ENNA: LA UIL FPL ESPRIME PREOCUPAZIONE PER EVENTUALE ACCORPAMENTO REPARTI ALL’OSPEDALE UMBERTO I. A RISCHIO 400 POSTI DI LAVORO.

Il Direttivo Aziendale della UIL FPL – Azienda Sanitaria Provinciale di Enna, riunitosi presso i locali della UIL, approvata all’unanimità la relazione della Segreteria Aziendale, divulga il seguente comunicato:  “La Legge Regionale n° 5/2009 riguardante la Rimodulazione dell’Offerta Sanitaria in Sicilia dovrebbe rappresentare, per il nostro territorio, un momento di positività tendente a razionalizzare e migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e non, invece, come temiamo, un momento di smantellamento del sistema sanitario ennese in favore, probabilmente, di altre provincie; questa valutazione nasce dalle considerazioni che il quadro dirigente ha esitato, effettuando una valutazione

 degli interventi sin qui operati dalla nuova Direzione Generale. Gli interventi operati in tema di riorganizzazione del lavoro non lasciano presagire nulla di buono, infatti, abbiamo assistito alla emanazione di atti che sembrerebbero volgere alla diminuzione dell’offerta sanitaria attraverso la chiusura di Unità Operative Complesse dell’Ospedale Umberto I come, per esempio, della Chirurgia Toracica, l’accorpamento di Unità Operative Complesse quali Utin e Pediatria, l’accorpamento in unico piano dei posti letto delle Unità Operative Complesse di Oculistica ed Otorino, l’eventuale ridimensionamento dell’Unità Operativa di Fisiokinesiterapia, la mancata istituzione all’interno dell’Unità Operativa di Neurologia di un centro specialistico e completo per la diagnosi e cura della sclerosi multipla visto l’elevato numero di pazienti presenti nella nostra Provincia che confluiscono verso l’Ospedale S. Raffaele di Cefalù, la riduzione del 50% delle sedute operatorie per interventi di traumatologia, infatti, si è passati da quattro sedute settimanali a due alla settimana, la chiusura dell’ortopedia del P.O. di Nicosia per mancanza di operatori, la mancata apertura dell’Hospice presentato come un grande centro di eccellenza per l’assistenza ai malati terminali, stessa cosa vale per la rimodulazione dell’offerta sanitaria di alcuni reparti su cinque giorni lavorativi.
E’ efficienza sanitaria la gestione delle branche chirurgiche in un D.E.A. di 2° livello organizzato in questo modo? Perché non si apre ad Enna l’Emodinamica?

 

Come si può trattare un paziente affetto da patologie infartuali se non abbiamo gli strumenti adeguati e presenti in tutti reparti Utic di eccellenza? Sembrerebbe che alcune di queste specialistiche stiano per essere potenziate presso l’ASP di Caltanissetta. Che fine farà la Psichiatria dell’ex ASL 4 di ENNA? L’Oculistica ed l’Otorino mediante l’effettuazione di nuove tecniche chirurgiche non eviterebbero la mobilità passiva dei pazienti?
A dire del Direttore Generale, tali interventi sarebbero in via provvisoria ma in questi ultimi anni nulla più del provvisorio è diventato definitivo, né tantomeno è stata data formale garanzia di quanto asserito.
Nella citata Legge regionale n. 5/2009, all’art. 5 sancisce che sono atti della programmazione sanitaria locale i PIANI ATTUATIVI , ossia atti di programmazione di durata triennale, con i quali le Aziende sanitarie programmano, nei limiti delle risorse disponibili, dei vincoli e dei termini previsti dal P.S.R., le attività da svolgere nel periodo di vigenza del Piano medesimo.
Al comma 3° pone l’obbligo, in seno alla direzione delle A.S.P. di acquisire idoneo parere delle Conferenza dei Sindaci di cui D.L.vo n. 502/92, e conseguentemente trasmesso all’Assessorato regionale per la sanità ai fini di una verifica ed approvazione.
Ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato da quanto sancito dall’art. 9 della Legge in argomento, precisamente il comma 2°: sono organi delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale:
a) Il direttore generale…etc..
b) Il Collegio sindacale;
Ad oggi questa O.S. non ha alcuna notizia in merito alla nomina del Collegio sindacale per l’ASP di Enna, con paventato pericolo di inficiare l’attività amministrativa prodotta, quindi con eventuale ulteriore spreco di risorse, oltre al mancato dovuto controllo di legittimità sugli atti prodotti.
Ulteriore elemento di preoccupazione è prodotto da quanto stabilito dall’art. 16 della medesima Legge, specificatamente agli atti sottoposti a controllo da parte dell’Assessorato Regionale per la Sanità, in particolare:
L’ATTO AZIENDALE di cui all’art. 3 comma 1-bis del D.L.vo n. 502/62
IL BILANCIO DI ESERCIZIO
LE DOTAZIONI ORGANICHE COMPLESSIVE
I PIANI ATTUATIVI
GLI ATTI DI PROGRAMMAZIONE LOCALE.
Atti che dovrebbero essere preventivamente concordati anche con le OO.SS.
Ma salvo sporadici incontri, con ordini del giorno generici in tema di riorganizzazione degli uffici, ancora nulla è stato formalizzato a questa scrivente O.S..
Inoltre, l’art. 21 pone il divieto di esternalizzazione delle funzioni.
Al Comma 1° viene posto il divieto di affidare mediante appalto di servizi o con consulenze esterne, l’espletamento di funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o di unità operative aziendali..etc…omissis..
Al comma 2° nei casi di comprovata necessità derivante da carenza di organico o di uffici è possibile derogare da tale veto, con provvedimento del Direttore Generale adeguatamente motivato da sottoporre alla preventiva approvazione dell’Assessorato Regionale per la Sanità e da comunicare successivamente alla Corte dei Conti.
Orbene, nonostante tali perentorie indicazioni, risulterebbero alcune c.d.“esternalizzazioni” in regime di proroga, mentre altre no.
Non si capisce bene quali siano i criteri e/o le mire strategiche adottate.
Sebbene questa O.S. sia sempre stata contraria alle esternalizzazioni che portano alla lievitazione dei costi, specie quando i servizi possono essere resi dal personale ivi assunto, non si può non prendere in considerazione il grave rischio occupazionale a cui va incontro la provincia di Enna. Poiché l’ASP di Enna rappresenta il principale elemento occupazionale per il territorio Ennese, se  cessassero tutte le esternalizzazioni si rischierebbe la perdita di circa quattrocento posti di lavoro (vedi CUP – ALPI, la RSA di Pietraperzia, Centro Gravi di Leonforte)

 

ed a seguire per analogia i servizi trasporto  per gli emodializzati o per la terapia domiciliare. Poiché trattasi di servizi di una certa rilevanza, il tutto dovrebbe avvenire con delle valutazioni oggettive e di concerto con le autorità  locali, anche al fine di poter riorganizzare i servizi con il personale dipendente senza arrecare grave disagio per gli utenti stessi ed al fine di evitare, inoltre, eventuali squilibri di ordine pubblico.
Fra l’altro, le strategie che l’azienda vorrebbe mettere in atto non sembrerebbero, al momento, sortire gli effetti sperati in tema di razionalizzazione della spesa sanitaria.
Si ha la sensazione che la razionalizzazione della spesa debba passare solo ed esclusivamente attraverso il personale dipendente e dell’indotto che la Sanità in provincia determina.
Si ha la sensazione che la Legge 5, definita come l’ancora di salvataggio sol perché diminuisce nei fatti i direttori generali da ventidue a diciassette, possa determinare, invece, ulteriori posti di sottogoverno attraverso la individuazione di coordinatori e sotto coordinati delle varie Aree Nord – Sud – Area Amministrativa – Area Veterinaria – Area Sanitaria Farmaceutica.
Ed il personale dipendente?
Da anni è in attesa dei cosiddetti processi di verticalizzazione che avrebbero permesso al personale di avere riconosciuta la professionalità acquisita, è in attesa dell’applicazione di alcuni istituti contrattuali già definiti in sede di contrattazione decentrata tra le parti, quali le progressioni economiche all’interno della categoria di appartenenza, le c.d fasce, in ritardo di tre anni per il personale dell’ex AUSL 4, contrariamente agli accordi assunti con la precedente amministrazione, l’applicazione delle posizioni organizzative, della riqualificazione dei profili professionali a seguito della esternalizzazione di alcuni servizi come la mensa – cucina  e di quelli manutentivi, generando rassegnazione ed apatia.
Da mesi portiamo avanti la questione dei portieri dell’Ospedale Umberto I, che svolgono ordine pubblico, chiedendo la revisione di alcuni punti della convenzione con una ditta privata, circa la gestione del perimetro esterno, ma a tutt’oggi nessuna risposta.
Cosa chiede la UIL FPL?
La nomina del collegio sindacale, perché da quando si è insediata la nuova direzione si opera senza un organo deputato al controllo ed alla fattibilità di alcuni atti.
L’Atto Aziendale quale momento di programmazione reale di quello che si vuole fare della Sanità in Provincia di Enna.
Stop alle consulenze esterne ed incarichi,senza tenere conto del personale già di ruolo, magari  valorizzando al massimo il personale dipendente dotato di grande professionalità.
Relazioni sindacali che vedano realmente coinvolto il sindacato nelle scelte strategiche ed occupazionali e non semplicemente un sindacato che deve accettare le scelte dell’Amministrazione.
Un controllo più forte sulla spesa farmaceutica perché li si potrebbero recuperare parecchie risorse da destinare ai servizi da erogare all’utenza evitando così la chiusura di pezzi di ospedali.
Il Direttivo da mandato alla Segreteria Provinciale, di attivare tutte le procedure per manifestare lo stato di agitazione del personale che si potrebbe concretizzare con un’assemblea permanente nei locali dell’ASP di Enna, allargando la stessa al personale delle cooperative che da qui a breve tempo potrebbero ritrovarsi senza lavoro.
Con l’occasione si invita, laddove lo ritenga opportuno, la classe politica ennese, a rigenerare nelle lavoratrici e nei lavoratori un momento di fiducia verso le istituzioni, avendo a cuore i problemi di un territorio già in fase avanzata di colonizzazione”.

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