In un giorno come tanti Mandorla, sei anni, cerca sua madre nel cortile della scuola. Ma quel giorno, come tanti non è… Sua madre è appena morta in un incidente in motorino, lasciandola sola. Perché Mandorla un papà ce l’ha, ma non sa chi è, non sa dov’è… Sarà forse un astronauta che dalla luna pensa sempre a lei, come sua madre, in vita, le ha fatto credere? Chissà… La piccola si ritrova, in un batter d’occhio, figlia dei tanti papà e mamme che abitano in via Grotta Perfetta 315 a Roma, di quelle persone cioè che vivono nel condominio dove Maria, la sua vera madre, faceva da amministratrice e a cui tutti volevano molto bene. Il legame speciale che intrattenevano infatti con Maria li spinge a occuparsi di Mandorla, altrimenti sola al mondo. E così la bambina passa dall’infanzia all’adolescenza vivendo un po’ in un piano, un po’ in un altro del condominio, sentendosi per questo diversa dagli ADME (Altri Della Mia -Sua- Età) e andando segretamente alla ricerca del padre che, secondo quanto lascia intendere una lettera della madre scritta alla piccola in fasce, si trova proprio tra gli uomini di via Grotta Perfetta.
Al di là di qualche eccesso nella visione delle relazioni, il romanzo, che si legge d’un fiato, propone in modo fresco ed esilarante un tema delicato e difficile, quale la ricerca di sé stessi nella scoperta delle proprie radici, nonché la considerazione che non esiste una regola che stabilisca quale sia la famiglia giusta nella quale dover nascere e crescere… Perché la famiglia oggi è “qualcosa” che ognuno definisce, sente e vive a modo suo.
L’autrice ci porta inoltre a considerare che “viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda”. E che non sempre la Verità ci è data da sapere… Anche perché, non sempre, conoscere la verità è meglio per noi.
Rosa Maria Garaci