“Galvagno, tutti noi non stiamo cercando l’occasione per andarcene dal Partito Democratico, come qualcuno insinua o va dicendo in giro, seminando zizzania. Siamo e vogliamo rimanere all’interno del Pd, però determinati nel fare valere le nostre ragioni. Sulla spaccatura politica che si è creata ci appelliamo al senso di responsabilità anche dell’altra parte del partito. Abbiamo chiesto di soprassedere sui congressi che sono stati già convocati per una questione di opportunità perchè oggi non c’è un clima di fiducia. E questo clima si può ristabilire sospendendo i congressi e nominando una commissione paritetica. Ovviamente nella commissione paritetica devono essere presenti tutte le aree del partito compresa la componente Lumia che deve essere considerata alla pari di tutte le altre”. Paolo Gargaglione, ex presidente del Consiglio comunale, ora capo gruppo a sala d’Euno di Primavera democratica, interviene sulla questione che vede contrapposti i bersaniani del senatore Crisafulli e i franceschiniani dell’on. Galvagno. E lo fa con parole abbastanza critiche che giungono in una fase, nonostante i tentativi di riconciliazione, in cui tra il senatore Crisafulli e i deputati regionali Galvagno e Termine ci sono incomprensioni e frizioni. “C’è un tesseramento – sostiene ancora Gargaglione- che in altri tempi, in uno stato di reciproca fiducia e di collaborazione, poteva andare bene. Oggi in un clima di scontro, dove si vogliono far valere i rapporti di forza, è chiaro che si attenziona e si puntano gli occhi su un tesseramento che presenta molte ombre”. Quindi, spiega che ad ogni iscritto dovrebbero corrispondere almeno dieci voti”. “Invece a Enna –sottolinea Gargaglione- noi dell’area democratica, che alle amministrative abbiamo preso 3 mila e 100 voti, abbiamo 200 tessere che sono al di sotto di questo rapporto, mentre i bersaniani ne hanno invece 1000. Quì c’è qualcuno che ha stabilito a tavolino quali devono essere i rapporti di forza all’interno del partito. Se si facesse un nuovo tesseramento –spiega ancora Gargaglione- non mi scandalizzerei se l’area Bersani risultasse di nuovo maggioranza. Non sarebbe uno scandalo, noi potremmo fare anche la minoranza. Il problema è invece che bisogna ristabilre un minimo di legittimità, di legalità e di regole all’interno del partito. Solo a queste condizioni si può ricostruire l’unità del partito. Altrimenti non sò quello che succederà. Di sicuro non andremo al congresso che già loro hanno convocato”.
Giacomo Lisacchi