Egregio sig .Presidente della Provincia di Enna mi rivolgo a Lei con la presente per denunciare quanto segue: la strada denominata sp 39 per intenderci “la strada dell’ Altesina” che collega la sp 19 con la sp 94, importantissima arteria di collegamento, per migliaia di cittadini di Villadoro, Nicosia, Sperlinga, Capizzi, ecc, che la percorrono per recarsi a Enna per lavoro, per disbrigo pratiche ecc. utilizzata, perfino, come unica strada di collegamento per diverse decine di aziende agricole e da centinaia di braccianti forestali durante l’ anno per i turni di lavoro presso il cantiere del monte-riserva Altesina. La Strada in oggetto misura all’ incirca solo una decina di chilometri, fondamentale per diverse centinaia di persone che , come si evince, la usano tutti i giorni. Come Ella saprà benissimo, da circa quattro anni questa strada è chiusa al transito, o meglio, è chiusa al transito per togliere ogni responsabilità alla “Provincia”. Di fatto, tutti circoliamo su quella strada, pericolosa, inadatta ormai al traffico autoveicolare attuale, priva di qualsiasi manutenzione, ormai, è poco più che una mulattiera. Tutti circoliamo ignari del fatto che se dovesse succedere qualcosa tutte le responsabilità ricadranno su noi “cittadini – utenti”.
Politici, amministratori, perfino i Suoi consiglieri di maggioranza: Spedale e Ferrara, circolano su quella strada, ma tutti non sanno, o meglio, fanno finta di non sapere …
Egregio Presidente, ricordo ancora il suo slogan dopo che ha vinto le elezioni: “ LA SVOLTA è INIZIATA”, peccato che non si vede … anzi … quella strada va sistemata, e direi, anche urgentemente. Che fine hanno fatto i finanziamenti dell’ ultima finanziaria del governo Prodi? Proprio quella che ha destinato svariati milioni di euro alle Province per la manutenzione delle strade?
Dopo la presente lettera, mi auguro che i lavori abbiano subito inizio, ma se invece, per puro atto ritorsivo, verrà transennato l’ ingresso della strada, Le comunico fin d’ora che sarò ben lieto di essere il promotore di una rivolta collettiva.
Giovanni Gangitino