata al pari delle altre Poleis sicule dal condottiero siculo al dominio di Siracusa.(23)
Tetradramma d’argento di SIRACUSA di EUMENE nel D/ mentre al R/ l’incisore EUKLEIDAS
Occorre precisare che nella grande Polis di Siracusa governata con il sistema democratica negli anni 435-425 a.c. operarono dei grandi artisti come Euainetos, Prygillos, Sosion, Eumene, Euarchidas, Eukleidas e furono coniati dei tetradrammi d’argento nei quali veniva rappresentata la quadriga con i cavalli presi di scorcio insomma per evidenziare il senso del loro movimento.(23 bis)
Tetradramma d’argento di SIRACUSA coniata da EUKLEIDAS
Nel 424 a.c. ci fù un convegno delle polis siceliote a Gela,voluto dal condottiero siracusano Ermocrate per fronteggiare le pretese egemoniche di Atene, ch’era stata chiamata da Leontini e Segesta ; in base a degli accordi venne stipulata una pace e sappiamo che Morgantina venne ceduta da Siracusa , per una imprecisata somma di denaro alla polis di Kamarina.(24)
In quel periodo 424-406 a.c. Morgantina divenne il deposito di cereali di Kamarina e ci furono parecchi ricchi mercanti kamarinesi che allevarono i loro cavalli nel territorio per partecipare alle gare di Olimpia con le bighe e quadrighe.(25)
Tetradramma d’argento di KAMARINA (424-406 a.C)
Ma la guerra fra Atene e Siracusa era inevitabile e venne combattuta negli anni 415-413 a.c. i due eserciti fecero spesso uso della cavalleria, ma in ogni caso la superiorità di quella siracusana , formata da un minimo di 1.200 cavalieri guidata da Ermocrate si affermò nettamente su quella ateniese.(26)
Le navi ateniesi con i loro tre condottieri Nicia, Lamaco e Alcibiade portarono i loro cavalli di Atene ? TUCIDIDE narra che furono sbarcati 250 cavalieri ateniesi che si unirono ai 300 cavalieri di Segesta, i 250 dei Siculi e Naxos e i 250 di Katane e formarono la cavalleria ateniese al completo , ma sappiamo che essa venne sconfitta da quella siracusana ch’ era composta da 3.000 cavalieri.(27)
La vittoria di Siracusa sull’esercito ateniese (disfatta dell’Assinaros) venne celebrata con dei cavalli inghirlandati e nelle monete più belle di Siracusa c’era sempre rappresentata una quadriga in corsa che divenne il simbolo di una colonia diventata più potente non solo della Polis-madre di Corinto ma anche delle grandi Poleis greche come Atene, Sparta ,Argo ,Tebe.(28)
Questa moneta il Decadramma di Eveneto è stata considerata la più bella di quel periodo in tutto il Mediterraneo sia per l’alta definizione dei quattro cavalli tutti diversi fra loro che con l’auriga (Aretusa) con il frustino in mano e la Nike che la incorona ma soprattutto le ruote del carro e sull’esergo le armi degli sconfitti ateniesi ( la corazza di Nicia e l’elmo di Demostene i due sfortunati comandanti).
Decadramma d’argento di SIRACUSA(402-367 a.C)incisore EUAINETOS
Con l’invasione in Sicilia dell’esercito punico nell’anno 406 a.c. e le distruzioni di Selinunte, Himera,Akragas,Gela e Kamarina la salvezza di Siracusa venne ancora una volta riposta nella sua potente cavalleria ; il condottiero Ermocrate con il suo esercito formato da 6.000 soldati di Selinunte e Messana con degli attacchi veloci del suo reparto di cavalieri riuscì a fare delle incursioni nei territori dei punici,sconfiggendoli più di una volta.(29)
Ma Ermocrate nel tentativo di rientrare a Siracusa non riuscì ad avere ragione della cavalleria ,formata da molti mercenari campani, che prendeva ordini dal Senato cittadino e nel 401 a.c. venne ucciso; la sua eredità politica e militare venne raccolta dal genero Dionisio,quest’ultimo aiutato dallo storico Filisto riuscì in breve tempo a conquistare il potere assoluto a Siracusa.(30)
Dionisio da Strategos autocratos ,approfittando della paura dei sicelioti del nemico di sempre : Cartagine , diventò tiranno di Siracusa e ben conosceva il valore del cavallo,tanto che volle cambiare la cavalleria siracusana,prima con l’espulsione dei Campani e il rimpiazzo con 1.200 cavalieri provenienti dalla Grecia assoldati personalmente insieme ai loro cavalli per la sua sicurezza .(31)
La difesa di Siracusa minacciata dal potente esercito punico venne organizzata da Dionisio in maniera stupefacente , tanto che nel Castello Eurialo posto sull’altura delle Epipoli i suoi reparti di cavalieri potevano spostarsi in tutte le direzioni e la capienza delle stalle nel fortilizio permetteva l’alloggiamento di molti cavalli.(32)
Le nuove razze equine a Siracusa portate dai suoi mercenari( campani,galli, italioti, locresi aumentarono il desiderio di Dionisio che voleva stupire le Polis della Grecia ; il tiranno nutrì una vera passione per i cavalli, tanto da occuparsi direttamente degli allevamenti e fece costruire nuove stalle nella sua fortezza situata nell’Isola di Ortigia.(33)
Dionisio rubò alle varie Polis soggette al suo dominio dell’Adriatico dei splendidi cavalli veneti adatti per il combattimento ,questi cavalli erano derivati dalla razza pregiata dell’Asia minore e precisamente della Troade ( patria dell’eroe omerico Ettore il domatore di cavalli) , che in Grecia si stimavano i migliori assoluti nel combattimento.(34)
C’è da rilevare che a Siracusa sia i tiranni Dinomenidi che nel periodo della prima democrazia (466-406 a.c) i Senatori e Pritani avevano sempre fatto raffigurare il cavallo e le quadrighe nelle bellissime monete d’argento; anche Akragas in occasione dei festeggiamenti nell’anno 412 a.c. in onore del campione di Olimpia nella corsa (Stadion) Esseneto ( venne accolto con trecento carri e quindi con 1.200 Cavalli ) fece coniare dalla zecca cittadina uno splendido tetradramma d’argento.(35)
Didramma d’oro di SIRACUSA Dominio di DIONISIO (402-396 a.c.)
Dionisio ch’era un abile politico e considerava Siracusa superiore alle altre Polis greche, non volle essere da meno; durante il suo dominio (400-367 a.c.) fece circolare molte monete d’argento coniate dai grandi artisti Kimon ed Eveneto (36)
La cavalleria di Dionisio era formata da un minimo di 3.000 cavalieri diventò col tempo la più veloce di tutto il Mediterraneo in grado di fronteggiare la cavalleria di Cartagine formata da 4.000 unità; c’è da dire che Cartagine utilizzava i cavalli della razza nord-africana e li faceva raffigurare in tutte le sue monete (37).
I cavalli punici nord-africani erano più veloci ed in grado di compiere vere e proprie acrobazie tuttavia non avevano la forza e resistenza di quelli siracusani allevati da Dionisio frutto dell’incrocio fra la razza siciliana con quella veneta e la campana.(38)
Lo scontro fra le due cavallerie rivali avvenne diverse volte e Diodoro Siculo narra l’episodio dell’attacco portato dal condottiero punico Magone nell’anno 393 a.c. contro Dionisio , nel quale c’erano impegnati ben 7.000 cavalli in pratica 4.000 punici e 3.000 siracusani).
Tetradramma d’argento di KATANE coniato da EUAINETOS
Nelle guerre combattute contro i sicelioti i punici solitamente realizzavano i campi militari in prossimità o nelle vicinanze dei fiumi per dare l’acqua ai loro cavalli e in tale circostanza il comandante punico Magone si accampò proprio sul fiume Krisas(Dittaino) lungo la strada che conduceva a Morgantina. (39)
Moneta d’argento di MORGANTINA (380-344 a.c.)
Sia in tempo di guerra che in tempo di pace il cavallo a Siracusa occupava il ruolo di protagonista principale di ogni cerimonia e/ o festa, ricordiamo il fastoso doppio matrimonio di Dionisio, nel quale Aristomache la moglie siracusana sorella di Dione, raggiunse il suo sposo con un carro trainato da quattro bellissimi cavalli bianchi.(40)
Anche il grande filosofo Platone di Atene venne accolto da Dionisio il giovane nel suo terzo viaggio in Sicilia nel 367 a.c. con quattro cavalli bianchi , tanto che molti sostenevano che a Siracusa la venerazione del cavallo superava perfino la stessa divinità che lo proteggeva il Dio Apollo; la cavalleria siracusana al tempo di Dionisio II(367-357 a.c.) formata da 10.000 Cavalieri armati era la più potente del Mediterraneo.(41)
Ma il governo tirannico della Sicilia lasciato dal geniale padre all’imbelle Dionisio il giovane venne combattuto dallo zio Dione , che per virtù e coraggio si riteneva ed era ritenuto da tutti sia in Sicilia che in Grecia l’unico in grado di reggere un nuovo regime con una Monarchia illuminata ,sistema politico già auspicato dal grande filosofo Platone,maestro e amico intimo dello stesso Dione.(42)
Dione oltre che abile ammiraglio fù uno stratega della cavalleria e nella guerra di liberazione contro la tirannide del nipote Dionisio il giovane (357-354 a.c.) formò un reparto composto non solo dai suoi amici ateniesi e dai mercenari ma anche di cavalieri siculi provenienti dalle Poleis alleate.(43)
Morgantina aderì al programma politico di Dione perché mal sopportava le angherie di Dionisio II che sfruttava le risorse del suo territorio (Khorà); la testimonianza del famoso Dilitron di bronzo con Athena e il Leone ci conferma la sua fedeltà al condottiero siracusano.(44)
La politica aristocratica di Dione entrò in contrasto con quella popolare di Eraclide un suo rivale che fece uccidere ma dopo varie vicende finì molto male anche lo stesso Dione infatti venne ucciso a tradimento dall’ateniese Calippo, un’amico dell’Accademia di Platone , e dopo pochi anni Siracusa venne nuovamente riconquistata da Dionisio il giovane con la sua potente cavalleria formata dai mercenari campani e italioti reclutati a Locri.(45)
La cavalleria formata dai cittadini e volontari venne apprezzata e guidata con maestria anche dal nuovo condottiero corinzio Timoleonte, che nel 343 a.c. riuscì a far sloggiare definitivamente da Siracusa Dionisio il giovane e soprattutto a sconfiggere il pericoloso nemico di sempre Cartagine , nella battaglia del Krimisos. (46)
Timoleonte ebbe il vantaggio di evitare gli errori compiuti da Dione ; c’è da dire che il cavallo diventò il protagonista principale delle sue battaglie e delle sue vittorie,Timoleonte lo fece raffigurare nelle monete delle Polis siceliote e sicule liberate dai vari tiranni(Ippone, Mamerco, Icetas ect)(47)
Dilitron di bronzo di TIMOLEONTE (344-330 a.C) coniato a MORGANTINA
Dopo la sua morte avvenuta nel 339 a.c. Timoleonte venne glorificato a Siracusa mediante gare musicali,ginniche ed equestri e non solo nella capitale , ma anche nelle Poleis sicule e siceliote che aveva fatto veramente rinascere e ripopolato con l’immissione di nuovi coloni provenienti dalla Grecia.(48)
Nella nostra Morgantina Timoleonte aveva fatto realizzare alcuni edifici pubblici(l’Ekklesiasterion, il Pritaneoin,il Bouleterion) e nella grande Agorà venivano effettuate delle gare equestri ,con la biga e con il cavallo singolo.(49)
Litra ¼ d’argento coniata a MORGANTINA (344-317 a.c.)
Alla fine per premiare i vincitori delle gare ed ammirare i loro cavalli protagonisti venivano celebrata una cerimonia religiosa collettiva in onore di Zeus agoraio) presso la Tholos edificata al centro dell’Agorà.(50)
Tetradramma d’argento punico (320-310 a.c.)
Dopo un periodo di crisi politica a Siracusa (330-320 a.c.) , Agatocle capo del partito popolare per sfuggire ai nemici nell’anno 317 a.c. chiese aiuto a Morgantina che glielo concesse fornendogli 300 cavalieri e 1.000 soldati, a questo primo contingente armato si aggiunsero altri cavalieri e soldati di altre Poleis vicine.(51)
Agatocle riuscì a formare un esercito di 10.000 soldati cavalieri delle Poleis di Morgantina, Ergezio, Herbita, Magella, e venne nominato Strategos autocratos ; l’anno seguente riuscì a conquistare la vicina Leontini per poi portarsi a Siracusa dove convinse il comandante punico Amilcare ad aiutarlo per sconfiggere i suoi avversari , facendogli credere di un accordo vantaggioso per Cartagine.(52)
La presa del potere a Siracusa da parte di Agatocle nel 315 a.c. fù rapida,veloce e spietata ma venne combattuto con tenacia dai molti esuli siracusani sfuggiti alle sue stragi ; costoro guidati da Dinocrate formarono un esercito composto da 2.000 cavalieri e si rifugiarono a Messana.(53)
Mentre ad Akragas l’altro avversario Sosistrato aveva un suo esercito con 2.000 cavalieri per cui in quel periodo nella Sicilia c’erano grosso modo il numero di cavalli del dominio dei due Dionisi (398-345 a.c.) in quanto Agatocle aveva formato la sua cavalleria di 3.000 -4000 unità.(54)
Morgantina era una Polis devota ad Agatocle e quindi gli forniva il grano necessario per il sostentamento del suo esercito e della sua cavalleria; sappiamo che in quel periodo furono edificati posti di ristoro per i cavalli nel vasto territorio(Khorà) esteso circa Ha.25-30.000 .(55)
Tetradramma d’argento coniato a MORGANTINA (310-305 a.c.) durante il dominio di AGATOCLE
Cartagine ancora una volta volle approfittare delle divisioni dell’Isola ; Agatocle dominava Siracusa e gran parte della Sicilia orientale mentre ad Akragas l’esule Dinocrate e Sosistrato diventarono alleati e con il loro esercito contrastavano il dominio del nuovo tiranno,che si attribuiva nelle sue monete il titolo di Basileos Agatocleos.(56)
In molte sue monete Agatocle fece rappresentare i cavalli con le bighe e quadrighe ; alla Polis amica di Morgantina,fautrice della sua fortuna militare, diede la facoltà di far coniare un tetradramma d’argento negli anni 305-300 a.c. con la quadriga in corsa , simile a quelli che fece coniare a Siracusa ,dopo la sua incredibile avventura e guerra in Africa.(310-306 a.c.).(57)
Val la pena ricordare che Agatocle pur essendo sprovvisto di cavalli quando sbarcò in Africa ,(bruciò tutte le navi) in breve tempo riuscì a formare una cavalleria bene addestrata formata da 3.000 cavalieri ed inoltre riuscì ad acquisire i reparti di cavalleria del’esercito di Ophellas , il capo dei libici.(58)
Al suo rientro in Sicilia probabilmente Agatocle si portò alcuni cavalli della razza nord-africana pertanto durante l’esercizio del suo potere assoluto (305-289 a.c.)si dedicò alla cura e all’allevamento dei cavalli di razza e i bellicosi guerrieri mamertini al servizio del tiranno diventarono degli abili cavalieri.(59)
Tetradramma d’argento punico con la protome (320-310 a.C)
Dopo la morte di Agatocle (289 a.c.) e dei suoi famigliari in seguito ad una congiura,il potere a Siracusa fù assegnato nel 287 a.c. dal Senato ad un certo Hicetas ma questi ebbe un tenace avversario in Finzia di Akragas .(60)Sappiamo che Finzia voleva allargare il suo dominio fin sopra i Monti Erei e nel territorio di Morgantina e secondo alcuni nel fiume S.Leonardo si ebbe uno scontro armato fra i due contendenti ,ma alla fine Hicetas ottenne la sua vittoria che volle celebrare con l’emissione di una moneta d’oro con la biga in corsa.(61)
Sparito dalla scena politica Hicetas ,ucciso dal generale Thonion in combutta con Sosistrato , i maggiorenti di Siracusa impauriti dalla minaccia punica nell’anno 278 a.c. chiamarono in aiuto alla Sicilia il valoroso condottiero Pirro, già impegnato militarmente con Taranto ; Pirro aveva sposato Lanassa ,una figlia di Agatocle e quindi poteva avanzare delle pretese a Siracusa per il figlio Eleno (62) .
Emistatere d’oro SIRACUSA dominio Hicetas (287-280 a.C)
Quando c’era il pericolo d’invasione da parte dell’esercito punico le varie Poleis lasciavano da parte le loro discordie e seguivano la politica intrapresa da Siracusa che rappresentava con il suo esercito e la sua potente cavalleria una baluardo per la difesa dell’Isola.(63)Pirro da valente stratega ,non appena sbarcò in Sicilia si organizzò alla sua maniera con un esercito formato da diversi reparti e si dotò di una cavalleria veloce messa a supporto della fanteria pesante con gli elefanti e le macchine da guerra.(64)
La strategia militare adottata da Pirro diede i suoi buoni frutti perché in breve tempo riuscì a togliere ai punici quasi tutte le Poleis : c’è da rilevare che Morgantina divenne una sua base operativa fissa assegnata al suo fedele chiliarca Gerone ,figlio dello siracusano Ierocle e di una morgantina.(65)
Nel 276 a.c. Pirro aveva conquistato tutta quanta la Sicilia all’infuori di Messana nelle mani dei mercenari mamertini e di Lilibeo la roccaforte punica; ancora una volta l’arma vincente era stata la cavalleria guidata da Gerone II.
Cartagine cercò i ripari ed inviò un potente esercito a difendere Lilibeo nel frattempo Pirro venne attaccato politicamente da molti Senatori siracusani che lo accusarono di volere ripristinare la tirannide di Dionisio e Agatocle e di quest’ultimo suo figlio Alessandro era nipote.
Dopo la fuga di Pirro dalla Sicilia a Morgantina l’esercito siracusano nel 275 a.c. nominò due Strategos autocratos il siracusano Gerone II e il macedone Artemidoro per assicurare la difesa dell’Isola anche perché l’esercito punico aveva già riconquistato parecchie città e i bellicosi mamertini di Messana erano diventati con le loro scorrerie un pericolo costante.(66)
Dilitron di bronzo di GERONE II coniata a MORGANTINA (275-269 a.c.)
Gerone II dapprima alleato con i punici contro i romani ,memore delle vicende passate, non appena tastò con mano la potenza delle legioni romane riuscì prima ad avere ragione dei mamertini e dopodiché consolidò il suo potere a Siracusa stipulando un patto di ferro con Roma.(67)La prima guerra punica di Roma (275-241 a.c.) venne combattuta in quasi tutte le poleis della Sicilia preservando e conservando in pace il piccolo regno di Gerone II formato da Siracusa e da altre Poleis compresa Morgantina per un lunghissimo periodo (275-215 a.c.)
Gerone II sin da giovane aveva avuto la passione per i cavalli ,tanto che li fece raffigurare in quasi tutte le sue monete (oro-argento-bronzo) ; in molte monete emesse per celebrare la Regina Filistide il cavallo venne rappresentato da bravi artisti, provenienti dalla grande Polis di Alessandria d’Egitto dalla corte dei Tolomei.(68)
Tetradramma della Regina FILISTIDE moglie di RE GERONE II (269-215 a.c.)
Re Gerone II stipulando il patto d’amicizia con Roma si era impegnato a rifornire di cibo le legioni romane in guerra contro i punici;inoltre doveva fornire un adeguato numero di cavalli per cui a Siracusa fece costruire delle grandi stalle.(69)
Morgantina durante il lungo periodo di Re Gerone II (269-215 a.c.) godette di una ricchezza notevole l’Agorà venne completamente rifatta a nuovo con la realizzazione delle tre Stoai , il Teatro greco realizzato già prima venne completamente costruito nuovamente ad emiciclo, la casa Fontana e soprattutto i grandi Granai progettati dal geniale Archimede per il deposito della ricchezza della città.(70)
Le bellissime Ville ellenistiche di mq.500-600 erano di proprietà dei più ricchi possidenti di Morgantina proprietari di vasti terreni con fattorie nelle quali venivano allevati e nutriti i cavalli ammirati dalla corte siracusana ogni anno durante i giochi equestri a Siracusa.(71)
E’ molto probabile che il principe Gelone II e sua madre la Regina Filistide soggiornavano spesso a Morgantina durante il periodo estivo quando la calura a Siracusa diventava insopportabile; d’altronde la loro scelta era quasi obbligata poiché la Polis era quella più all’interno dell’Isola dove ancora esistevano dei boschi.(72)
8 litrae d’argento di GELONE II figlio di RE GERONE II (240-232 a.C)
I ricchi proprietari di Morgantina vivevano nel lusso basti pensare alla sistemazione della Casa di Ganimede,una dimora composta da due piani con dei mosaici bellissimi sui pavimenti e degli affreschi sui muri, dotata di tubazioni per lo scarico delle acque reflue e di una capiente cisterna d’acqua; acqua raccolta durante la stagione invernale con il sistema dell’impluvio.(73)Date queste condizioni di ricchezza i cavalli di Morgantina, non solo venivano allevati e nutriti dai ricchi proprietari, ma molto probabilmente li vendevano alle Poleis greche ,in ogni caso ci rimane il bellissimo tetradramma d’argento con la quadriga coniato in onore della regina Filistide .(74)
Dopo la morte di Re Gerone II nel 215 a.c. il potere passò nelle mani del giovanissimo nipote Geronimo ,che impressionato dalle vittorie di Annibale il grande sulle Legioni romane sconfessò l’alleanza stipulata dal nonno con Roma e organizzò una Lega siculo-punica.(75)
1 ¼ sheqel d’argento coniato a MORGANTINA (215-212 a.c.) lega siculo-punica
Geronimo durò pochissimo perché venne ucciso a Leontini mentre a Siracusa prevalsero Ippocrate ed Epicide gli emissari di Annibale, all’epoca diventato un mito per avere sconfitto le potenti legioni romane utilizzando come arma segreta la cavalleria numida; sappiamo che a Canne il grande condottiero punico con una manovra avvolgente creata dalla velocità di corsa dei cavalieri numidi circondò completamente l’esercito avversario e con un rapporto sfavorevole di 1 a 4 riuscì a sconfiggere le legioni romane.(76)
2 ½ litra AR coniata a MORGANTINA serie SIKELIOTAN (214-212 a.C)
Morgantina nel 213 a.c. si sbarazzò del presidio romano e ospitò l’esercito punico di Imilcone che Annibale aveva inviato in Sicilia per aiutare Ippocrate ed Epicide ; i due fratelli a Siracusa resistevano all’attacco delle legioni romane comandate dal Console Claudio Marcello grazie al geniale Archimede che con le sue prodigiose macchine era riuscito a bloccare l’attacco nemico .(77)
½ SHEQEL d’argento coniata a Morgantina (213-211 a.c.) lega siculo-punica
Ma nel 212 a.c. un certo Moerico capo delle truppe mercenarie ispaniche aprì le porte ai soldati romani che dilagarono e Siracusa venne completamente spogliata di ogni bene con la popolazione resa schiava, in questa circostanza venne ucciso Archimede, il più geniale scienziato siceliota e per la Sicilia iniziò lentamente il declino.(78)
Moneta romana d’argento (didramma) coniato a SIRACUSA ? (230-222 a.c.)
Per non essere da meno della rivale Cartagine e per pagare i soldati durante gli anni (215-213 a.c.) Roma fece raffigurare le quadrighe e le bighe nelle sue monete (es. un didramma AR con Giove auriga e la quadriga in corsa), ma dobbiamo rilevare che la serie Sikeliotan coniata nella zecca di Morgantina degli anni 214-212 a.c. è stata e viene tutt’ora considerata dagli esperti la più significativa per rappresentare il cavallo.(79)
Annibale aveva fornito molto argento ai due emissari Epicide e Ippocrate ; quest’ultimo sappiamo che nel 213 a.c. durante la sua forzata permanenza con l’esercito fece coniare tante monete nella zecca di Morgantina .(80)
Il cavallo in corsa viene raffigurato nelle Sikeliotan da 2-4 litrae AR , mentre in una moneta di 8 litrae d’argento con la raffigurazione di Demetra=Filistide è stata rappresentata una quadriga con i cavalli in corsa e a mio modesto parere è da considerarla fra le più belle dell’antichità.(81)
8 Litrae AR – coniata a MORGANTINA – serie SIKELIOTAN (214-212 a.C)
Della stessa serie SIKELIOTAN c’è infine una moneta d’oro di 60 litrae con la biga in corsa simile a quella da 100 litrae coniata a Siracusa al tempo di Re Gerone II; dalla stessa zecca di Morgantina furono coniate delle piccole monete d’argento del valore di ¼ e ½ di sheqel della Lega siculo-punica con la raffigurazione del cavallo stante simile a quello rappresentato sulle puniche in elettro(oro-argento) risalenti agli anni 380-300 a.c.(82)Morgantina nel 213 a.c. si rese protagonista insieme ad altre poleis (Hibla, Ergezio, Magella ect) della ribellione e ciò fù possibile perché ad Akragas con l’esercito punico c’era anche la temibile cavalleria numida composta da 3000 cavalieri ,inviata da Annibale.(83)
60 litra AV coniata a MORGANTINA (212 a.c.) serie SIKELIOTAN
L’anno 211 a.c. quando Morgantina venne assediata dalle legioni romane guidate dal Pro-pretore Marco Cornelio Cetego , aiutato anche dagli ispanici di Moerico, è da considerarsi l’anno cruciale in quanto dalla libertà ed autonomia goduta nel periodo di Re Gerone II (275-215 a.c.) la polis passò alla totale schiavitù sotto il giogo di Roma.(84)Morgantina con la sua Khorà venne assegnata dal Senato romano come premio per la sua fedeltà a Moerico con i suoi hispani e lo stesso Moericoi per gli scambi commerciali della sua comunità fece funzionare la zecca cittadina con l’emissione di monete di bronzo di 2 uncias con Athena nel D/ mentre al R/ il cavaliere e la clamide e lancia monete denominate HISPANORUM (85)
Moneta di bronzo coniata a MORGANTINA? lega siculo-punica 213-212 a.c.
Serie HISPANORUM prima serie (211-180 a.c.)
Questa simbologia del cavaliere già del tempo di Re Gerone II (275-215 a.c.) era stato adottata da questa nuova comunità e perfino nella loro tarda emissione di Hispanorum degli anni 160-140 a.c. è stato raffigurato con il loro condottiero Moerico nel D/ in monete di bronzo da 6 uncias.(86)
Serie HISPANORUM terza serie (160-140 a.c.)
Nel periodo di dominazione romana (211-36 a.c.) i magistrati monetali romani in Sicilia nelle zecche delle città sottomesse fecero coniare diversi denari d’argento con la raffigurazione di bighe e quadrighe in corsa magnificare la potenza e la forza di Roma ; a Morgantina sono stati ritrovati nell’Agorà e soprattutto nei Grandi Granai diversi denari d’argento a partire dall’anno 209 a.c. sino a quelli del periodo di Cesare.(48-44 a.c.)(87).
Quinario romano (211-205 a.C) coniato a Morgantina ?
La Polis siculo-ellenizzata venne completamente trasformata dai Romani con la costruzione di un Macellum sulla precedente Tholos timoleontea dell’Agorà , di un Termopolium nel Bouleterion e delle grandi Fornaci mentre recenti studi dimostrano che nel suo vasto territorio assegnato agli hispani furono realizzate alcune fattorie di ricchi sicelioti legati in affari ai Senatori ed ai cavalieri romani.(88).La Sicilia da granaio di Roma durante il periodo di alleanza con Re Gerone II (275-215 a.c.) divenne dopo la conquista di Cartagine (204 a.c. ) una Provincia romana ambita dai grandi latifondisti romani che avevano la possibilità di utilizzare le migliaia di schiavi provenienti dai paesi conquistati.(89)
Le fattorie romane della Sicilia disponevano di grandi superfici di terreni ,mentre in precedenza suddivisi in lotti affidati ai piccoli proprietari e coltivati a rotazione col sistema geroniano avevano prodotto una vera ricchezza, furono trasformate in latifondi a pascolo per questo motivo ci fù un totale impoverimento dell’Isola.(90)
Tuttavia è’ molto probabile che il ricco possidente romano o siceliota avendo a disposizione grandi superfici si dedicasse all’allevamento di cavalli e Diodoro Siculo (fonte Posidonio) ci narra un’episodio significativo per la nostra Morgantina.
Denario romano del Magistrato Aurelio COTTA (139-135 a.C)
Durante la prima ribellione degli schiavi avvenuta nell’anno 135 a.c. a Morgantina avvenne che un certo Gorgo figlio di Kambalos uscì dalla città per andare a caccia ,quando un gruppo di schiavi ribelli (provenienti da qualche fattoria) cercarono ai avvicinarsi a lui.
Il padre(Kambalo?) uscì velocemente con il suo cavallo per aiutare il figlio , ma Gorgo rifiutò questo sacrificio pensando di fare un torto a colui che l’aveva messo al mondo, frattando in questo scambio di cortesie sopraggiunsero gli schiavi ribelli che li trucidarono .
Sappiamo che a Morgantina nel 135 a.c. la ribellione avvenne prima di Enna dove Euno un schiavo di Apamea utilizzando la sua arte d’indovino divenne in breve tempo il capo di un esercito ribelle composto da 20.000 schiavi , ai quali si aggiunsero quelli di Akragas guidati da un certo Cleone.(91)
E’ possibile che il cavallo venne utilizzato dagli schiavi ribelli infatti oltre Morgantina e Henna anche altre città come Akragas , Hibla , Tauromenio ect si ribellarono ai romani; mi pare chiaro per gli spostamenti da una città all’altra era necessaria la cavalleria.(92)
Nell’anno 134 -133 a.c. il Console Calpurnio Pisone riuscì con la sue legioni a riconquistare Morgantina , ma il comandante romano non ebbe migliore fortuna ad Henna dato che in questa città vi era maggior numero dei ribelli (40.000) bene organizzati da Euno (Basileos Antiocos) e Cleone.(93)
Diodoro narra che Euno quando nel 131 a.c. venne preso prigioniero dal Console romano Rupilio venne condotto nel carcere di Morgantina dove venne fatto morire ; certamente in base alle narrazioni di Diodoro posssiamo desumere che Agyrion la sua città natale aveva un territorio diverso da quello di Morgantina, nel quale c’erano sicuramente sia le fattorie romane sia i latifondi a pascolo e quindi migliaia di schiavi.(94)
Sono state queste le condizioni economiche e sociali adatte per una ribellione e e ci fù nell’anno 105 a.c. la seconda guerra servile intrapresa da Salvio , Morgantina dotata di grandi Granai e piena di viveri divenne l’obiettivo principale dell’esercito dei ribelli ch’era composto da ben 20.000 fanti e 2.000 cavalieri e quindi venne posta sotto assedio.(95)
Il Pretore romano Licinio Nerva con la sua legione riuscì ad occupare l’ accampamento degli schiavi , ma poco dopo venne attaccato duramente dalla cavalleria suddivisa da Salvio in tre schieramenti ed a stento riuscì a rifugiarsi a Morgantina lasciando sul campo ben 6.000 prigionieri.
Salvio promise ai prigionieri romani la libertà per chi passava dalla sua parte e nel contempo si rivolse anche agli schiavi dentro le mura ma il Pretore Nerva promise agli stessi la libertà se lo aiutavano a resistere; non sappiamo se Morgantina venne conquistata da Salvio poiché lo stesso si spostò nel Tempio dei Palici e poi verso la sicana Triocala per trasformarla nella sua residenza stabile.(96)
Denario romano nipote di Licinio NERVA (55-47 a.c.)
Durante le spogliazioni di Verre degli anni 73-70 a.c. la Sicilia era una miniera di tesori per il Pretore romano ,il suo territorio in mano ai latifondisti era divenuto alquanto per come testimoniato da Marco Tullio Cicerone, questore dell’Isola nel 70 a.c. e difensore dei siciliani dalle angherie di Verre.(97)
Morgantina al pari di tante altre città decumane aveva toccato la sua parabola discendente ed in seguito alla guerra combattuta fra Sesto Pompeo e Ottaviano,il nipote e figlio adottivo di Cesare nel 36 a.c. per avere dato ospitalità a tanti schiavi e fedeli pompeiani venne duramente punita con la sua totale distruzione.(98).
Il cavallo già utilizzato sui carri di Morgantina per il trasporto del grano venne sostituito dai muli per come è stato evidenziato da alcune monete dell’epoca di Cesare Tiberio, ma sicuramente la polis era già scomparsa per come ci ha lasciato scritto Strabone.(99).
AIDONE
Il Responsabile dell’Archivio storico comunale
Umberto DIGRAZIA