Siamo i dipendenti dell’ ARCA scrl che gestisce in appalto il servizio CUP ( Centro Unico Prenotazioni) dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna. Molti di noi sono stati impegnati in questo servizio, senza soluzione di continuità, dal febbraio 2005 allorquando per la prima volta si decise da parte dell’ Azienda Sanitaria di esternalizzarlo attraverso una gestione privata che da una parte avrebbe dovuto garantire alti livelli di efficienza e dall’altra un utile sostegno occupazionale alla provincia più povera della nostra Isola . L’appalto del servizio, pur nella variazione della società aggiudicataria , riteniamo abbia consentito di mantenere pienamente soddisfatti entrambi i suddetti obiettivi. Sappiamo che di recente , nel nuovo contesto di austerità economica che ha coinvolto la Sanità pubblica della nostra regione , è stato il Suo autorevole intervento, utilmente sollecitato dai Sindacati ma vieppiù sostenuto dalla nostra legittima lotta a difesa del posto di lavoro , a consentire il rinnovo, sia pure in deroga , dell’appalto del servizio che, con decorrenza 1/Settembre /2010, ha permesso a molti di noi di conservare l’opportunità del lavoro ma a condizioni e prospettive che ne hanno letteralmente stravolto le caratteristiche facendogli perdere quella connotazione fondamentale che deve contraddistinguere qualsiasi lavoro e cioè la dignità .
E’ questo il motivo che ci induce a scriverLe; perché riteniamo che Lei non sia pienamente informato della situazione che, a seguito del nuovo appalto, si è venuta a creare per noi lavoratori.
Noi che per 6 anni, pur nella precarietà del rapporto , pur con una modesta retribuzione ( mediamente 800 euro mensili ) , ci siamo aggrappati a questa opportunità ben sapendo che l’alternativa era o la disoccupazione o …il viaggio della speranza.
Noi che oggi ci ritroviamo o disoccupati (è capitato a ben 5 che in precedenza avevano lavorato per conto di un’agenzia interinale ) o con una riduzione di ore di lavoro tale che la retribuzione sarà per alcuni dimezzata e per la maggior parte ridotta di circa 2/3 .
Quale dignità, dunque, può avere un’occupazione così marginale? 12/14 ore di lavoro settimanali per una retribuzione di 300/400 euro mensili !
E’ vero che questo aspetto della dignità del lavoro e delle persone che lo svolgono non può interessare la Società “ privata” aggiudicataria dell’appalto che anzi subisce inevitabili pressioni che possono indurla a mettere in atto decisioni non sempre equilibrate nella distribuzione delle ore di lavoro.
Comprendiamo meno, molto meno, invece, le ragioni della Direzione dell’ ASP di Enna che sembra essere la principale artefice di questa mannaia che si è abbattuta sulle nostre vite.
Come spiegare sennò la drastica riduzione degli sportelli CUP assegnati all’appalto e la contemporanea apertura di sportelli gestiti da personale interno tuttavia non abilitato alla riscossione del ticket , per evitare all’ Ente l’obbligo del pagamento dell’indennità di rischio.
E che dire del fatto che tale personale dell’ASP , maldestramente adattato ad un lavoro nuovo , con il privilegio di una sicurezza lavorativa globale e di una retribuzione assolutamente imparagonabile, si pone in sostanziale e sleale concorrenza a lavoratori precari, dimezzati invece nella retribuzione e nella dignità, che svolgono il servizio integralmente e più proficuamente sia per la consolidata esperienza sia , ammettiamolo purtroppo, per la incentivante consapevolezza di una minore tutela contrattuale !
E mentre l’utenza , specialmente quella delle fasce più anziane e deboli, subisce questa contrazione del servizio senza nessuno che dia voce al suo disagio , l’ ASP si produce in un beffardo comunicato stampa che da una parte segnala la riduzione del servizio ( definendola però rimodulazione) dall’altra, con la più sagace tecnica della pubblicità ingannevole, “promette”, per il futuro , di facilitare il pagamento del ticket attraverso le tabaccherie, essendo stata praticamente un fiasco l’idea di invitare l’utenza ad effettuare il versamento mediante conto corrente postale.
Certo, ci è stato detto che il Manager dell’ ASP è assoggettato a vincoli di efficienza e di bilancio che lo inducono a muoversi con l’accortezza del “privato” e l’ equilibrio del “pubblico” , che la sua missione è principalmente quella di ridurre gli sprechi senza sacrificare la qualità del servizio; ma queste belle teorie non possono costituire accettabile giustificazione per una condotta che di fatto sta togliendo risorse ad una Provincia (che ne ha già scarse di suo) e dignità a lavoratori che tali, adesso, non possono più definirsi.
Se poi aggiungiamo che dal nostro pur limitato angolo di visuale, nell’espletamento del servizio svolto, vediamo quotidianamente perpetuarsi piccoli e grandi sprechi di risorse pubbliche ( l’elenco sarebbe lungo e non escludiamo di darne un giorno piena conoscenza ) , non possiamo che rimanere indignati per l’accanimento finanziario adottato nei confronti del nostro servizio (lavoro) .
E ci consenta , chiarissimo Assessore, di evidenziare che questo nostro lavoro ci è apparso, nei contesti operativi in cui viene svolto, di gran lunga tra i più produttivi e, di converso, sicuramente, il più … sfruttato ( per inciso, non previsto, non dovuto né retribuito, assolviamo costantemente per l’utenza un indispensabile servizio informazioni sulla dislocazione dei reparti, la reperibilità dei medici e l’ubicazione degli uffici ) !
Adesso che lo “ sfruttamento “ ha assunto proporzioni inaccettabili per cui solo l’indigenza e la consapevolezza di rischiare, dopo tanti anni, di rimanere esclusi dal mondo del lavoro, ci hanno indotto ad “accettare” l’indecorosa ma necessitata offerta della Cooperativa aggiudicataria ; adesso – prima di valutare l’opportunità di esasperate forme di lotta – non ci rimane che RIVOLGERLE UN ACCORATO APPELLO per invitarLa ad intervenire sulla nostra situazione riportandola alla condizione precedente.
In un momento così difficile , pur riconoscendo il peso delle responsabilità che principalmente gravano sul Suo dicastero per antichi fatti e misfatti che Lei è chiamato a sanare , ma pensando anche agli sforzi che il Governo di cui Lei fa parte si è impegnato ad affrontare pur di risolvere il problema di diverse migliaia di precari che proprio in questi mesi , come abbiamo letto e sentito, troveranno l’agognata stabilizzazione del loro lavoro, LE CHIEDIAMO di trovare la determinazione e le risorse per accogliere questa pacata e propositiva istanza di 36 ormai non più giovani precari della provincia di Enna.
Attendiamo con fiducia un Suo risolutivo intervento, pur segnalando che, trascorso questo mese corrente senza significativi riscontri, torneremo a riunirci non per sottoscrivere questa lettera/appello ma per valutare nuove iniziative a difesa della nostra dignità.