Da circa tre mesi vengo sollecitato a sciogliere la riserva sull’eventuale mia candidatura alle primarie interne del partito democratico. Primarie previste dallo statuto del PD e deliberate dall’assemblea del circolo di enna. Mi scuso con te e con il partito tutto per non averla sciolta nei termini previsti e da te più volte sollecitati, perché ritenevo che la mia scelta, nella qualità di sindaco uscente, non si appartenesse solo a me, ma riguardasse l’intero gruppo dirigente del partito, e dovesse, dunque, discendere da una approfondita riflessione sul lavoro svolto e sugli impegni ancora da portare avanti, essendo la posta in gioco molto alta, e cioè le sorti del comune di Enna,
che resta l’ultimo capoluogo di provincia in Sicilia governato dal centrosinistra.
E questo nonostante consideri le elezioni primarie l’unica vera novità nel panorama della politica italiana, in grado ancora di suscitare partecipazione ed interesse tra i cittadini.
Credo di contro che, nella nostra città, le primarie interne e non di coalizione, in presenza del sindaco uscente e di un partito che, non nascondiamocelo, vede ancora convivere due sensibilità diverse che stanno cercando faticosamente di fare sintesi, possano produrre lacerazioni, difficilmente sanabili, che rischieremmo di trasferire alle elezioni di primavera.
Tengo a ribadire che non è mai stata mia intenzione sottrarmi al giudizio dei cittadini, anzi resto sempre e comunque disponibile a farlo poiché, nonostante tutte le difficoltà, sento forte la responsabilità di fronte ad una comunità che mi ha dato il privilegio di governarla, tributandomi, grazie all’impegno di tutta la coalizione, un ampio consenso elettorale.
Pur tuttavia, per le personali valutazioni sopra esposte, ritengo di non potere accettare la proposta di candidarmi alle primarie interne del PD.
Spero che questa mia scelta possa contribuire a rasserenare il clima, liberando le legittime ambizioni di tanti e favorendo un confronto tra proposte che, sono certo, si esprimeranno ai più alti livelli di rappresentanza del partito e della città.