CONSIGLIERE PROVINCIALE SALVATORE MIRODDI: E’ IN PIENO CORSO IL FESTIVAL DELLA MALAFEDE, LA VENERE POTREBBE NON ARRIVARE MAI NELLA NOSTRA AIDONE

Permettetemi colleghi di iniziare questo mio intervento che sarà breve, – poiché sono persuaso che nella vicenda Venere di Morgantina meno chiacchiere si fanno e più azioni si approntano, meglio è, – con la brevissima descrizione di uno scenario fantasioso. Immaginatevi se un domani Nicolas Sarkozy decidesse, “motu proprio”, magari a seguito di pressanti sollecitazioni della consorte di origine italiana, di restituire, non dico la Gioconda, ma una delle opere trafugate da Napoleone I nel corso della campagna d’Italia di fine 700, e custodite al Louvre di Parigi. Immaginate che l’opera in questione dovesse risiedere, – per obiettive ragioni storiche – diciamo nella sacrestia di una  chiesa sconsacrata e bisognosa di restauro in un piccolo paese della provincia di Rieti e che esistessero in tal senso un impegno e un protocollo chiari e che a pochi mesi dall’arrivo dell’opera, nel territorio del sito di destinazione tutto fosse desolatamente fermo. Presumo che vi sarebbe una sorta di sollevazione della popolazione e degli Enti Locali di Rieti (comune interessato e provincia in primis) che promuoverebbero una forte campagna contro l’inazione del Ministero dei Beni Culturali a cui spetterebbero gli oneri relativi all’approntamento di quanto necessario per ricevere degnamente il reperto.
Esattamente il contrario di quanto, purtroppo nella realtà, sta avvenendo sull’asse Aidone Enna Palermo per la sistemazione della Venere di Morgantina
Ho descritto-  colleghi – un canovaccio di fantasia e frutto della mia immaginazione che peraltro accompagna da settimane i miei pensieri di cittadino e di rappresentante in questo consiglio della comunità aidonese e del sud della provincia che potrebbero essere i primi, ma non gli unici, fruitori dei benefici che l’arrivo di un reperto di tale valore sicuramente porterebbe.
Perché, mi domando, anche in questa vicenda che avrebbe potuto essere gestita con trasparenza e unità di intenti, da mesi assistiamo invece a quella che ho recentemente definito una brutta commedia degli errori?
Perché c’è in questa provincia chi gioca a nascondino, simulando interesse ma in realtà denunciando al minimo una spaventosa inadeguatezza?
Noi sappiamo da anni ormai che la Venere sarebbe tornata a casa dopo il trafugamento, l’avventurosa vendita e il riconoscimento da parte del Museo Paul Getty del diritto della Sicilia e di Aidone in particolare di riavere la muta e splendida  testimonianza di un grande passato.
Com’è possibile che il signor Assessore regionale ai Beni culturali Armao (omen nomen!), che ha definito un piano di privatizzazione dei Beni Culturali stralciando peraltro la nostra provincia,  a cui per ventura spetta il compito di rendere fattibile nei tempi previsti la ricollocazione nell’ex chiesa di San Domenico di Aidone ponga in essere una manfrina a cui quasi nessuno pensa di contrapporre le giuste ragioni di una comunità?
I fatti, ad oggi, sono noti, ed è perfettamente inutile che io li riassuma.
Questo signore, che si guarda bene di venire in questa sede a rendere conto del suo operato – preferendo un più comodo viaggio in quel di Shangai a fare non si sa bene cosa e a quale scopo-, da mesi si prende gioco di tutti noi, e se qualcuno  glielo fa notare, si inalbera, strepita, telefona, assicura…insomma dà la stura ad un vaniloquio privo di costrutto e non credibile.
Il Sindaco e la municipalità di Aidone mi risulta abbiano presentato un progetto, che ho personalmente esaminato – e sulla base della mia esperienza, considero un buon progetto –  che, se finanziato, metterebbe, almeno nelle sue parti più urgenti, in poche settimane il sito nella condizione di poter esporre in sicurezza il reperto.
Orbene, ho appreso che tale progetto secondo il Sinedrio dei burocrati dell’Assessorato ai beni culturali non va bene poiché occorreva fare un appalto concorso!
E se ne accorgono solo ora?!
Dov’erano l’assessore e lor signori nei mesi passati?
Perché quell’appalto non l’hanno indetto a tambur battente considerata la ristrettezza dei tempi?
Perché il sindaco di Aidone non ha denunciato – se non dopo essere stato sollecitato dalla commissione che presiedo – l’evidente, maldestro tentativo di costruire un sistema di impedimenti tali da rendere impossibile nei tempi stabiliti la collocazione della Venere in San Domenico?
E lei, presidente Monaco, perché, al di la di qualche affermazione di puro marketing propagandistico non ha sentito il dovere etico e morale di occuparsi in h24 di questo tema?
E’ vero che la Provincia Regionale non ha alcun potere sulla materia di cui stiamo discutendo ma una chiara presa di posizione dell’Amministrazione non è che avrebbe guastato.
E già, mi rendo conto, lei presidente era ed è impegnato a tenere insieme, senza peraltro riuscirci, i pezzi della sua sbrindellata maggioranza.  
Non poteva certo trovare il tempo di occuparsi di una questione che interessa il futuro della popolazione che  amministra.
Inoltre nel mare magnum della confusione politica in cui versa il centro destra nella regione siciliana mi rendo conto che lei, nelle more doveva decidere “dove collocarsi” nei nuovi equilibri del centro destra siciliano e nazionale, e  aveva dunque ben altro a cui pensare che a una questione di stretta competenza regionale.

Così, essendo in pieno corso il festival della  malafede, delle assenze, del disinteresse e della forma più odiosa della burocrazia siamo messi innanzi alla possibilità – dobbiamo saperlo, più che concreta – che la Venere potrebbe non arrivare mai nella nostra provincia e ad Aidone.
Se così sarà, cari colleghi, si tratterà di una vergognosa sconfitta per un intero ceto politico che mostrerebbe in modo clamoroso la cifra della propria inerzia autoreferenziale.
Non è qui in discussione in quella che potremmo definire “La notte della Venere” l’assegnazione di maggiori responsabilità a questo o a quel gruppo politico.
Certo, recita il detto, “nella notte non tutti i gatti sono grigi” tuttavia è evidente che chi ha responsabilità apicali merita di indossare la maglia di leader di questa poco commendevole classifica.
Ma, colleghi, non illudiamoci, non illudetevi: tutti noi avremo il dovere di spiegare ai cittadini di questa provincia  le ragioni e i motivi per i quali, nell’era della globalizzazione, della società liquida che pur tuttavia può ricevere, in forza della propria storia, occasioni di rilancio economico e sociale, un’intero consesso provinciale non si è costituito convintamente come parte in una vicenda che, al contrario, avrebbe  dovuto vederlo attore protagonista.
Tuttavia voglio ancora sperare che non sia troppo tardi….

Abbiamo appreso in queste ore, dopo averla invitata a riferire alla II commissione, che la Provincia si è attivata per reperire i fondi necessari per rendere agibili le strade che conducono ad Aidone e Piazza Armerina.
Vedremo quando arriveranno questi fondi e quali saranno i tempi necessari  e previsti per l’ avvio e il rapido completamento dei lavori.
Voglio, nonostante, come ho già detto, lo storico consolidato non mi induca all’ottimismo, dare credito alle affermazioni e agli impegni che lei, presidente, ha reso e assunto in sede di commissione e, voglio sperare, assumerà in Consiglio Provinciale.
Voglio altresì credere che l’ineffabile Assessore regionale ai Beni Culturali si dia una mossa e assuma come stella polare dei suoi prossimi atti il solo fatto che in questa provincia c’è chi non intende farsi incantare dalle sue affabulazioni ma che attende che siano assunte decisioni chiare e in equivoche.
Voglio infine sperare che il Sindaco di Aidone a partire da oggi si muova in concerto e in modo sinergico con quanti, dentro e fuori quest’aula intendono sostenere la comunità da lui guidata in una vicenda che, auspico vivamente, si concluda nel segno della giustizia, a favore non solo della popolazione aidonese e del comprensorio ma di tutto il territorio della nostra provincia.