Per la memoria storica è giusto ricordare una ricorrenza importante che è quella che dopo qualche millennio è stato ridato il nome originario della città e cioè: Enna. Questo è avvenuto il 27 Ottobre 1927 con il R.D.L. n. 2050 a seguito della città elevata a capoluogo di provincia con R.D.L. del 02-01-1927n.l pubblicato nella G.U. dell’ 11-01-1927 n.7 all’art .1, dopo avere fatto parte della provincia di Caltanisetta fin dal 1817. Era un atto di riconoscimento, per le sue origini antichissime, risalenti ad epoche preistoriche. Inoltre fece parte delle città demaniali; fu sede di diversi regnanti e, per la sua posizione, venne definita da Plinio “una delle più inespugnabili fortezze della Sicilia”. Scriveva il Littara, colui che scrisse la prima Storia ai Enna nel 1587, che Enna è la più antica delle città dei Sicani e che il nome di Enna, alcuni lo dicono derivato dall’etrusco a significare “Monte”, ma anche “abitare dentro”, così che il suo nome deriva dal romano Henna, come dagli stessi romani veniva chiamata.
Lo stesso Littara afferma che Enna, nome di monte, sia l’ombelico della Sicilia (come venne definita da Cicerone), celebre per il tempio i Cerere, dove furono inviati gli ambasciatori romani, per fare placare Cerere, dal saccheggio operato da Verre.
Ovidio la canta Enna “come la dimora gradita a Cerere” e che la dea secondo i diversi scrittori del passato riportano che Cerere, scoprì i cereali nella terra di Enna.
Qualche scrittore del passato ha sostenuto che il nome di Enna gli Venne imposto dal condottiero siracusano che si chiamava Ennio. Ma questa ipotesi contestata da altri, trova infondatezza da come testimonia una lapide che i trova all’ingresso della Scuola d’Arte che contiene uno scritto di Alfredo Cesareo, pubblicato dalla Illustrazione italiana dell’11-12-1927, che dice: “Quando Roma non era se non una chiostra di predoni avidi e rozzi, Pindaro, incideva nel bronzo delle sue odi perfette il nome di Enna, di Agrigento e di Siracusa”.
Purtroppo nei vari secoli il nome di Enna ha subito diverse denominazioni fino al 1927. Nel periodo arcaico, sicano, siculo, greco, romano: Enna, Henna, En naan, En naon, Ennair, Ennaien, Hennaion, Castrum Henna, Castrum Enna, Castrum Hennae;
periodo bizantino arabo: Castrum Henna, Kasr Jani, Kasr Janna, Kasr Ayn, Qasr Jenna, Qasr Janna, Qasr Jannich, Qasr Jannach, Kasr jannich, Kasr Jannach,
periodo normanno Svevo aragonese: Castro Janni, Castro Jani, Castro Jenna, Castro Giovanni, Castrogiovanni.
Ecco perché il motivo importante di ricordare la ricorrenza del nome ridato alla città di Enna il 27 Ottobre 1927, perché storicamente anche è legato alla elevazione a capoluogo per grandi riconoscimenti che ha avuto nel passato, tanto da essere definita “urbs” che esprime una nazione, un intero popolo, un ceto di uomini che vivono in Società, mentre “urbs” si appella un luogo di muraglie, di vallate e di fossati senza la necessità di leggi e magistrati, così scrive Paolo Vetri. E che i Saraceni la dissero “chiave della Sicilia”, dominando essa al centro delle sue Tre Valli: Val Demone, Val di Noto e Val di Mazzara. Come anche da antichissimi scritti riportano che sia Cerere che Proserpina sono nate ad Enna.
Tanto per non dimenticare.