“ESEGUITA L’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE, A CARICO DEL PREGIUDICATO CONSOLI ALDO, RITENUTO RESPONSABILE ANCHE DELL’ATTO INTIMIDATORIO NEI CONFRONTI DI AVVENIA GIUSEPPE, ALCUNI MESI PRIMA DELLA SUA UCCISIONE”

Stamane, gli uomini della Squadra Mobile di Enna, diretti dal Vice Questore Aggiunto dott. Giovanni Cuciti, quelli del Commissariato di Piazza Armerina – diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – unitamente ai militari della Compagnia Carabinieri del medesimo centro, diretti dal Capitano Michele Cannizzaro, hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere – per l’attentato intimidatorio nei confronti di AVVENIA Giuseppe, alcuni mesi prima della sua uccisione – al noto CONSOLI Aldo, già ristretto in carcere, proprio per l’omicidio dell’AVVENIA, in qualità di mandante, specificando su di lui le ulteriori responsabilità penali di danneggiamento aggravato e minacce gravi aggravate, consumate in data 26.03.2008, ( ai sensi degli artt.61/nr.5- 612/2° comma- 339- 635/2° comma nr.1).   
L’arma utilizzata dal LA ROSA Giuseppe – anch’egli ristretto in carcere, e già condannato in primo grado, per l’omicidio del pregiudicato armerino – per l’omicidio di AVVENIA Giuseppe – è risultata altresì quella utilizzata per il citato atto intimidatorio. Infatti, il pregiudicato armerino, alcuni mesi prima dell’uccisione (marzo 2008), era stata vittima di un episodio intimidatorio, nel corso del quale, venivano esplosi, all’indirizzo della sua autovettura, alcuni colpi d’arma da fuoco.  
L’episodio era da ricondurre alla rottura del rapporto d’amicizia – precedentemente intercorrente tra il CONSOLI Aldo e l’AVVENIA Giuseppe, dovuto anche alle attività criminali poste in essere insieme – fra i due pregiudicati, a causa di alcuni “sgarri” e minacce poste in essere dall’AVVENIA nei confronti del CONSOLI ed altri amici di quest’ultimo. Rottura sfociata, prima nell’attentato intimidatorio dell’esplosioni di colpi di arma da fuoco ai danni dell’autovettura dell’AVVENIA, e nell’uccisione dello stesso pregiudicato dopo.
Sulla scorta dei positivi risultati ottenuti dalle analisi di natura scientifica – merceologica eseguite sull’arma utilizzata per l’omicidio e sulle vernici rinvenute e sequestrate all’interno dell’abitazione del ripetuto CONSOLI all’epoca dell’omicidio (03.10.2008), nonché degli ulteriori esami balistici, si è addivenuta alla piena responsabilità del CONSOLI, quale autore materiale, anche in ordine all’episodio intimidatorio.
In particolare nell’ottobre 2008, gli investigatori procedevano all’acquisizione di materiali ritenuti utili per il prosieguo investigativo teso a fare luce sull’efferato fatto di sangue, tra i quali una bomboletta spray di vernice, un bicchiere di vetro con residui di vernice, un pennello di setola, intriso di vernice, un flacone in plastica contenente del liquido.
Gli accertamenti tecnici di natura merceologica eseguiti sui predetti materiali, esperiti all’epoca presso il laboratorio di indagini merceologiche presso il Servizio Centrale della Polizia Scientifica di Roma, sono risultati un ulteriore ed importantissimo tassello di prova da porre a carico del CONSOLI Aldo, in ordine al possesso dell’arma utilizzata per l’omicidio, costituendo altresì l’elemento principe di collegamento tra quest’ultimo e i fratelli LA ROSA Giuseppe e Roberto, come detto già condannati in primo grado per il predetto omicidio.
Tramite gli accertamenti tecnici di natura merceologica esperiti sui materiali acquisiti nell’ottobre 2008 all’interno dell’abitazione del CONSOLI Aldo, comparati con un campione di vernice prelevato dall’arma utilizzata nell’episodio delittuoso dell’uccisione,  sono state riscontrate strettissime compatibilità chimico fisiche. Ciò significava che la vernice del bicchiere e del pennello era altamente compatibile con quella presente sull’arma utilizzata per il delitto.
Da ciò si desumeva, con un grado di probabilità prossimo alla certezza, che l’arma utilizzata era stata verniciata dal CONSOLI Aldo, all’interno della sua abitazione, in epoca non molto antecedente al delitto.
Con ciò si appurava senza ombra di dubbio, che l’arma, prima di essere stata ceduta al LA ROSA Giuseppe per l’omicidio, era stata nella disponibilità del CONSOLI Aldo.
Successivamente, anche attraverso gli accertamenti tecnici esperiti dal laboratorio di balistica presso il Servizio di Polizia Scientifica di Roma sulla pistola ed i bossoli esaminati – nello specifico sulla pistola utilizzata per l’omicidio, sul proiettile estratto in sede autoptica dal cadavere dell’Avvenia, e quelli rinvenuti nella scena dell’atto intimidatorio del marzo 2008) – sono state acquisite ulteriori prove a  conforto della compatibilità fra le due pistole utilizzate nei due episodi delittuosi (l’attentato del marzo 2008, e l’omicidio dell’ottobre 2008, sempre in pregiudizio dell’Avvenia).
Le positive risultanze, raggiunte dagli investigatori, in ordine al predetto atto intimidatorio, venivano condivise dalla Procura della Repubblica di Enna, che richiedeva a carico del CONSOLI Aldo – già condannato in 1° grado quale mandante del successivo omicidio dell’AVVENIA – l’ulteriore misura cautelare della custodia in carcere, positivamente accolta dal G.I.P. presso il Tribunale della città Erea.