Una delegazione di restauratori associati alla CNA, guidati dal Presidente Prov.le dell’Artistico e Tradizionale Angelo Scalzo e dal Direttore Prov.le della CNA Giuseppe Greca, è stata ricevuta dal Presidente della Camera di Commercio Liborio Gulino; l’incontro richiesto dai restauratori, ha avuto come oggetto la grave problematica venutasi a creare a seguito della emanazione del DM 53/09 che disciplina le modalità per lo svolgimento della prova d’idoneità, e dal DM 26 Maggio 2009, n. 86, – Definizione dei criteri per il riconoscimento della qualifica professionale. Un decreto che, dicono i restauratori, causerà l’espulsione dal mercato di molte aziende che fino ad oggi hanno esercitato tale attività;
è assurdo pensare che per ottenere la qualifica occorre dimostrare di aver un diploma ottenuto in una delle due scuole di restauro riconosciute dal Ministero dei beni culturali o attraverso la dimostrazione di aver eseguito lavori di restauro pubblici, con la specifica che alla data del Dicembre 2001 abbiano conseguito 8 anni di attività lavorativa o in alternativa almeno due anni di studi presso una scuola di specializzazione regionale ( almeno di 600 ore ) e almeno il doppio in attività lavorativa.
Le regole contenute nel Codice del restauro sono un attacco al cuore del made in Italy perché di fatto non riconoscono la competenza e il saper fare della secolare tradizione dei restauratori artigiani. Le regole attuative varate con grande ritardo rispetto alla previsione del Codice del restauro considerano unicamente validi i requisiti maturati prima del 2001: chi ha restaurato negli ultimi 8 anni è come se non lo avesse fatto.
Una normativa formale, burocratica e fortemente penalizzante, dice Scalzo, rischia di fare scomparire le nostre imprese, lasciando il mercato solo alle scuole di restauro e ad un numero sparuto di artigiani.
Parte da queste argomentazioni la richiesta al Presidente Gulino di un interessamento ed un sostegno a favore di una categoria di imprenditori che se pur non essendo numerosa rappresenta un patrimonio di professionalità, specializzazione e competenza; tutti requisiti che fino ad oggi hanno contribuito a mantenere integro il patrimonio artistico e culturale italiano.
Il Presidente della Camera di Commercio interpretando il malessere della categoria, oltre a manifestare la propria solidarietà si è reso disponibile ad attivare, anche attraverso l’UNIONCAMERE Regionale e Nazionale, tutte quelle iniziative necessarie, per sollecitare l’intervento diretto del Ministro per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi per riscrivere, anche nella considerazione che a livello nazionale sono stati presentati ben 5 ricorsi al TAR del Lazio, un decreto che rischia di spazzare via generazioni di competenze e professionalità, impedendo anche a quelle future l’accesso alla professione.