LAVORATORI DEL CUP DELL’ASP: IL SINDACO CONVOCA I PARLAMENTARI REGIONALI

Per chiarire le sorti dei 37 operatori del Centro unico di prenotazione dell’ex Asl di Enna, oggi confluita nell’Azienda sanitaria provinciale, che dal prossimo 1 aprile rischiano di rimanere senza lavoro il sindaco di Enna, Rino Agnello ha convocato una riunione alla quale hanno partecipato il direttore dell’Asp, Nicola Baldari, i parlamentari regionali Elio Galvagno, Salvatore Termine e Paolo Colianni e i presidenti dei consigli comunali e provinciali, Paolo Gargaglione e Massimo Greco. Nell’esprimere la piena solidarietà ai lavoratori, il sindaco ha sottolineato la disponibilità di Baldari a trovare una soluzione che potrebbe arrivare da l’emendamento sottoscritto dai parlamentari regionali della provincia di Enna all’articolo 21 della legge 5 del 2009 che vietava la esternalizzazione dei servizi. Se l’emendamento, che si discute in aula il prossimo martedì, dovesse essere votato favorevolmente in commissione sanità e parlamento consentirebbe l’esternalizzazione del servizio Cup con il mantenimento dei posti di lavoro fino a quando non verrebbe espletato regolare bando. Altra possibilità potrebbe essere quella di un autorizzazione, su richiesta del direttore Baldari, dell’assessore Massimo Russo per continuare il servizio con gli stessi lavoratori e comunque sempre fino all’’espletamento delle procedure di evidenza pubblica. Intanto è stata già fissata una audizione parlamentare, il due marzo prossimo, con tutti i componenti la commissione sanità, i sindacati, il direttore generale e i parlamentari regionali per affrontare il problema.
“Siamo ottimisti sull’esito della soluzione atteso che abbiamo trovato nel direttore Baldari disponibilità ad assecondare il percorso – ha detto il sindaco Rino Agnello – Ho voluto invitare attorno un tavolo i parlamentari affinché si potesse intraprendere un’unica strada a garanzia di un servizio utile ed indispensabile per la nostra comunità. Chiediamo garanzia dei livelli occupazionali del territorio affinché il già ridotto bacino di lavoratori occupati non sia ancor più impoverito”