Apparteneva all’imperatore Aurelio Commodo, la villa romana del II secolo D.C., scoperta il 5 giugno 1994 da Liborio Centonze, (professore ordinario di filosofia e storia presso il Liceo Classico di Piazza Armerina). Il 29 Maggio 1994, grazie ad un articolo sul quotidiano “La Sicilia” a firma di Luigi Barbaro, la sovrintendeza di Enna viene a conoscena del sito archeologico,ed avvia subito una visita ispettiva alla presenza dei giornalisti Salvatore Licata e Luigi Barbaro. A distanza di poco tempo, viene avviata anche una campagna di scavi con una spesa di 110 milioni di vecchie lire. Ma quel che resta sicuramente incomprensibile, è come mai a distanza di 16 lunghi anni, poco o niente è stato fatto per pubblicizzare la presenza di questo importante sito archeologico,
che continua a restare un perfetto sconosciuto, a tutti quei turisti che annualmente si recano in questa provincia. Oggi si parla molto della valorizzazione del patrimonio archeologico di questo territorio, e soprattutto, si parla della valorizzazione dei siti archeologici di Piazza Armerina ed Aidone. Ma bisogna anche ricordare che affianco a questi importanti siti archeologici esistono moltissimi siti di elevato interesse storico-culturale che continuano ad essere praticamente dimenticati. Fra questi ricordiamo il tempio Svevo di Braemi in agro di Piazza Armerina, la Mansio Romana di contrada Albana, la necropoli di cozzo San Giuseppe a Calascibetta, la necropoli greca di contrada Montagnola a Barrafranca. Tutte queste aree restano ancora oggi tristemente abbandonate a se stesse, nel completo disinteresse delle istituzioni che nel corso degli anni, hanno fatto poco o nulla per renderle fruibili al grande pubblico”.
Siti archeologici, che se valorizzati, portebbero turismo, lavoro e crescita economica, ma
“Tutto questo – dichiara Centonze – non è mai stato fatto. Si sono spesi in passato moltissimi fondi su siti archeologici di minore prestigio, come la villa Romana del Tellaro di Noto o la Villa Romana di Patti, ma non sono mai stati stanziati fondi per campagne di scavi in Provincia di Enna: con il rischio di dare in pasto agli scavatori di frodo, beni culturali di grande interesse, che vanno salvaguardati”.
COn queste parole Liborio Centonze, critica con forza questo disinteresse diffuso. Non dobbiamo dimenticare che questa provincia, è tra le, più ricche di siti archeologici, che ancora oggi restano tristemente sconosciuti.
Anche il Consigliere Provinciale Alfredo Colianni, “ha dichiarato che è sua intenzione interessarsi personalmente della questione, e che nel corso delle prossime sedute del consiglio provinciale verrà fatta un interpellanza al Presidente Monaco per chiedere cosa si stia facendo per tutelare questo importante patrimonio archeologico.
Mario Barbarino