“GLI ENTI LOCALI SICILIANI DI FRONTE ALLA GRAVE CRISI FINANZIARIA DELLA REGIONE E LE EMERGENZE DELL’AUTUNNO 2010”

Il Consiglio Regionale dell’ASAEL •    PREMESSO che la situazione finanziaria degli enti locali siciliani, già messa alle corde dalle note vicende degli ultimi esercizi (gestione rifiuti fra tutte), diventerà letteralmente insostenibile a partire dal 1° gennaio 2011, in ragione soprattutto:  A)    della riduzione dei trasferimenti erariali già stabilito dalla legge 122/2010, anche se il “taglio” non riguarda i Comuni con meno di 5.000 abitanti e  dovrebbe essere del 16-20% per il 2011 e ancora più consistente a partire dal 2012; B)    della riduzione dei trasferimenti erariali conseguente al mancato rispetto del Patto di stabilità 2010 e che il “taglio”, che si somma al precedente, sarà pari all’entità dello sforamento; C)    della condizione debitoria dei Comuni

nei confronti degli AA.TT.OO. Rifiuti ed oggi nei confronti della Regione per via delle anticipazioni sui trasferimenti (sino al 30%) concessi per far fronte a mancati pagamenti delle quote stabilite nei contratti di servizio,delle anticipazioni avute dal fondo di rotazione e per ultimo dal ripianamento delle perdite evidenziate nei consuntivi del triennio 2007/2009 delle Società d’Ambito in vista della loro liquidazione (tante volte annunciata e non ancora esecutiva) e che a causa di ciò circa i 2/3 dei Comuni siciliani subiranno notevoli decurtazioni delle trimestralità dei trasferimenti regionali e/o addirittura non riceveranno alcunché;
D)    delle conseguenti difficoltà che in conseguenza di quanto sopra e di molto opinabili scelte della Regione e delle stesse società d’ambito molti Comuni avranno nella c.d. “gestione diretta” del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a causa soprattutto di un costo del personale il cui numero spesso è superiore forse a quello necessario, in assenza anche della raccolta differenziata;
•    CONSIDERATO che definire “insostenibile” la situazione finanziaria di un Comune significa in concreto:
a) non riuscire a garantire i servizi essenziali e/o ad esercitare le c.d. “funzioni fondamentali” (il cui esercizio è obbligatorio ai sensi della recente legge 122/2010);
b) non riuscire a garantire gli attuali livelli occupazionali;
•    CONSIDERATO altresì che il “tema dei rifiuti” si presenta drammatico sotto i profili:
1.    finanziario, stante che i costi di gestione del ciclo dei rifiuti sono oggi diventati insostenibili (soprattutto perché fuori da ogni sostanziale controllo di economicità), come insostenibile è il peso finanziario dei debiti pregressi verso le gestioni di ambito  (di cui in molti casi non si conosce la reale consistenza) e che i bilanci dei Comuni, come detto prima, non sono più nelle condizioni di reggere né il peso dei costi annui di gestione né quello del ripianamento dei debiti;
2.    tecnico-gestionale, poichè  le scelte finora compiute (nella considerazione che la responsabilità delle scelte strategiche, ossia normative, risiede esclusivamente in capo alla Regione Siciliana e a chi ne ha retto le sorti) in ordine alle modalità di gestione del ciclo dei rifiuti si sono rivelate assolutamente inadeguate oltre che, come si è detto, insostenibilmente onerose;
3.    prospettico, poiché la recente riforma regionale è ancora ben lontana dall’essere a regime e le poche certezze oggi riguardano esclusivamente l’enorme fatica (per usare un eufemismo) che si fa per raccogliere e smaltire i rifiuti e il grande caos di competenze che regna incontrastato.
•    RITENUTO altresì che il tema del “precariato” negli enti locali siciliani, per via della mancata c.d. stabilizzazione dei lavoratori, è ormai diventato, anche in conseguenza della gravissima crisi occupazionale che attraversiamo, un problema i cui profili sociali prevalgono su quelli, pure molto rilevanti, finanziari e giuridici, per cui riuscire a garantire un’occupazione stabile a questi soggetti è diventato ormai un vero e proprio problema “di ordine pubblico”, che “bisogna risolvere” pur in assenza delle risorse finanziarie necessarie e pur in violazione di norme anche costituzionali.
•    RITENUTO che su detta tematica il recente intervento normativo operato dal legislatore nazionale (articolo 14, commi 24/bis e 24/ter, della legge n.122/2010) consente ai Comuni siciliani di derogare ai limiti imposti per le assunzioni di personale, anche se la deroga è tuttavia parziale in quanto non riguarda l’obbligo di contenimento della spesa di personale (di cui ai commi 557 e 562 della legge n.296/2006) e, ovviamente, non riguarda l’obbligo di rispettare il Patto di stabilità; con la conseguenza che i Comuni che confermeranno i contratti di lavoro ai precari si troveranno a pagare pesanti conseguenze soprattutto in termini di finanziari (specie quelli soggetti al Patto di stabilità), per non parlare dei profili disciplinari e contabili-patrimoniali che involgono i Dirigenti/Funzionari che si trovano a gestire questi procedimenti;
•    RITENUTO che con la prossima entrata a regime del “federalismo fiscale municipale” la finanza derivata, figlia dei trasferimenti statali e regionali, non sarà più ammessa e le somme che prima si scrivevano nelle entrate dei bilanci quali assegni che arrivavano dal centro, ora dovranno essere “fiscalizzati” e cioè trasformate in tasse locali, con la conseguenza che nelle regioni più povere ( e quindi con meno materia imponibile) tutto ciò comporterà minori risorse disponibili da destinare a servizi ed investimenti, tranne che non si realizzi negli enti locali del sud un inevitabile inasprimento fiscale;
•    CONSIDERATO ancora che di fronte a tali problematiche, di già molto pesanti e con poche positive soluzioni, il contesto prospettico degli enti locali siciliani si aggrava con le ultime dichiarazioni del nuovo (quarto !) Governo regionale che ha ufficializzato negli scorsi giorni una gravissima condizione finanziaria della Regione, evidenziando un bilancio regionale con le poste delle entrate non più rispondenti a coprire le spese per via di previsioni forse molto distanti dalla realtà economica in cui versa la Sicilia, con la conseguente dichiarazione di “Blocco della spesa” e l’inevitabile ricorso all’indebitamento, che troverà di già mutui contratti dalla Regione fra il 2001 ed il 2008, e non ancora estinti, in numero di sette per un totale di 4,6 miliardi di euro, spendendo ogni anno 271 milioni di euro per interessi, (ogni giorno 742 mila euro) e 201 milioni di rimborso di quota capitale;
•    CONSIDERATO che negli ultimi tempi spesso gli amministratori locali si sono visti varare molti provvedimenti legislativi riguardanti gli enti locali dal centro, senza avere potuto dire la propria e quindi non preceduti da un reale momento di concertazione;
•    CONSIDERATO che l’attuale stagione delle riforme istituzionali dovrebbe spingere vieppiù la Sicilia a velocizzare l’ammodernamento del suo sistema ordinamentale, coinvolgendo gli enti locali in un processo riformatore che avrebbe di già  dovuto muoversi in parallelo con l’anzidetta riforma costituzionale;
•    RITENUTO pertanto urgente instaurare con urgenza un nuovo rapporto fra le istituzioni regionali e le rappresentanze delle autonomie locali siciliane, al fine di realizzare un loro pieno coinvolgimento nell’attuazione delle riforme istituzionali, nonché sulle principali scelte socio-economiche che il Governo intende effettuare, creando un clima di costante e fruttuoso dialogo tramite una concreta politica della concertazione, al fine anche di rappresentare problematiche e proposte solutive da trasferire nel tavolo della Conferenza delle Regioni in vista del citato processo riformatore in direzione del federalismo regionale, provinciale e municipale, laddove venga garantito anche l’attuazione di un vero e proprio federalismo solidale in rapporto al notevole divario socio-economico fra le regioni delle varie parti del paese e particolarmente la Sicilia, che ogni giorno viene anche scippata dalla fuga delle imprese a seguito di una politica del credito che ci ha visto come regione assenti;
•    RITENUTO che ormai gli Enti Locali sono chiamati ad essere il motore propulsivo di una Regione moderna, senza cui il governo e lo sviluppo dei territori non potrà decollare;
•    CONSIDERATO  che la grave crisi economica che in atto affligge le nostre popolazioni ed il mondo delle imprese abbisogna di strategie condivise sulle politiche da adottare nei settori dello sviluppo socio-economico, dei servizi pubblici locali, dell’associazionismo intercomunale, della messa in sicurezza dei nostri territori;
Quanto sopra premesso e considerato

FA VOTI

affinchè:
1.    la Regione acceleri l’avvio di una nuova stagione politica ed istituzionale, caratterizzata da un sistema più efficiente, trasparente, stabile e moderno, in cui si definisca anche il processo di decentramento, trasferendo le ulteriori funzioni amministrative ai Comuni accompagnate dalle relative risorse, ai sensi del 3^ comma dell’art.31 della L.R. n°10/2000;

2.    richieda la Regione al Governo nazionale l’esclusione dal Patto di Stabilità delle spese per investimento degli enti locali, in maniera da liberare preziose risorse per i tanti bisogni, cui poter far fronte, oltre ad escludere dal patto anche le compartecipazioni dei fondi regionali al costo dei lavoratori precari, cui nel contempo occorre dopo vent’anni dare una effettiva stabilizzazione;

3.    si dia concreta attuazione della recente riforma degli AA.TT.OO. Rifiuti, che ormai hanno portato al collasso finanziario della maggior parte dei Comuni siciliani, con disservizi che creano pericolosi problemi igienico-sanitari e dove, malgrado i continui pronunciamenti della politica, non ci si è discostati da tassi di raccolta differenziata al lumicino e con i sistemi di smaltimento ancora da individuare in un piano regionale dei rifiuti non ancora elaborato;

4.    si riprenda con forza la trattativa con il Governo nazionale per lo sblocco dei Fondi Fas mettendo in tal modo in moto i progetti dei cantieri di lavoro, che consentiranno ai Comuni di dare delle prime risposte al territorio in termini anche occupazionali;

5.    si realizzi ogni tempestivo intervento per rimettere in moto il meccanismo della spesa, operando di certo quegli interventi di risanamento finanziario sul piano di una politica dei tagli su cui gli enti locali in un tavolo di confronto potrebbero dare il loro positivo contributo di idee e di indirizzo.
AUSPICA
che si realizzi una Cabina di Regia paritetica ( 12 componenti, di cui metà in rappresentanza della Regione e metà degli enti locali e loro rappresentanze) proprio per venire incontro alle difficoltà sopra evidenziate e per costituire al più presto un monitoraggio sull’attuazione del federalismo in Sicilia.

 

 

 

Ndr: Il presidente dell’Asael dott Matteo Cocchiara, ha chiesto al presidente della regione siciliana e all’assessore regionale alle autonomie locali la convocazione urgente della conferenza permanente regione – autonomie locali.