Oggi, mercoledì 13 ottobre alle ore 8.30, l’Unione degli Studenti sarà presente al sit-in indetto dagli studenti, insegnanti e genitori del Lincoln di Enna, sotto la Provincia Regionale di Enna. Il liceo linguistico “A. Lincoln” di Enna da oltre 20 giorni, cioè da quando è iniziato l’anno scolastico, vive in una condizione di disagio dalla mancanza dei docenti di matematica, fisica, religione, storia dell’arte, italiano, sostegno e – cosa più grave per un liceo linguistico – degli insegnanti di lingue e madre lingua. Questi tagli indiscriminati attuati dal governo Berlusconi mostrano tutta la loro ferocia: gli insegnanti di ruolo, quei pochi che sono rimasti e che l’anno prossimo rischiano il posto, devono compensare i buchi d’organico lavorando da 18 a 24 ore non retribuite. Di contro le studentesse e gli studenti si trovano in classi sovraffollate di 40 elementi. In tutto ciò si viene meno alla Costituzione che sancisce il diritto allo studio. Con la scusa della crisi finanziaria si attacca violentemente il sistema pubblico tagliando su tutto, principalmente su servizi essenziali come la scuola. Inoltre si nega l’accessibilità al diritto allo studio ai ragazzi diversamente abili perché attualmente non usufruiscono degli insegnanti di sostengo, né tanto meno dei mezzi di trasporto pubblici. Chiediamo, come Unione degli Studenti, che la Provincia Regionale di Enna si faccia carico di questa gravissima situazione che rischia di penalizzare il corso dell’anno scolastico per centinaia di studenti e che si trovi una soluzione reale che garantisca il posto di lavoro agli insegnanti del “Lincoln” di Enna e del “M. L. King” di Agira. Chiediamo che si cancelli la Legge 133/2008 ripristinando subito il diritto allo studio partendo dall’offerta formativa, che vengano annullati i licenziamenti con l’immediato reintegro dei posti di lavoro.
Vogliamo una scuola che non sia privata della conoscenza né impoverita.
Per tutto questo siamo convinti che i soldi per salvare la scuola pubblica,
l’università e la ricerca ci siano, non smetteremo mai di dire di tagliare le spese
militari, di tassare i grandi patrimoni, le grandi rendite e di far pagare la crisi a
chi l’ha causata iniziando dalle banche!
Paolo Grimaldi Unione degli Studenti Enna