A denunciarlo –con una nota- è la Confartigianato che fa rilevare che “in riferimento al regolamento pubblicato sul sito camerale per l’accesso alle quote di partecipazione ai fondi rischi dei consorzi e cooperative fidi, per ampliarne la capienza e aumentarne la capacità di garanzia, al fine di favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e di contrastare e prevenire il fenomeno dell’usura, è immediatamente riscontrabile come i criteri da questa adottati si ispirano al raggiungimento di obiettivi di mera selettività non collegati a principi di qualità”. “Infatti, se da una parte lo spirito dell’iniziativa –si legge ancora nella nota- è quello di sostenere le imprese rafforzando i confidi, dall’altro il regolamento della Camera di commercio di Enna prevede che tale possibilità è riservata esclusivamente ad alcuni consorzi che possegono determinati requisiti, non determinanti per l’attività svolte dagli stessi, e pertanto la mancanza non denota un deficit qualitativo in termini di possesso di requisiti”. In questo senso, per Confartigianato, “il criterio adottato appare discriminante e non volto al raggiungimento di livelli qualitativi e di sviluppo”. “Peraltro i suddetti requisiti – prosegue la nota- non sono richiesti nei regolamenti fatti dalle Camere di commercio delle altre province siciliane che allo stesso modo erogano contributi a favore dei Confidi” . “Da non sottovalutare inoltre il fatto che le risorse finanziarie necessarie per erogare i contributi provengono anche dalle imprese associate ai consorzi che non hanno i “requisiti” e che regolarmente pagano il diritto camerale. Quindi, le stesse si ritrovano così ad essere degne di considerazione nel momento in cui devono pagare e non altrettanto degne di riceverne i benefici”.
Giacomo Lisacchi