ENNA: MENO INTELLIGENTI AL SUD ITALIA??. PER IL DIRIGENTE SCOLASTICO GIUSEPPE SAMMARTINO LO PSICOLOGO LYNN “L’HA SPARATA GROSSA”

Che noi meridionali siamo terroni, razzisti, magari piccoli di statura o, peggio ancora, dei delinquenti, l’abbiamo sentito dire tante volte da non prestarci più attenzione. Ma apprendere che siamo anche meno intelligenti, è la goccia che ha fatto, per agitazione e perché pieno, traboccare il vaso. La teoria dello psicologo Richard Lynn che “ in Italia le differenze del quoziente intellettivo fra Nord e Sud, da attribuire alla mescolanza con le popolazioni del Nord Africa e del vicino Oriente, caratterizzate da un quoziente d’intelligenza più basso, predicono le differenze nel reddito, nel livello d’istruzione, nella mortalità infantile e nell’alfabetismo”, oltre che provocatoria, è, di sicuro, farneticante.
Una simile teoria sulla negatività della mescolanza delle razze ha un suo precedente storico nella dottrina nazionalsocialista della superiorità della razza ariana, che ha prodotto, purtroppo, una tragedia collettiva, la cosiddetta Shoah, ovvero la crudele uccisione di deformi, di tossicodipendenti, di pazzi, di milioni di ebrei.   
Se tale teoria non fosse una farneticante provocazione, sarebbe facile considerarla una battuta di spirito, una boutade, da far ridere a crepapelle. L’ha sparata grossa, non c’è che dire!, il prof. Lynn. Ha raggiunto, con una grande stupidata, la notorietà, ridimensionando, però, la sua credibilità di scienziato.
Ha suscitato, infatti, dissensi nel mondo scientifico, al punto che il prof. Emanuele Felice, rettore dell’Università di Siena, uno dei massimi esperti dei divari di sviluppo in Italia, non ha esitato a definirsi “ sconcertato” per una teoria che non ha alcun fondamento scientifico, poiché, a suo dire,   “ i nostri migliori studenti sono meridionali ”.
Se fosse vera la teoria di Lynn che il sottosviluppo del Meridione d’Italia nasce, per una banale e casuale mescolanza di razze, da un genetico deficit intellettivo dei meridionali, dovremmo, allora, rivedere tutto, anche i libri di storia. I governanti di ieri e d’oggi del Meridione d’Italia, noi stessi, di certo, non avremmo alcuna colpa per non essere riusciti a portare a termine il nostro sviluppo.
Secondo tale logica per potere ridurre il gap con il Settentrione d’Italia, non basterebbe – già lo stiamo facendo! – migliorare il nostro livello d’istruzione se, in contemporanea, non siamo capaci di respingere dal nostro territorio, per non continuare a subirne la mescolanza, le popolazioni del Nord d’Africa e del vicino Oriente.
Non può più consolarci la constatazione che noi meridionali siamo statisticamente fantasiosi e che molti di noi di ieri e d’oggi, contrariamente a quello che ne pensa il prof. Lynn, siano geniali. Se ciò è avvenuto, lo dobbiamo soltanto al puro caso o alla mera fortuna: è un’eccezione che conferma la regola di essere una popolazione di sottosviluppati, se non di handicappati!
In vero, tale teoria non ha affatto alcuna base scientifica, stante che è basata su alcuni dati provenienti dai test cosiddetti Pisa ( un programma internazionale di rilevazione studentesca) che servono a misurare le differenze nei risultati scolastici.
E’stata solo una spettacolare provocazione – accettiamola come tale – che è servita a distrarre momentaneamente la nostra attenzione dai problemi secolari del nostro sottosviluppo, per la cui soluzione non abbiamo alcun alibi.
Se vogliamo, infatti, abolire o almeno ridurre le differenze d’istruzione e di reddito tra il Sud e il Nord d’Italia, dobbiamo contare sulle nostre forze.
A noi meridionali, e non ad altri, spetta programmare e rendere possibile il nostro sviluppo.
Ce la possiamo fare, senza alcun dubbio, al di là di ogni delirante, provocatoria teoria.
Occorre, tuttavia, tutto il nostro impegno, la nostra piena, quotidiana disponibilità.
Giuseppe Sammartino

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