L’inefficienza del sistema dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia rischia di portare i Comuni al collasso finanziario. L’allarme e’ stato lanciato dall’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilita’, Pier Carmelo Russo, in un intervento alla tavola rotonda organizzata da Legambiente nell’ambito della manifestazione dedicata ai ”Comuni ricloni”. L’iniziativa viene organizzata ogni anno per dare un riconoscimento agli enti locali risultati piu’ virtuosi nella gestione del servizio di smaltimento. Russo ha tracciato il quadro allarmante dei problemi organizzativi e gestionali degli Ato, le societa’ d’ambito che in questi giorni si sono ritrovate al centro di complesse vicende, difficolta’ finanziarie, interventi della corte dei conti. Al punto che, per scongiurare le emergenze, la Regione ha ritenuto necessario intervenire con anticipazioni e commissariamenti.
La questione piu’ seria e’ stata individuata da Russo nel ”disequilibrio economico” dei consorzi che li pone al di fuori delle regole di mercato. Oltre a costituire un’alterazione delle condizioni di mercato, il disastro gestionale mette a repentaglio anche la tenuta finanziaria degli enti locali. Come esempio ”non virtuoso” l’assessore ha citato il caso dell’Amia che, per il conferimento nella discarica di Bellolampo, chiede ai Comuni 140 euro a tonnellata, una cifra di gran lunga superiore a quella di mercato. Questo, ha osservato, e’ il frutto di un ”sistema alterato della concorrenza”. Per questo nei casi di necessita’ la Regione decidera’ l’apertura di altre discariche.
La riforma presentata all’Ars cerca, ha spiegato Russo, di mettere ordine nel sistema dei rifiuti riducendo gli Ato da 27 a nove, uno per ogni provincia. Il numero massimo e’ gia’ stabilito dalla legge in 14: e quindi si procedera’ al salvataggio delle societa’ d’ambito piu’ sane che anzi saranno prese come ”parametro esemplare” da applicare all’intero sistema.
FN/SL