ELIO GALVAGNO (PD): “NO AL NUCLEARE IN SICILIA. PRESENTATO DISEGNO DI LEGGE

“Il piano del Governo nazionale di riaprire la stagione nuclearista in Italia, pur dopo un voto popolare che ha sancito il “NO” al nucleare, e in presenza di problemi irrisolti legati alla prima stagione nuclearista (basti pensare alla questione dello smaltimento delle scorie prodotte dalle centrali negli anni ottanta), appare assolutamente irrazionale e mette a rischio, laddove dovesse essere attuato, la sicurezza ambientale e sanitaria delle popolazioni interessate”. Così Elio Galvagno, deputato regionale del Pd e cofirmatario di un DDL contenente “Disposizioni in materia di energia nucleare”. “Nel pieno rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione e in assenza di intese con lo Stato in merito alla loro localizzazione – si legge all’art. 2 del DDL – il territorio della Regione Sicilia è precluso all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché di depositi di materiali e rifiuti radioattivi”.
“Di fronte ai noti rischi umani ed ambientali legati agli insediamenti nucleari, – dice  l’On. Galvagno – importanti Paesi come la Germania, la Svezia e l’Olanda hanno già programmato la propria uscita dal nucleare per puntare con forza su energie pulite, rinnovabili e sicure. In particolare in Sicilia, caratterizzata da oggettivi rischi sismici e idrogeologici, non del tutto eliminabili con le centrali di terza generazione cui fa riferimento l’accordo Berlusconi-Sarkozy, e con un territorio circondato dal mare e ricco di sole, si può favorevolmente investire su altri tipi di energie rinnovabili che non comportino rischi per l’ambiente e per la salute, senza, peraltro, i costi esorbitanti del nucleare e senza attendere i tempi troppo lunghi della realizzazione degli impianti nucleari”.
La Sicilia, tra l’altro, produce energia ben oltre il proprio fabbisogno, esportandone grande quantità a vantaggio della comunità nazionale. In essa, infatti, si producono circa 9.900.000 mw annui di energia elettrica legata ai processi di raffinazione. Il bilancio tra import ed export è in atto positivo e il valore dei prodotti petroliferi esportati oscilla intorno all’80% del valore di tutto l’export siciliano. La quantità di gas estratto è di circa 740 mc. Accanto all’attività estrattiva si svolge anche un’intensa attività di raffinazione, basti pensare alle tre raffinerie di Siracusa, di Milazzo e Gela. Essa fornisce il 2,7 % dell’estrazione nazionale di gas, il 12,9% dell’estrazione nazionale di greggio, il 40% degli idrocarburi raffinati che il Paese consuma e, a breve, tratterà il 73% del gas importato dall’Italia.
“Per far fronte a questa rilevante quota di produzione energetica – continua il deputato del Pd – la Sicilia paga un prezzo altissimo in termini di degrado ambientale di intere aree e di gravi ricadute sulla salute dei cittadini. In tal senso, proprio uno dei principali svantaggi dell’energia nucleare è costituito dalle cosiddette “scorie” soggette a una continua emissione di radiazioni per la loro collocazione all’interno o in prossimità del reattore; alcune di esse hanno un periodo di decadimento che raggiunge i 100.000 anni e continuano ad emettere radiazioni pericolosissime per la salute, richiedendo, pertanto, attente precauzioni nel trattamento di smaltimento.
Per questo il disegno di legge presentato, e di cui auspico una rapida approvazione, intende dire con forza “NO” al nucleare in Sicilia, nella convinzione che ciò di cui ha bisogno la nostra regione non sia la creazione di centrali nucleari ma di un Centro di eccellenza per la ricerca di fonti energetiche non inquinanti, guardando ad un modello di sviluppo centrato sulle fonti energetiche rinnovabili e favorendo  politiche energetiche basate su tecnologie innovative, che garantiscano uno sviluppo sostenibile del sistema economico e produttivo regionale”.
“La battaglia ambientale è un tutt’uno con quella per l’innovazione tecnologica e la crescita economica. D’altronde la Sicilia – conclude Elio Galvagno – è un territorio ad alta vocazione turistica ed inevitabilmente un insediamento nucleare ne comprometterebbe l’attrattività turistica e culturale. Per tali ragioni è necessario attivare da subito ogni idonea e necessaria procedura per dichiarare la Regione Sicilia “Regione denuclearizzata”.

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